“Bugie su Wojtyla, vergogna”: giallo su una lettera recapitata a Pietro Orlandi

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"Ciao Pietro, sei un bugiardo e lo sai! Quelle vergognose allusioni nei confronti di papa Wojtyla non te le ha riferite nessuno, te le sei inventate te, ma ti sei screditato da solo". Questa una delle accuse lanciate nella missiva inviata al fratello di Emanuela e pubblicata dallo stesso Orlandi su Facebook

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Una lettera “nella cassetta della posta di mia madre in Vaticano, lasciata a mano in una busta". Inizia così il post pubblicato su Facebook, nelle scorse ore, da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, figlia di un dipendente del Vaticano scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma. La missiva arriva dopo il recente botta e risposta tra i media della Santa Sede, lo stesso Orlandi e la sua legale Laura Sgrò circa le accuse rivolte a Papa Wojtyla, secondo cui sarebbero circolate “voci sulle presunte abitudini” del Pontefice (“la sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case”).

La lettera recapitata alla famiglia

"Ciao Pietro, sei un bugiardo e lo sai! Quelle vergognose allusioni nei confronti di papa Wojtyla non te le ha riferite nessuno, te le sei inventate te, ma ti sei screditato da solo", si legge nella missiva, resa pubblica da Orlandi. E ancora: "Ho sempre supportato la tua famiglia, ma seguire piste suggerite da mitomani e persone notoriamente inaffidabili ha complicato le cose. Il Vaticano è stato anche troppo paziente. Adesso ti ha concesso una nuova inchiesta, ma su quali basi si svolgerà? Con i soliti documenti falsi e sulla pista dei cardinali pedofili che di notte vanno a cercare le ragazzine assieme al Papa? Ti dovresti solo vergognare. Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie", conclude la lettera.

Il commento di Pietro Orlandi

"La stupidità di chi l’ha lasciata e presumo scritta è che voleva far credere che fosse stata spedita da altra città, quindi fuori dal Vaticano, perché si è anche preoccupato di mettere un francobollo ma non c’è nessun timbro, quindi … Peccato, lascia solo il nome Luciano Dei (sembra, ma probabilmente falso) e nessun contatto”, ha scritto il fratello di Emanuela. “Questa è la conseguenza di chi ha voluto giocare a fare il giornalista. Mi si può offendere come vogliono, non mi interessa, ma leggere 'il Vaticano è stato anche troppo paziente…' oppure 'dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie'………. beh".

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