La Procura della Capitale ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di due persone che lavorano in una delle cliniche dove era stato curato il giornalista. La denuncia è partita dalla famiglia: si chiede di verificare la correttezza delle cure ricevute. Oltre a un tumore ai polmoni, Purgatori aveva sviluppato problematiche cerebrali. Si vuole chiarire se avesse o meno delle metastasi al cervello
Due persone di una struttura diagnostica in cui era stato curato il giornalista Andrea Purgatori, scomparso a Roma lo scorso 19 luglio “dopo una breve fulminante malattia”, sono state iscritte nel registro degli indagati. Tutto è partito dalla denuncia dei suoi familiari, presentata alla Procura della Capitale: il capo di accusa è quello di omicidio colposo. Purgatori era affetto da un tumore ai polmoni, a cui si erano aggiunti alcuni problemi cerebrali. Proprio su quest’ultima patologia si sta concentrando il lavoro degli investigatori. I parenti del giornalista sospettano che ci sia stato qualche errore nella diagnosi della sua malattia e di conseguenza anche nelle cure. Qualche indizio potrebbe arrivare dai risultati dell’autopsia, che gli inquirenti potrebbero affidare per la prossima settimana. Intanto, i Carabinieri del Nas stanno acquisendo le cartelle cliniche in tutte le cliniche – private e pubbliche – dove Purgatori è stato in cura.
La famiglia chiede chiarimenti sulla cura prescritta
Si cerca di capire se Purgatori avesse o meno delle metastasi al cervello, come sembrerebbe essere emerso dalle radiografie nella prima clinica che ha seguito il giornalista. Nel corso dei successivi accertamenti medici avvenuti in un'altra struttura romana non sarebbero però emerse metastasi: i medici avevano parlato piuttosto di un’ischemia. Per questo, in una nota della famiglia di Purgatori - rappresentata dall'avvocato Gianfilippo Cau e difesa nel procedimento dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri – chiedono che si faccia chiarezza sulla “cura prescritta”, riferendosi alla radioterapia al cervello a cui era stato sottoposto il giornalista.
Cosa può succedere
L’autopsia molto probabilmente, sarà effettuata nella giornata di lunedì. Se l'esame confermerà la presenza di metastasi l’indagine potrebbe andare verso un'archiviazione, ma in caso contrario si aprirà una battaglia tra medici legali, consulenti e periti di settore. Gli accertamenti non saranno rapidi e ci vorrà del tempo. Intanto i magistrati ascolteranno tutte le persone coinvolte: i medici che, dal 24 aprile al 19 luglio, hanno seguito Andrea Purgatori. Al momento i legali della famiglia del giornalista preferiscono non aggiungere altro al comunicato di ieri nel quale si richiedeva alla Procura di accertare "la correttezza della diagnosi refertata in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie".