A indagini concluse la Procura potrà contestare nella richiesta di immediato l'aggravante della premeditazione. Al contrario di quanto sostenuto dal gip, secondo gli inquirenti l'uomo avrebbe pianificato di uccidere la compagna. A farlo ipotizzare sono alcune ricerche su Internet, come "veleno per topi all'uomo". Il gestore di un bar rivela che, due giorni dopo l’omicidio, l’uomo sarebbe andato con la madre a informarsi sulla presenza di telecamere. Oggi in Cdm nuove norme contro la violenza sulle donne
Per Alessandro Impagnatiello, il 30enne accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, potrebbe essere avanzata una richiesta di processo con rito immediato. Una volta concluse le indagini, nella richiesta di immediato la Procura potrà contestare di nuovo l'aggravante della premeditazione, esclusa nell'ordinanza di custodia. Anche l'aggravante della crudeltà era caduta nella misura cautelare del gip e potrebbe essere riproposta. Intanto continuano le indagini per ricostruire i momenti precedenti alla morte della ragazza. L’uomo, 30 anni, avrebbe pianificato l’omicidio almeno qualche giorno prima di commetterlo. Così la pensano gli inquirenti, contrariamente a quanto aveva detto il gip che qualche giorno fa ha convalidato l’arresto di Impagnatiello e ne ha disposto la custodia cautelare nel carcere di San Vittore. È sulla base di una serie di dettagli emersi negli ultimi giorni, tra cui alcune ricerche fatte dall'uomo su Internet, che i pm non sono del tutto d’accordo. "Ceramica bruciata vasca da bagno" e “veleno per topi all’uomo” digitava pochi minuti prima che la fidanzata, incinta di sette mesi, rientrasse in casa per l’ultima volta. Anche per questo si pensa che non abbia deciso di ucciderla sul momento. Il gestore di un bar che si trova a una decina di metri dal luogo in cui è stato trovato il cadavere di Tramontano ha poi rivelato che, due giorni dopo l’omicidio, Impagnatiello e sua madre, Sabrina Paulis, si sono presentati al suo locale chiedendo informazioni sulla presenza di telecamere all'esterno (LE TAPPE DELLA VICENDA). Oggi, intanto, il Consiglio dei ministri esaminerà la bozza del disegno di legge con nuove norme contro la violenza sulle donne.
Nella casa di Senago un ordine "maniacale"
Ieri, 6 giugno, sono stati effettuati nuovi rilievi nell'appartamento di Senago dove Tramontano è stata uccisa. La casa, è stato riferito, era in ordine ed era stata ripulita: moltissime tracce repertate sono state individuate grazie al luminol. Chi era sul posto, è stato riferito, è rimasto colpito dalla grande attenzione con cui tutto era stato pulito e dall'ordine definito "maniacale". Dagli accertamenti, tra cui le analisi delle impronte delle scarpe nella casa, sono venute a galla alcune contraddizioni sulla dinamica dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere rispetto a quanto confessato dall’uomo. Sono poi stati sequestrati il coltello con cui sarebbe stata uccisa Tramontano, come indicato dallo stesso Impagnatiello, e alcune bottiglie, tra cui il possibile contenitore della benzina con cui Impagnatiello avrebbe tentato di bruciare il corpo della vittima. Il sopralluogo e le attività tecniche puntano anche ad accertare se sia stato aiutato a far sparire il cadavere e a ripulire l'abitazione. Gli inquirenti dubitano che possa aver fatto tutto da solo in queste fasi e si sta guardando in ambienti familiari.
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Trovati bancomat e documenti di Tramontano. Si cerca il cellulare
Sempre ieri sono stati ritrovati il bancomat, la carta di credito e la patente di Tramontano in un tombino nei pressi del capolinea della linea M3 della metropolitana di Milano, alla fermata Comasina. A condurre le forze dell'ordine sul luogo è stato lo stesso Impagnatiello, che aveva detto di aver gettato lì vicino anche il cellulare della vittima, che però non è ancora stato trovato.
Stretta alla violenza sulle donne
Il governo lavora intanto a una nuova stretta contro la violenza sulle donne. Tra le misure contenute nella bozza del disegno di legge che oggi arriva in Consiglio dei ministri c’è ad esempio l’applicazione automatica – salvo diversa indicazione dei giudici - del braccialetto elettronico per chi si trova agli arresti domiciliari. Prevista anche una distanza minima di 500 metri in caso di divieto di avvicinarsi alla vittima. Vengono poi fissati termini stringenti, 30 giorni, sia per le richieste di misure cautelari dei pm sia per la loro applicazione da parte dei Gip, oltre all'introduzione di criteri di assegnazione dei procedimenti in modo da favorire una specializzazione dei magistrati, con l'inserimento dei reati di specie nell'elenco di quelli considerati prioritari per i processi.