Appennino Emilia Romagna, gessi e grotte dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco
CronacaLe particolari formazioni rocciose lungo il Secchia, risalenti a oltre 200 milioni di anni fa, hanno ricevuto la più alta delle conferme a livello mondiale per la loro bellezza paesaggistica. La candidatura a patrimonio mondiale dell'umanità riguarda una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche
I gessi dell’Emilia Romagna sono patrimonio dell’Unesco. All’indomani del terremoto al confine con la Toscana, arriva il sì da Riad, in Arabia Saudita, dove si è tenuta la 45esima sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco. Per l’Italia è il quinto habitat di tipo naturale riconosciuto.
I gessi sottovalutati per decenni e solo ora riscoperti
I gessi della Valle del Secchia tra Villa Minozzo, Castelnovo Monti e Ventasso e quelli di Albinea, Vezzano sul Crostolo e Scandiano sono due dei sette siti che costituiscono il "Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell'Appennino Settentrionale" tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna. Queste rocce si sono formate in seguito all'evaporazione delle acque marine. "Una cosa straordinaria” dichiara Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano presente a Riyad. "I nostri gessi, sottovalutati per decenni e solo recentemente riscoperti, entrano dalla porta principale nel gruppo dei più importanti beni naturali del mondo” conclude il presidente.
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La candidatura
La candidatura a patrimonio mondiale dell'umanità fa riferimento a testimonianze straordinarie dei principali periodi dell'evoluzione della Terra, riguarda una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche, particolarmente significativa per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea avvenuta circa 200 milioni di anni e della crisi del messiniano nel Mediterraneo di circa 5 milioni di anni fa con la chiusura dello stretto di Gibilterra.
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I gessi triassici
I gessi triassici dell'appennino tosco emiliano, lungo il Secchia sono i più antichi dell'Appennino, risalenti a oltre 200 milioni di anni fa. L'origine dei gessi è dovuta alla precipitazione e accumulo di sali presso ambienti di laguna marina in seguito a prolungate fasi di fortissime evaporazioni in periodi caldi, da cui il nome di evaporiti. Queste evaporati, rarissime sul territorio italiano, presentano bellissime formazioni di cristalli, ed inglobano diversi tipi di rocce, tra i quali calcari e dolomie scure.
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Le conche e le grotte
I gessi creano un paesaggio molto suggestivo, con fenomeni carsici sotterranei e superficiali, come gli inghiottitoi, le conche chiuse e le grotte. Nella Valle del Secchia, una delle più importanti cavità carsiche è il Tanone Grande della Gacciolina. La particolare natura geologica del substrato e l'evoluzione morfologica del paesaggio hanno dato origine ad un grande numero di habitat che ha determinato la conservazione di un alto numero di specie animali e vegetali, rendendo questa area dell'Appennino reggiano unica al mondo.