Emergenza migranti, cardinal Zuppi: “Chi non ha casa va accolto, non ci sono alternative”

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L'arcivescovo di Bologna e presidente Cei, parla a pochi giorni dalla naufragio di Cutro e dalla ricorrenza del primo anno di guerra in Ucraina ma anche in vista del decimo anniversario del pontificato di Papa Bergoglio

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"L'accoglienza è l'unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto. Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza. Non ci sono alternative. Quello all'emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro. L'accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente". Così in un'intervista al Sir (Servizio Informazione Religiosa) il cardinale Matteo M. Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente Cei che parla a pochi giorni dalla naufragio di Cutro e dalla ricorrenza del primo anno di guerra in Ucraina ma anche in vista del decimo anniversario del pontificato di Papa Bergoglio.

"No abitudine a guerra"

Dal Myanmar all’Afghanistan, dallo Yemen all’Etiopia. Le circa 60 guerre attualmente in corso nel mondo definiscono anche una geografia di popoli in cammino, con 90 milioni di profughi censiti dall’Onu a livello mondiale.  Solo dalla Siria, che a inizio febbraio è stata colpita insieme alla Turchia da un terremoto che ha provocato oltre 50 mila morti, nei 12 anni di guerra quasi 7 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa. “Non ci dobbiamo abituare alla guerra e alla violenza” dice ancora il cardinal Zuppi. “Non dobbiamo mai rinunciare alla ricerca della pace. L’abitudine porta alla rassegnazione e si accetta la guerra come unica via possibile. Ma la vera vittoria è sempre la pace. Lo sforzo da compiere è aprire tutti gli spazi possibili per interrompere la logica della guerra, iniziata da un aggressore. Dialogo e giustizia, pace e giustizia devono andare d’accordo”.

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