Si è parlato anche di violenza sulle donne all'evento di Sky TG24 in diretta da Milano. Ospiti la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, la deputata del Pd Lia Quartapelle e la deputata del M5S Stefania Ascari. "Bisogna agire in fretta quando si segnalano reati di violenza", ha detto Roccella, che ha annunciato un ciclo di incontri nelle scuole insieme alle vittime sensibilizzare sul tema
Si è parlato anche di femminicidi all'evento di Sky TG24 in diretta da Palazzo Reale a Milano. Ospiti la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, la deputata del Pd Lia Quartapelle e la deputata del M5S Stefania Ascari. Sono già 19 le donne uccise nel 2023: per impedire che risucceda, il governo ha da poco approvato un disegno di legge - all'indomani dell'omicidio di Giulia Tramontano - con nuove misure contro la violenza sulle donne. "Dobbiamo spezzare il ciclo della violenza e quindi pensare ad azioni preventive, non repressive", ha detto Roccella, che ricorda come l'anno scorso le vittime fossero 104. Ma non solo: una via per combattere la violenza contro le donne passa anche per la sensibilizzazione. La ministra ha quindi spiegato che il governo sta organizzando, per il prossimo autunno, un ciclo di incontri nelle scuole, con vittime di violenza, in modo da facilitare questo percorso. C'è poi bisogno di "mettere in sicurezza" le donne che denunciano. A tal fine, ha rimarcato Roccella, sono stati aumentati di un terzo i fondi per i centri anti-violenza ed è stato rifinanziato il reddito di libertà, l'aiuto economico pensato per le donne che non hanno i mezzi per allontanarsi da una casa violenta (IL PALINSESTO - TUTTI I VIDEO).
I reati spia e le misure previste dal governo
Il ddl governativo ha inserito, tra le altre novità, “il braccialetto elettronico di default” e rafforzato “l’ammonimento”. Si tratta, ha spiegato, “della prima misura che si prende, di competenza del questore, sulla base dei cosiddetti reati spia, cioè quelli con cui comincia il ciclo della violenza. Può essere il tentativo di violare il domicilio della donna, può essere il danneggiamento della macchina, possono essere le percosse o il revenge porn”. E quindi, quando si verificano questi reati, comincia il percorso di misure sempre più incisive pensato dal governo: dopo l’ammonimento, scatta il braccialetto elettronico, poi l’obbligo di distanza, con soglia a 500 metri.
"Le misure cautelari devono essere prese subito"
I reati di violenza contro le donne, ha aggiunto la ministra, “sono molto particolari, perché una donna denuncia ma poi deve tornare a casa da chi ha denunciato. Le misure cautelari devono essere prese subito". Per questo, il governo "ha fissato a 30 giorni il massimo entro cui la Procura deve decidere se prendere le misure e altri 30 giorni quello entro cui il giudice deve metterle in atto”. Il fattore temporale è fondamentale, sottolinea Roccella, "perché le leggi che ci sono sono buone", a partire dal Codice rosso: il problema sta soprattutto nella loro applicazione.
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"Più fondi per le adozioni"
Sul fronte delle adozioni internazionali, Roccella ha sottolineato come l’esecutivo abbia “aumentato i fondi”, oltre ad aver stretto accordi con Paesi come la Cambogia e l'India per permettere di facilitare le procedure burocratiche e aprire nuove possibilità per le coppie che chiedono di adottare. Il problema delle tempistiche, ha detto la ministra, è invece fuori dalle mani del governo, perché "la lunghezza dei tempi ed anche l'aggravio dei costi è dovuto alle Nazioni con cui abbiamo questi rapporti per l'adozione". Roccella ha sottolineato come, nei confronti delle adozioni internazionali, ci sia "la chiusura di molti Paesi che una volta aprivano con più facilità aprivano le porte a questo strumento. Noi abbiamo aumentato i fondi per i rimborsi che affrontano questo percorso. Abbiamo i rimborsi più alti d'Europa e li abbiamo ulteriormente aumentati, anche perché l'Italia è uno dei pochi Paesi che ha mantenuto lo stesso numero di adozioni, più o meno".
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"Le donne non vengono credute"
Si è discusso di violenza sulle donne anche con le deputate Ascari e Quartapelle. Uno dei problemi del sistema, ha detto Ascari, è che spesso le donne che denunciano episodi di violenza – che sono già solamente il 15% di quelle che li subiscono - “non vengono credute”. Anzi: "Vengono tacciare di essere cattive madri, cattive mogli. Vengono accusate di sindrome come la PAS, la sindrome da alienazione parientale, che è anche ascientifica. Questo crea un cortocircuito, c'è un problema alla base della formazione di chi riceve la denuncia. Tutti gli operatori devono consocere tutte le sfaccettature della violenza e devono essere in grado anche di saper leggere il silenzio". La deputata Pd Lia Quartapelle chiede che “si faccia molto di più” perché la questione diventi “sociale”: se in Italia negli ultimi anni sono diminuiti gli omicidi in generale, “i femminicidi sono addirittura aumentati”.
"Bisogna parlare di violenza nelle scuole"
Come si insegna alle bambine a riconoscere la violenza? "Va fatta una grande campagna che aiuti tutti a capire che cosa è il consenso e che aiuti a fare educazione su affettività e sessualità. Tutte queste cose sono collegate", ha detto Quartapelle. Parlando del progetto con gli studenti annunciato da Roccella, ha aggiunto che "nelle scuole non si deve aver paura a parlare di nulla". Per Ascari, bisogna capire che la violenza sulle donne è anche e soprattutto un problema che “ancora oggi si nutre di patriarcato sociale, maschilismo, sessismo, disuguaglianze di genere, stereotipi, pregiudizi, incapacità di amare”. Senza capirlo, “non fermeremo questo circuito e saremo sempre una di meno”. Fondamentale, concorda, è introdurre nelle scuole “l’educazione affettiva e sessuale”.