Studenti in tenda contro il caro affitti, ecco perché protestano e cosa chiedono. VIDEO
CronacaSono sempre di più, hanno tende, libri e pochi effetti personali. Sono gli studenti e le studentesse accampati davanti agli atenei di diverse città d’Italia. Molti di loro sono fuorisede che non riescono a permettersi una stanza in affitto nei pressi della loro università
Tutto è iniziato da Ilaria Lamera, studentessa di ingegneria ambientale, che il 2 maggio 2023 si è accampata davanti al Politecnico di Milano per denunciare "una situazione di caro affitti diventata insostenibile a Milano a cui abbiamo deciso di dire basta”. Accogliendo la sua protesta, gli studenti in tenda sono arrivati anche in altre città d’Italia.
"Abbiamo visto Ilaria che smontava la sua tenda domenica sera e allora abbiamo detto subito dai rispondiamo all’appello e spieghiamo che anche a Roma la situazione non è tanto meglio rispetto a Milano. Un affitto a Roma, una casa dignitosa nelle vicinanze, ma non troppo, della Sapienza sta sui 500 euro" racconta Leone Piva, studente al secondo anno di Fisica all'università La Sapienza di Roma, tra coloro che l'8 maggio hanno piazzato diverse tende nel mezzo della città universitaria.
La situazione affitti in Italia
Secondo i dati riportati da immobiliare.it, in cima alla classifica delle città più costose troviamo Milano. Qui in media, una stanza costa 620 euro al mese, segue Roma con 465 euro e poi Padova e Firenze, dove per affittare una singola servono poco più di 450 euro. Rispetto allo scorso anno, tra i fattori che hanno portato all’aumento dei prezzi degli affitti sono aumentati di circa l’11 percento.
Prendendo uno studio recente, possiamo vedere come il canone mediano dell’affitto a gennaio 2022 a Milano si aggirasse intorno ai 650 euro per poi passare a 722 euro a gennaio 2023.
Secondo Carlo Giordano di Immobiliare.it, tra i fattori che hanno portato all’aumento dei prezzi c’è una crescita del numero di studenti fuori sede, a cui si sono aggiunti nel tempo i giovani lavoratori che, non riuscendo a sostenere da soli i costi, hanno deciso di tornare a cercare appartamenti condivisi. "Non è una manifestazione soltanto degli studenti, dentro a questo grande calderone ci siamo tutti" dice Yuri, fotografo che si è unito alla protesta degli studenti milanesi. "Ho provato a prendere casa a Milano ma le soluzioni che stavo trovando erano indescrivibili. Ho visto monolocali di 14 mq a 700 euro, stanze condivise in situazioni davvero orrende alla stessa cifra…"
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Le richieste degli studenti in tenda
"Il diritto alla casa è diritto allo studio, mancano le case, è molto semplice la battaglia. Servirebbe incrementare i posti letto nelle residenze pubbliche universitarie, ma anche intervenire col pubblico sul mercato immobiliare, calmierare i prezzi, mettere un tetto agli affitti" afferma Leone.
Partiamo dagli alloggi universitari. Sono residenze gestite dalle singole Regioni che vengono assegnate sulla base dei crediti formativi universitari e della situazione economica.
Nel 2022, i giovani che studiavano al di fuori del loro comune o provincia di residenza erano oltre 660mila. Nello stesso anno, i posti a disposizione negli alloggi universitarie sono poco più di 40.000. Per intervenire, l’Unione europea ha destinato 960 milioni di euro del Pnrr per la creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 30 giugno 2026. Una prima parte dei soldi è già stata spesa portando alla realizzazione di 8.581 posti letto. Ne restano a disposizione 660 milioni per raggiungere l’obiettivo del Pnrr.
Passando alla possibilità di un tetto massimo dei prezzi. Se questo potrebbe avere un effetto positivo su chi paga gli affitti nel breve periodo, nel tempo si potrebbe assistere a un effetto boomerang in cui i proprietari delle case riconvertono gli spazi per andare verso usi più redditizi come l’affitto di uffici, portando a diminuire ancora l’offerta di stanze e a un conseguente aumento dei canoni.