Digital Services Act, chi sono i “segnalatori” europei del web
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A partire dal 2024 il nuovo regolamento Ue in materia digitale promette di dare regole certe a chi opera su Internet e proteggere soggetti come i minori da possibili frodi. Le piattaforme web dovranno sottostare alla giurisdizione del Paese che le ospita e rischiano sanzioni fino al 6% del loro fatturato in caso di violazioni
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- Dal 17 febbraio del 2024 il mondo virtuale della rete entrerà in una nuova era, almeno dentro i confini dell’Unione europea: il campo sconfinato e senza regole che era prima il web sembra essere destinato a concludersi con l’entrata in vigore di una nuovo regolamento Ue
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- Entrerà in vigore il Digital Services Act, che promette di disegnare un nuovo mondo virtuale, senza più presenze fantasma e con fornitori dei servizi (come social e motori di ricerca) ricondotti al loro ruolo dentro regole dettate dall’Unione, con authority e magistrature nazionali dotate di poteri effettivi
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- Il principio dietro questo nuovo provvedimento Ue è quello di responsabilizzare gli intermediari della rete, gli unici possibili vigilanti del web in quanto proprietari delle tecnologie che li fanno funzionare. Sono loro stessi ad avvisare prima e poi a sospendere dal web chi commette illegalità attraverso le piattaforme utilizzate dagli utenti, a prescindere che si tratti di luoghi di vendita o di semplice erogazione servizi
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- Il Dsa protegge soprattutto chi può essere danneggiato dal web, come minorenni indotti ad acquisti o a comportamenti illegali: per questo il provvedimento europeo ha previsto un percorso accelerato per le segnalazioni di soggetti definibili come “segnalatori attendibili”
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- Ma chi sono questi "segnalatori del web"? Sono coloro che hanno “capacità e competenze particolari ai fini dell’individuazione, dell’identificazione e della notifica di contenuti illegali; sono indipendenti da qualsiasi fornitore di piattaforme online; svolgono le proprie attività al fine di presentare le segnalazioni in modo diligente, accurato e obiettivo”, sottolinea Il Sole 24 Ore
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- Il Digital Services Act prevede per il momento l'autocertificazione di segnalatore sul web, che può naturalmente essere revocata
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- Il Dsa obbliga inoltre le piattaforme a pubblicare report periodici su quanto e soprattutto come sono intervenute sulla scorta delle segnalazioni ricevute, report che aiuteranno anche a distinguere la qualità delle segnalazioni e dei segnalatori, che in caso di abusi perderanno il loro ruolo
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- Altra questione importante aperta dal Dsa è la giurisdizione alla quale si sottopongono i giganti del web: a partire dal 2024 tutti quanti risponderanno all’authority, quindi anche ai giudici, del Paese Ue in cui sono stabiliti, con l’obbligo per i 27 di fornire assistenza amministrativa e giudiziaria
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- Ovviamente queste authority avranno il potere di emettere sanzioni in caso di violazioni, che potranno arrivare anche al 6% del fatturato globale. Il monitoraggio periodico della rete e dei servizi forniti diventa così un obbligo giuridico, valutato da autorità terze e indipendenti
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- Altro punto importante presente all’interno del Dsa ricorda come ci sia il divieto di progettare siti destinati a manipolare o ingannare i fruitori. Un riferimento, nemmeno troppo velato, a tutti quei siti che costruiscono fake news