Morto Giorgio Napolitano, i funerali di Stato martedì alle 11.30 nell'Aula della Camera

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Il presidente emerito della Repubblica si è spento il 22 settembre alla clinica Salvator Mundi al Gianicolo a Roma. La camera ardente al Senato apre domenica alle 10, alla presenza di Mattarella. Poi sarà accessibile a tutti dalle 11 alle 18 e lunedì 25 dalle 10 alle 16. Funerali martedì con cerimonia laica, per la prima volta nell’Aula di Montecitorio. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, è stato uno storico dirigente del Pci, presidente della Camera e ministro degli Interni, oltre che capo dello Stato per due mandati

A Milano bandiere a mezz'asta fino ai funerali di Napolitano

Bandiere a mezz'asta a Milano per la morte del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Dal Comune hanno spiegato che a Palazzo Marino e su tutti gli edifici pubblici le bandiere nazionale, europea e civica verranno esposte a mezz'asta fino al giorno della celebrazione delle esequie di Stato.

Bonino: "Napolitano ha sempre guardato a Europa e Costituzione"

"Giorgio Napolitano è stato uno degli ultimi protagonisti del Novecento. Animato dalla passione delle idee del proprio partito è sempre rimasto fedele all'interesse nazionale, con uno sguardo attento ai principi democratici, facendosi altresì portavoce della situazione carceraria per Marco Pannella con il suo messaggio al Parlamento", dichiara in una nota la leader di +Europa Emma Bonino. "Sempre rivolto all'Europa come futuro imprescindibile per il nostro Paese - aggiunge -. Ha guidato con fermezza e saggezza momenti delicati della Repubblica esprimendo lucida intransigenza contro ogni deriva illiberale, tenendo come faro il rispetto della Costituzione. Mi unisco al cordoglio per la sua dipartita. Che la terra gli sia lieve", conclude.

Veltroni: "Ha conciliato sue idee con senso di unità"

"Giorgio Napolitano ha avuto spesso idee diverse da chi dirigeva il partito ma non ha mai generato conflitti, mai fatto scissioni, non ha mai sbattuto la porta e ha sempre cercato di far convivere le sue idee con quelle mirate alla preservazione dell'unità per il bene collettivo", ha detto Walter Veltroni ad Agorà weekend su Rai 3. "È stato un uomo delle istituzioni sia in Italia che in Europa - ha aggiunto - Tutte le scelte compiute avevano al centro un tema: garantire la stabilità e la governabilità del paese, ma soprattutto impedire che l'Italia diventasse l'anello debole di quell'Europa. Napolitano lascia in eredità il valore e la bellezza del riformismo, come cambiamento reale e radicale. Questa è la prova che il riformismo non nasce oggi, ha radici lontane. Si può stare nella vita politica nonostante le proprie convinzioni e scelte di parte, ma essere al tempo stesso una persona incline al dialogo. Napolitano credeva e sperava in un bipolarismo che fosse legittimazione reciproca e che consentisse le alternanze al governo. Ha dovuto invece fronteggiarle", ha concluso.

Liceo Tito Livio di Padova: "Al nostro Presidente studente, grazie"

"Al nostro Presidente studente... grazie!". Lo scrive il Liceo classico Tito Livio di Padova, dedicando un post sul proprio sito internet a Giorgio Napolitano, che lo frequentò nell'anno scolastico 1941-1942, proveniente dal Liceo Umberto I di Napoli, quando a causa della guerra aveva trovato rifugio nella città euganea, a casa di una zia. A corredo dell'omaggio al Presidente emerito della Repubblica, l'istituto padovano pubblica una foto in cui Napolitano consegna alla preside, Daria Zangirolami, la medaglia d'oro al valor civile in memoria del prof. Mario Todesco, e una riproduzione della pagella finale della terza liceo.

Fdi: "Per Camera ardente Napolitano slitta intervento Meloni"

"In concomitanza con l'apertura della Camera ardente per l'emerito Presidente della Repubblica Fratelli d'Italia rinvia di una settimana tutte le iniziative, compreso l'intervento del Presidente Giorgia Meloni, previste per domani". Lo annuncia Fratelli d'Italia, rinviando al prossimo week end le iniziative di domani della Kermesse "L'Italia Vincente. Un anno di risultati", a partire dall'intervento della premier all'Auditorium della Conciliazione previsto domenica mattina.

Alma Mater: "A Napolitano rivolgiamo pensiero commosso"

L'Università di Bologna partecipa "con commozione alla scomparsa" del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano che, il 30 gennaio del 2012 fu proclamato dottore ad honorem "Relazioni internazionali e Scienze internazionali e diplomatiche" e inaugurò l'anno accademico 2011/2012, il 924/o dalla fondazione dell'Alma Mater. "Al Presidente emerito Giorgio Napolitano, nostro laureato ad honorem - osserva in una nota il Rettore, Giovanni Molari - rivolgiamo un pensiero commosso. Alla sua famiglia e ai suoi cari va il cordoglio dell'Ateneo. Nel 2012 ci ricordò che le Università sono, per storia e vocazione, istituzioni internazionali chiamate ad alimentare 'una visione ampia, europea, non provinciale'. Sono queste sue parole che vogliamo ricordare e fare nostre. Sono i valori e gli obiettivi - conclude Molari - che ci adoperiamo costantemente per realizzare".

Al caffè Gambrinus un minuto di silenzio e applausi

Un minuto di raccoglimento sfociato in un lungo applauso: così il personale dello storico bar Gambrinus di Napoli ha voluto ricordare il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Napolitano, originario di Napoli, natali a Monte di Dio, a pochi passi da piazza del Plebiscito e dal caffè fondato nel 1860, era solito fare tappa al Gambrinus durante i suoi soggiorni partenopei, sempre accompagnato dalla moglie Clio. Tanti gli aneddoti che affiorano alla mente di Arturo Sergio, uno dei titolari del bar: "Siamo soliti far firmare il libro delle presenze agli ospiti illustri che ci vengono a trovare. Quel giorno però avevo finito la carta di Amalfi ma non volendo rinunciare alla sua testimonianza gli proposi di firmare la stessa pagina in cui aveva lasciato l'autografo il suo predecessore al Quirinale Carlo Azeglio Ciampi. Napolitano non esitò un secondo e vergò un messaggio sotto la firma di Ciampi. Fu la moglie Clio ad accorgersi della nostra mancanza e a farcelo simpaticamente notare". In vetrina, in bella mostra, anche la tazzina di caffè bevuta dal Presidente poco prima della fine del suo primo mandato. "Doveva essere l'ultima da Presidente - ricorda Sergio - e invece poi fu rieletto per un secondo mandato. Persona di grande levatura, qui lo ricordiamo tutti con stima e affetto". Incuriositi turisti e avventori presenti hanno chiesto informazioni unendosi all'applauso finale.

Sangalli: "Perdiamo un protagonista di primo piano"

"Con la scomparsa del Presidente Emerito Giorgio Napolitano, l'Italia perde un protagonista di primo piano della storia della Repubblica. Un protagonista costantemente impegnato per l'avanzamento delle riforme necessarie tanto per lo sviluppo della nostra democrazia, quanto per lo sviluppo del progetto europeo": così Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia, ricorda oggi la figura di Giorgio Napolitano. "Nel tempo della permacrisi, va particolarmente tenuto presente - prosegue Sangalli - quanto il Presidente Napolitano sottolineava nel messaggio di fine anno del 2008: la crisi va affrontata come prova e come occasione per nuove prospettive di sviluppo, e nel fronteggiare la crisi l'Italia opera come parte di un'Europa unita". "Alla Signora Clio e alla famiglia tutta - conclude Sangalli - porgiamo le più sentite condoglianze".

Maria Falcone: "Napolitano volto nobile dell'impegno politico"

"La notizia della morte del Presidente Napolitano mi ha colpita e addolorata profondamente. Napolitano ha rappresentato per tanti anni il volto più bello e nobile dell'impegno politico per il tratto elegante che lo ha sempre caratterizzato e per la pacatezza con cui ha portato avanti, senza cedimenti, le sue idee", ha detto Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia nel 1992, e presidente della Fondazione che prende il nome del fratello. "Non dimenticherò mai che dopo la morte di Giovanni scrisse un biglietto che mettemmo sotto l'Albero Falcone. Volle incontrarmi per consegnarmelo e fu tra i primi a testimoniare con un messaggio lasciato in via Notarbartolo il suo ricordo di mio fratello", ricorda. "Lo rimpiangeremo, con la speranza che la sua vita rappresenti un modello per tutti coloro che sono e saranno chiamati a lavorare per le istituzioni e per il bene collettivo", conclude.

Carrozza: "Un sincero sostenitore della ricerca"

Un sostenitore della ricerca scientifica: così la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Maria Chiara Carrozza, ricorda il presidente Giorgio Napolitano. "Ho appreso con profonda commozione della scomparsa di Giorgio Napolitano, Presidente che ho avuto il privilegio di conoscere già negli anni del mio mandato da ministra", dice Carrozza in una nota. "È stato un sincero sostenitore della ricerca scientifica: in più occasioni ha avuto parole di incoraggiamento per i giovani ricercatori e le giovani ricercatrici e sensibilizzato le istituzioni verso un maggiore impegno a favore della scienza, patrimonio e ricchezza per il Paese. Fu anche molto vicino al Consiglio nazionale delle ricerche. Ricordiamo con gratitudine la visita svolta nel 2013 in occasione delle celebrazioni dei 90 anni dell'Ente, un omaggio che assume un significato ancora più profondo oggi, nei giorni in cui ricorrono i cento anni di storia della nostra istituzione".

Sindaco di Palermo: "Cordoglio per la scomparsa di Napolitano"

Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha ricordato Napolitano: "Il mio cordoglio e di tutta l'amministrazione comunale per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha condotto la sua vita nelle istituzioni, fino alla massima carica dello Stato, con rispetto e a garanzia della Carta Costituzionale. Alla sua famiglia rivolgo il mio pensiero e la mia vicinanza".

Segre: "Napolitano contribuì a costruire Paese nuovo e migliore"

Giorgio Napolitano è stato "un grande italiano" che per decenni ha contribuito alla vita politica, membro di quella generazione che "nell'immediato secondo dopoguerra costruì un Paese nuovo e migliore dalle ceneri lasciate dal fascismo": così la senatrice a vita Liliana Segre ha ricordato l'ex presidente della Repubblica deceduto ieri. "Furono anni e decenni difficili, ma l'Italia della Costituzione rinacque e conquistò il posto che le compete nel consesso internazionale. Certo la vita della Repubblica - ha aggiunto - è stata anche storia di scontri e contrapposizioni, ma sempre da tutte le forze democratiche si seppe mettere al centro il punto di vista pubblico e l'interesse generale". Segre in particolare ha rievocato la partecipazione "nel 2007 del Presidente Napolitano all'inaugurazione del Memoriale della Shoah presso la Stazione centrale di Milano, "ricordo la sua commozione e le sue parole. Ma ricordo anche il suo impegno perché la sinistra italiana guadagnasse un rapporto corretto e obiettivo con lo Stato di Israele, superando una lunga stagione di pregiudizi e incomprensioni'. "Più recentemente ebbi il piacere di uno scambio di idee allorché considerai l'ipotesi che si potesse espungere il termine 'razza' dal testo della nostra Costituzione. Ricordo - ha concluso - il garbo e l'acume con cui mi invitò a riflettere sul senso autentico di quella scelta lessicale dei nostri costituenti; spunti ed argomenti che favorirono una migliore articolazione della mia posizione in merito. Mi unisco quindi all'unanime cordoglio per la perdita del grande statista, mi stringo alla moglie Clio e a tutta la sua famiglia".

Occhetto: "Divisi su Berlinguer, che errore Monti"

"Lo ricordo con commozione e affetto, se ne va un compagno di tante battaglie, un politico di prim'ordine, uno dei più significativi esponenti della Prima Repubblica", dice a Repubblica l'ex segretario del Pds Achille Occhetto ricordando Napolitano. Parlando delle divergenze ai tempi del Pci, "al momento della scelta tra Napolitano e Berlinguer come segretario dopo Longo, io scelsi Berlinguer. Poi fu Napolitano, anni dopo, a esprimere contrarietà alla mia elezione a leader. Non condividevo le sue critiche alla questione morale sollevata da Berlinguer". Poi "davanti alla bancarotta di Berlusconi lavorò alla tela del governo tecnico di Mario Monti, da cui però è nata la grande crisi della sinistra. Se si fosse votato subito dopo le dimissioni di Berlusconi ci sarebbe stato un successo della sinistra". Ma "mai le nostre divergenze sono sfociate in astio personale". Parlando dei meriti, Occhetto mette in risalto "la sua funzione di convinto europeista. La sua collaborazione nel corso delle mie iniziative da segretario verso i socialisti europei per ottenere l'ingresso nella famiglia". Napolitano, ricorda Occhetto, "si è battuto per ricostruire una storia comune della sinistra che sanasse la scissione di Livorno. Prima che io proponessi la svolta della Bolognina si era aperto un colloquio tra la corrente di Napolitano e i socialisti - dice ancora Occhetto - Quando proposi di superare il Pci, Craxi si irritò molto. Anche Napolitano fu all'inizio molto freddo. Non amava gli eccessi del craxismo, ma per un certo periodo pensò che ci fossero più aspetti di modernità nella politica di Craxi che non in quella di Berlinguer. Ciò non toglie che Berlinguer affidò proprio a lui e me il compito di scrivere il programma di medio termine del Pci. All'epoca la politica sapeva ancora valorizzare la collaborazione tra diversi".

Schifani: "Scompare uno stratega della politica italiana"

"Con Giorgio Napolitano scompare uno stratega della politica, testimone di alcuni tra i più importanti avvenimenti della storia del nostro Paese dal dopoguerra in poi. Dotato di forte intelligenza e di grande abilità, sarà ricordato come uno dei principali protagonisti della vita politica italiana. Esprimo il mio cordoglio e quello di tutto il governo regionale alla famiglia". Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Monti: "Napolitano mi chiamò, e non mi sarei mai sottratto"

La chiamata di Napolitano a Palazzo Chigi "non mi sorprese. Non pensai neanche per un attimo di sottrarmi, come mi era successo altre volte", racconta al Corriere della Sera l'ex presidente del Consiglio Mario Monti. "Ero a Berlino. Alla sera venni raggiunto da una telefonata di Napolitano, che mi comunicò di aver appena firmato il decreto con cui mi nominava senatore a vita. Aggiunse: 'Però terrei a vederti domani al Quirinale'. Allora capii che la cosa si faceva davvero". "Negli anni - dice ancora - ci siamo confrontati spesso. Nel 2010 e nel 2011, quando lo andavo a trovare al Quirinale, pur con grande rispetto verso il governo in carica, mi esprimeva le sue preoccupazioni per la situazione". Non parlò di governi tecnici, allora, "ma dentro di me pensavo allora e penso oggi che qualsiasi capo di Stato si trovasse e si trovi in circostanze come quelle di allora sarebbe un irresponsabile, se non riflettesse a diverse soluzioni possibili". C'è chi parlò di golpe, gli viene detto: "Stride con la realtà dei fatti. Il passaggio con Berlusconi avvenne con particolare cordialità. In seguito il Pdl votò tutte le misure concordate dal mio governo e nel 2013 Berlusconi fu fra coloro che andarono da Napolitano per chiedergli di rendersi disponibile alla rielezione. Berlusconi l'anno prima mi aveva chiesto se ero disposto a guidare il centrodestra alle elezioni". A Palazzo Chigi, avendo Napolitano al Quirinale, "io mi sentivo benissimo, perché lui era stato il tessitore di un consenso parlamentare che fece sì che io potessi governare con la maggioranza più ampia che ci sia mai stata. Napolitano fu di forte incoraggiamento psicologico per me e l'intero governo".

Zaia: "Napolitano per me fu il presidente dell'autonomia"

"Per me Napolitano è stato il presidente dell'autonomia. Un giorno gli chiesero cosa pensasse delle autonomie, lui spiazzò tutti rispondendo con una frase che io cito spesso tuttora: l'autonomia è una vera assunzione di responsabilità. È con lui che sono partito con la battaglia per l'autonomia", ha detto a La  Stampa il presidente del Veneto Luca Zaia. Zaia parla di "rispetto delle reciprocità. Napolitano una volta salito al Quirinale ha smesso la casacca di partito e indossato esclusivamente quella istituzionale. Alla Lega certo non dava fastidio e non ha mai avuto problemi a parlarci. Avevamo un rapporto di stima e cordialità, con noi è sempre stato corretto. Io feci parte di quella pattuglia, insieme a Errani e Maroni, che salì al Quirinale per chiedergli di rimanere ancora. Cosa disse? Le parole esatte non le ricordo, ma posso dire che era un uomo molto più ironico e spiritoso di quanto apparisse. Visto da vicino era un uomo simpatico, con uno humor molto british". "Napolitano - rivela infine Zaia - aveva un rapporto speciale col Veneto. Qui era di casa. Lo sanno in pochi ma aveva studiato al liceo Tito Livio di Padova e quando poteva faceva un salto da noi, l'ho incontrato molto di più da presidente della Regione che da ministro e gli volevo bene".

Addio Napolitano, da Mattarella a Meloni: il cordoglio di politica e istituzioni

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Giorgio Napolitano, il presidente dei due mandati

Comunista, migliorista, diessino. Ed europeista. Una vita a sinistra, la sinistra socialista e democratica. Giorgio Napolitano ha sempre guardato al riformismo anche negli anni in cui più forte è stata la contrapposizione sociale e civile in un'Italia politica divisa tra Dc e Pci, divisa da quella cortina di ferro che, seppur solo idealmente, attraversava il nostro Paese. Una lunga carriera politica e istituzionale la sua. Primo ex comunista a essere eletto Presidente della Repubblica italiana. L'editoriale di Piefrancesco Ferrara

Morte Napolitano, le prime pagine dei quotidiani del 23 settembre

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