L'uomo ha raccontato di essere solito chiamare la guardia medica, senza alcun bisogno, per eludere gli arresti domiciliari e il magistrato di sorveglianza dispone per lui l'accompagnamento in carcere. E' accaduto a Perugia
Ubriaco confessa alla polizia di essere solito chiamare la guardia medica, senza alcun bisogno, per eludere gli arresti domiciliari e il magistrato di sorveglianza dispone per lui l'accompagnamento in carcere. E' accaduto a Perugia. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l'uomo, un italiano di 50 anni, aveva chiamato il numero unico di emergenza per via di un diverbio con alcune persone che si trovavano vicino alla sua abitazione. All'arrivo degli agenti, il 50enne, visibilmente ubriaco, è stato trovato fuori dal proprio domicilio, in violazione delle prescrizioni disposte dal magistrato di sorveglianza di Perugia. Alla presenza dei poliziotti ha poi chiamato nuovamente il numero di emergenza, dichiarando di doversi recare dalla guardia medica, per poi confidare agli agenti di utilizzare questo stratagemma per eludere le disposizioni del giudice. Il fatto è stato segnalato dalla polizia all'ufficio di sorveglianza di Perugia il cui magistrato ha disposto nei confronti del 50enne l'immediata sospensione dei domiciliari e l'accompagnamento in carcere. Gli agenti della squadra volante della questura di Perugia hanno quindi raggiunto l'uomo presso la sua abitazione e, dopo avergli notificato il provvedimento, lo hanno accompagnato presso la casa circondariale di Capanne.