Agrigento, i nuovi progetti tra Valle dei Templi e Giardino Botanico

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Nuovi poli di attrazione in vista del 2025, anno in cui la città sarà la capitale della cultura. In collaborazione con l'Archeoclub d'Italia al via un progetto di inclusione e recupero sociale all’ombra del Tempio della Concordia, la creazione di un teatro all’interno del Giardino botanico e l'apertura al pubblico degli antichi ipogei

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Un percorso che ha il suo naturale punto di partenza nel  parco archeologico della valle dei templi nato nel 2019 per tutelare  i monumenti meglio conservati dall’archeologia greca, in un territorio che ha una datazione di circa 2600 anni, si estende per 1300 ettari. e comprende oltre alla valle dei templi  altri 40 siti archeologici nella provincia da Sambuca a Licata, da Eraclea Minola a Sciacca fino alla spiaggia in cui sorge la Scala dei Turchi.

Il parco archeologico che tutela monumenti e biodiversità

Obiettivo del Parco anche tutelare la straordinaria biodiversità, in questi terreni tolti all’abusivismo con il progetto Diodoros sono stati impiantati uliveti, mandorleti, vigneti  e la raccolta dei prodotti della terra, dal miele ai pistacchi, affidata a ragazzi disagiati. Un percorso di rinascita avviato con la collaborazione dell’archeoclub d’Italia che ha illustrato i nuovi progetti in una sorta di passeggiata geo – archeologica in questi luoghi ricchi di bellezze naturalistiche e storiche, con la presenza del Direttivo della associazione e dei sindaci dei comuni del territorio. 

 

“Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, va verso il superamento del milione di turisti per il 2023" dice Roberto Sciarratta Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Queste sono le previsioni. Il progetto Diodoros è un progetto importante di recupero del paesaggio. Partendo da un esproprio generalizzato degli anni 80, in associazione con i privati, abbiamo recuperato almeno 500 ettari di terreno e li abbiamo riconvertiti per avere prodotti che dopo il recupero del paesaggio fossero anche prodotti di qualità, coinvolgendo cooperative che si occupano di diasgio sociale e includendo persone che devono scontare la detenzione con pene alternative.

Il giardino botanico e il teatro che risorgerà

IL direttivo dell'Archeoclub d'Italia ha presentato i nuovi progetti in una passeggiata archeologica che, con i sindaci del territorio, dopo la Valle dei Templi,  ha fatto tappa  anche al Giardino Botanico. Qui tra le 300mila specie di piante mediterranee arrampicate su uno costone roccioso tra grotte ed ipogei antichi, dove il mito si fonde con la storia,  tornerà a sorgere un Teatro.  “ Si stanno recuperando gli ipogei all'interno del Giardino Botanico dice Angela Roberto, Presidente Archeoclub D’Italia Agrigento. "Sono siti costruiti a partire dal 480 a.C. che in alcuni casi saranno itinerari escursionistici per Agrigento 2025. Grazie alla Convenzione con il Libero Consorzio di Agrigento e a una grande intuizione di Giovanni Alletto, già Direttore del Giardino Botanico – si porteranno avanti iniziative sociali, didattiche e culturali per fare fruire al meglio questo luogo straordinario che oltre ad avere un interesse unico a livello naturalistico, vegetale, floristico, ha anche un grande interesse archeologico. Nascerà un giardino – teatro, un progetto unico che porterà eventi al fine di attrarre e attirare i turisti. Il patrimonio prettamente geologico del Giardino Botanico di Agrigento è unico al Mondo, poi ci sono gli ipogei che fanno parte  di Agrigento sotterranea. Ipogei che risalgono al 480 a.C. , quando subito dopo la battaglia di Himera furono portati gli schiavi in gran parte mercenari cartaginesi e furono fatti questi ipogei che convogliavano le acque fino alla Fontana di Bonamorone. Archeoclub D’Italia ha due Guide Naturalistiche certificate, riconosciute. Queste guide accompagneranno i turisti in escursione, dando loro l’opportunità di conoscere il patrimonio del Giardino Botanico di Agrigento”.

300mila piante diverse, la ricchezza del Giardino

“Il Giardino Botanico si estende in 7 ettari. Una struttura davvero importante che può essere utilizzata dal punto di vista botanico – ha affermato Giovanni Alletto, già Direttore del Giardino Botanico di Agrigento -  avendo ben 300.000 piante, dal punto di vista ludico, dal punto di vista archeologico. C’è ad esempio anche l’interessante area coltivata con agrumi e mi preme sottolineare che all’interno del Giardino Botanico di Agrigento viene praticata un’agricoltura biologica, dunque senza fitofarmaci. Siamo dinanzi ad una grande sfida per la città ma direi per la Sicilia!”.  

Agrigento capitale della cultura, una occasione per valorizzare il patrimonio

“Da Agrigento lanciamo un appello chiaro: si riporti in Italia il patrimonio culturale, archeologico e non archeologico, italiano, che si trova nei musei sparsi per il mondo. Stiamo vivendo un periodo di grande fermento per la cultura ma soprattutto per il patrimonio archeologico e per l’archeologia Italiana. In queste ore arrivano grandi notizie, ad esempio da Paestum – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia -  dalla Campania dove sono stati portati alla luce centinaia di ex voto. Questa è la strada giusta ma anche Agrigento Capitale della Cultura 2025 deve rappresentare il grande slancio e non solo per la Sicilia. In giro per il mondo ci sono statue, reperti, testimonianze archeologiche e culturali che in realtà sono parte della storia legata al nostro patrimonio culturale ma non sono in Italia. Ad esempio gli argenti di Paternò sono a Berlino e l’epigrafe della Iulia Florentina, scoperta nel 1730 a Catania, si trova al Louvre di Parigi.  Agrigento Capitale della Cultura 2025 è una grande opportunità di slancio. Ritornino in Italia ed in questo caso, in Sicilia  i beni archeologici culturali che sono parte del patrimonio italiano ma che invece sono in musei sparsi per il  Mondo. Penso ad esempio agli argenti di Paternò che sono a Berlino o ancora all’Epigrafe della Iulia Florentina che è al Louvre di Parigi”.

 

“E’ una sfida di civiltà. Progresso significa fare cose nuove – ha affermato Raffaele Sanzo, Commissario Straordinario del Consorzio del Libero Consorzio Comunale di Agrigento -  andare avanti e civiltà significa saperle mantenere, saperle curare, sapere offrirle e condividere con tutti gli altri. Questa è la sfida”.

Trasformare i valori culturali in crescita economica

“Agrigento è stata proclamata Capitale della Cultura Italiana 2025. Ora noi dobbiamo essere così bravi nel trasformare la cultura – ha affermato Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento -  i valori culturali che noi abbiamo, in economia, in turismo. Agrigento è una città d’arte che ha la Valle dei Templi. Agrigento ha un centro storico che è meraviglioso, ha la Cattedrale, ha la biblioteca lucchesiana, ha Santa Maria di Grecia. Stiamo realizzando il Museo Multimediale dove si spiegherà ai turisti non solo la storia millenaria, anche come visitare la città e poi raggiungere la Valle dei Templi”.

 

“Verranno messe in campo tutte le azioni, unitamente agli altri Comuni,  utili alla valorizzazione, fruizione e tutela dei siti di attenzione e d'interesse, come la Scala dei Turchi, al fine di promuovere il territorio Agrigentino – ha dichiarato Santina Lattuca, sindaco di Realmonte -  culla di tradizioni storiche e culturali, dove la bellezza è al centro di tutto.

Sicilia terra di bellezza ma anche di accoglienza

“Il 2025 rappresenta un traguardo ma anche un momento di rilancio per un’intera provincia. Questa provincia, quella agrigentina – ha affermato Calogero Martello sindaco di Porto Empedocle - è un lembo di terra affacciato alla cultura mediterranea che rappresenta un ponte tra il Mediterraneo e il Nord Europa.  Lampedusa, ad esempio è la porta d’ingresso in Europa ed il messaggio che vorremmo promuovere è anche quello dell’accoglienza. La Sicilia è stata sempre terra dell’accoglienza”.

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