Il 17enne avrebbe raccontato al giudice di non essersi reso conto della gravità dell'accaduto, tanto da allontanarsi dal luogo dell'omicidio per andare a giocare a carte
Emergono nuovi particolari su quanto accaduto lo scorso giovedì a Napoli, dove il 24enne Giovanbattista Cutolo ha perso la vita ucciso da un 17enne al culmine di una lite per un parcheggio. Secondo quanto raccontato al giudice per le indagini preliminari infatti, il giovane non si sarebbe reso conto della gravità di quanto acccaduto, tanto che si è allontanato dal luogo della tragedia per andare a giocare a carte. Il padre al suo ritorno gli avrebbe detto che in piazza Municipio, durante una rissa, era scappato il morto.
Le indagini
Il magistrato ha accolto la richiesta del pubblico Francesco Regine che, al termine dell'udienza di convalida del fermo, ha chiesto la detenzione in carcere per il giovane, accusato di omicidio volontario aggravato e detenzione, porto abusivo e ricettazione dell'arma che aveva nella cintola dei pantaloni. Il fatto che il 17enne non si fosse reso conto di avere provocato una morte, così come ha anche riferito a inquirenti e giudice non alleggerisce, secondo quanto trapela da fonti vicine agli inquirenti, la gravità dell'accaduto: chi spara ad altezza d'uomo tre colpi di pistola non può non mettere in conto di poter uccidere. Si alleggerisce, invece, la posizione degli altri indagati, maggiorenni, che sembrerebbero essere coinvolti solo nella rissa che ha preceduto l'omicidio.