L'esame è stato disposto per accertare le condizioni fisiche e le cause che hanno determinato il decesso del giornalista. I parenti di Purgatori sospettano che ci sia stato un errore nella diagnosi della sua malattia e di conseguenza anche nelle cure
Mercoledì verrà effettuata l'autopsia, mentre martedì la tac, sul corpo del giornalista Andrea Purgatori, scomparso a Roma lo scorso 19 luglio, con lo scopo di accertare le condizioni fisiche e le cause che hanno determinato la morte. Oggi la Procura ha proceduto all'affidamento dell'esame autoptico che, se sarà necessario, sarà seguito da una seconda consulenza tecnica: non si esclude infatti la necessità di ulteriori approfondimenti per verificare la correttezza della diagnosi sulla base degli accertamenti effettuati in particolare nella clinica Pio XI. L'incarico per svolgere l'esame è stato affidato all'istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata, tra i quesiti degli accertamenti la verifica della presenza di metastasi, dove e a che stadio, e possibili tracce di un'ischemia e il suo livello di gravità. Inoltre si verificherà l'esatta causa della morte allo stato attribuita ad una pericardite settica.
L'inchiesta sulla morte di Purgatori
Nei giorni scorsi due persone della struttura diagnostica in cui era stato curato Purgatori sono state iscritte nel registro degli indagati dopo la denuncia dei suoi familiari, con l'accusa di omicidio colposo. Purgatori era affetto da un tumore ai polmoni, a cui si erano aggiunti alcuni problemi cerebrali. I parenti del giornalista sospettano che ci sia stato qualche errore nella diagnosi della sua malattia e di conseguenza anche nelle cure. In particolare si cerca di capire se il giornalista avesse o meno delle metastasi al cervello, come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie nella prima clinica che lo ha seguito. Nel corso dei successivi accertamenti medici avvenuti in un'altra struttura romana non sarebbero però emerse metastasi: i medici avevano parlato di un’ischemia.
L'avvocato dei medici indagati: "Hanno operato correttamente"
"Rispettiamo il dolore della famiglia e ci sottraiamo dal processo mediatico. Speriamo che il clamore si attenui e siamo sicuri che gli accertamenti tecnici dimostreranno la correttezza dell'operato del professor Gianfranco Gualdi e del dott Claudio di Biasi". Ha affermato l'avvocato Fabio Lattanzi, difensore dei due medici indagati nel procedimento per la morte del giornalista.