Live In Napoli, Carlone (Guardia Costiera) sulla tragedia di Cutro: "Fatto il possibile"

Cronaca

Il comandante generale della Guardia Costiera, intervistato a Live In Napoli sulla tragedia del mare a largo delle coste calabresi, ritiene che sia stato fatto tutto il possibile nella notte del naufragio di Cutro, tra il 25 e il 26 febbraio. E aggiunge che i soccorsi in mare non dipendono dalle scelte politiche

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A Cutro è stato fatto tutto il possibile per soccorrere i migranti. Ne è certo l'ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera, intervistato a Live In Napoli sulla tragedia del mare a largo delle coste calabresi e in generale sulle dinamiche dei soccorsi. Nel naufragio dell'imbarcazione, avvenuto tra il 25 e il 26 febbraio, sono morte oltre 90 persone e il timore è che ci siano ancora dei corpi dispersi in mare, dopo oltre un mese. "Abbiamo la coscienza a posto", ha detto Carlone (LIVE IN NAPOLI, LA PRIMA GIORNATA IN DIRETTA).

 

 

Carlone: non è la politica a decidere sui soccorsi

Il comandante della Guardia Costiera spiega come avvengono i soccorsi in mare: “In base all’area di richiesta di soccorso - spiega Carlone - è l’autorità marittima che decide l'intervento. Sono operazioni decise al più basso livello, nel sottocentro di soccorso, come ad esempio Catania, Reggio Calabria o Palermo, in contatto col coordinamento di Roma. Si valuta se l’imbarcazione è in difficoltà e in quel caso si attiva immediatamnte il soccorso”.

Può essere la politica a decidere? "Assolutamente no - sottolinea Carlone - la responsabilità immediata del soccorso è di chi riceve la chiamata di soccorso, una responsabilità diretta e personale . Le persone che devono essere salvate e portate a terra non posso aspettare chiamate a più alti livelli". E non c'è stato alcun cambiamento nella definizione di operazione sar, di soccorso e ricerca, e operazione di enforcement, di fatto operazioni di polizia in mare: "Nulla è cambiato - spiega il comandante della Guardia Costiera - la distinzione varia in base alle informazioni a disposizione. Il ministro degli Interni lo ha detto bene, una operazione di enforcement può diventare sar e viceversa".

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Sulla tragedia di Cutro, la domanda è se l'imbarcazione fosse in pericolo. Ma dalle immagini di Frontex, spiega Carlone, quella barca "aveva una navigazione regolare, c’era anche mare forza 4, con una altezza non superiore a due metri e mezzo. Il soccorso viene deciso in base alla percezione delle condizioni del mezzo in quel momento, come il galleggiamento. L’unità non presentava elementi di pericolo nel video che abbiamo visto. E’ entrata in condizioni di pericolo successivamente, o meglio è stata portata in condizioni di pericolo". La Guardia Costiera è stata al centro delle polemiche dopo la tragedia di Cutro, con termini come "assassini": "Non sento di poter dire che i miei ragazzi hanno sbagliato - spiega Carlone - l’operato di quella notte è stato corretto. Il mezzo si è messo in pericolo da solo. Frontex ci ha chiamati solo dopo un po’ di ore per l'intervento".

In una lettera inidirizzata agli uomini e donne del Corpo, Carlone ha scritto parole in difesa dell'operato della Guardia Costiera: "Io sono andato a Crotone per omaggiare le vittime della tragedia e chi aveva operato quella notte. La settimana scorsa abbiamo salvato 6mila persone in 4 giorni, e anche in questo momento. Noi continueremo a fare il nostro lavoro. Noi - spiega ancora - ci reggiamo sulla convezione di Amburgo per il mare, il concetto moderno di Sar è che il primo centro di soccorso che riceve la chiamata interviene subito, in attesa che il centro responsabile di quell’area prenda in mano le operazioni". E sul ruolo delle ong, Carlone è chiaro: "Non c'è nessuna crociata contro le ong, sono dei mezzi che fanno soccorso, svolgono il loro lavoro in mare, non c’è nessuna guerra". E sulla nave ong finanziata da Banksy, la Louise Michel, sequestrata a Lampedusa, Carlone spiega che la Guardia Costiera era intervenuta non per ostacolare l'operato della ong, ma per aiutare l'imbarcazione: "Potevano portare 60 persone, ne stavano portando 140".

Poi la chiosa sulla tragedia di Cutro: "Abbiamo la coscienza a posto - conclude Carlone - abbiamo fatto tutto il possibile, in base alle informazioni che avevamo in quel momento. Siamo vicini alle persone colpite da fatti come questi, e Cutro rappresenta una grande tragedia".

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