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Covid, le notizie di oggi. Oms: -76% casi e -66% morti in un mese nel mondo

Continua il calo dei casi e dei morti di Covid segnalati nel mondo. Nei 28 giorni dal 30 gennaio al 26 febbraio, a livello globale sono stati registrati circa 4,8 milioni di contagi e oltre 39mila decessi. E' quanto emerge dal bollettino diffuso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Rispetto ai report delle scorse settimane sembra frenare la discesa dei contagi in Europa, con un -7% contro i cali a due cifre sostenute degli ultimi bollettini. Bergamo, 19 indagati tra cui Conte e Speranza

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Procuratore Bergamo: "Improvvisazione su piano pandemico"

"Improvvisazione e impreparazione". Risponde così, aggiungendo un lungo sospiro, il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, a chi gli chiede quali sono state le 'falle' del piano pandemico - fermo al 2006 -, uno dei filoni dell'inchiesta sul Covid che conta una ventina di indagati e nomi eccellenti tra politici, componenti del Cts e mondo sanitario. "Questo è uno dei problemi, dei punti su cui ci sarà necessità di un approfondimento" aggiunge all'indomani della chiusura dell'indagine durata tre anni. Bisognerà capire "Chi doveva fare cosa, occorrerà non solo una valutazione delle scelte ma anche delle possibilità che aveva qualcuno di intervenire" conclude. 
- di Redazione Sky TG24

Procuratore Bergamo: "Con zona rossa avremmo risparmiato migliaia di morti"

Non una conferma di tesi preordinate, ma una ricostruzione in cui è emersa "una sottovalutazione, a nostro giudizio, del rischio pandemico". Il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani non ha dubbi che sulla diffusione del Covid nella provincia di Bergamo, abbia avuto un ruolo "la mancata attuazione di tutte le attività preparatorie del rischio pandemico, dall'assenza di mascherine alla formazione del personale, fino al monitoraggio dei luoghi dove ricoverare le persone infette". 
Parole pronunciate all'indomani della chiusura dell'indagine durata tre anni e che vede nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, da poco riconfermato. 
Dalle migliaia di carte acquisite e analizzate, dal racconto dei testimoni "abbiamo queste omissione, carenze o scelte secondo noi inopportune e non adeguate che vanno confrontate, messe sulla bilancia con le risultanze delle consulenze dove ci si dice che l’assunzione di queste precauzioni, soprattutto in riferimento all’istituzione della zona rossa fatta in un determinato momento di quei mesi cruciale, avrebbe risparmiato migliaia di vite. Di fronte a delle evidenze l’unica scelta della procura era di mettere tutto questo materiale a disposizione delle parti, delle persone coinvolte e sotto gli occhi di un giudice" per vedere se ci sono rilievi penali.
- di Redazione Sky TG24

Galli: "Possibili altre zoonosi, migliorare interventi"

"La  possibilità di altre zoonosi è da considerare e bisogna studiare il modo affinché la nostra struttura di interventi territoriale sia di maggior garanzia per il paese ed i cittadini. Questo è un tema che mi dà preoccupazione, più che andare a riconsiderare il passato in termini di errore. Ma finché coloro che devono decidere sono tanti, facilmente si va a sbattere".  Lo ha affermato  Massimo Galli, professore di Malattie infettive presso l'Università Statale di Milano, audito dalla Commissione Affari sociali nell'ambito dell'esame, in sede referente, delle proposte di legge per l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid-19. "Finche i decisori saranno divisi in tutte le Regioni e finché non sarà strutturata una linea di comando unica, il pessimismo è giustificato", ha detto Galli. "La vaccinazione ha spostato la situazione epidemiologica, con  50 mln di cittadini che hanno fatto almeno due vaccinazione, ma anche almeno 30 mln che hanno fatto la malattia acquisendo immunità. Ora abbiamo conoscenze che possono far sperare una diversa gestione nel futuro". Inoltre, ha ancora osservato Galli, "è vero che mancava un piano pandemico ma se lo avessimo avuto prima della pandemia da Covid sarebbe stato fatto sulla base e contro l'influenza, che è cosa diversa dal SarsCov2. Il SarsCov2 è un fatto completamente nuovo, che quando ci è capitato tra capo e collo non poteva essere affrontato allo stesso modo di come potrebbe essere affrontato ora". 
- di Redazione Sky TG24

Procuratore Bergamo: "Tre anni di lavoro severo, risposta ai nostri morti"

"L'interesse principale di questo ufficio non è stato quello di creare un'impostazione accusatoria e trovare dei colpevoli, non è questa la finalità dell’inchiesta, ma è quella di ricostruire le risposte delle autorità sanitarie durante la prima fase della pandemia, dal 5 gennaio 2020 quando c’è stato il primo allarme dell’Oms fino alla chiusura della Lombardia" il 9 marzo 2020. A parlare è il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani che ieri ha firmato il comunicato con cui ha annunciato la chiusura delle indagini sulla pandemia che vede una ventina di indagati e nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, da poco riconfermato. 
Con i giornalisti non entra nel dettaglio dell'indagine, ma sottolinea il "grande impegno profuso per dare ai cittadini di Bergamo una ricostruzione di quanto accaduto nella prima fase della pandemia. C'è stata una critica sulla lunghezza delle indagini, ma posso assicurare che sono stati tre anni di severo lavoro" con in mezzo una seconda ondata di Covid. "Sono stati acquisiti migliaia e migliaia di messaggi, mail, centinaia di persone sono state sentite, sono state fatte più consulenze durate oltre un anno con un'analisi minuziosa di tutta la documentazione sanitaria proveniente dagli ospedali" aggiunge. 
"E' stata la ricostruzione di una grande e drammatica esperienza. Bergamo è stato il primo epicentrico di questa realtà ed è per questo abbiamo tenuto qui le indagini, per dare risposta a tutti i nostri morti" conclude il procuratore Chiappani.
- di Redazione Sky TG24

Galli: "Lockdown necessario, sorpresi da varianti"

"Non sono d'accordo con chi afferma l'inutilità lockdown: la gran parte dei Paesi del mondo ha adottato misure di restrizioni importanti in quel periodo. È stato necessario adeguarsi e farlo prima degli altri. Va ricordato che l'Italia è stato il primo Paese occidentale che ha subito un'aggressione e questa aggressione ci ha colpito alle spalle: ci siamo trovati il problema non avendo cognizione che il problema era già presente da ben prima del fatidico 20 di febbraio". Così Massimo Galli, professore di Malattie infettive presso l'Università Statale di Milano in audizione sulla Commissione inchiesta Covid. In relazione alle ondate successive, Galli ha ricordato che nessuno "avrebbe potuto prevedere la comparsa di varianti con caratteristiche tali da bucare anche il vaccino". SarsCov2, ha aggiunto, "è un virus a Rna e, in quanto tale, capace di dare origine a varianti. Ma nessuno poteva divinare cosa sarebbe potuto succedere", ha aggiunto l'infettivologo che ha auspicato per il futuro un maggiore coordinamento delle decisioni: "Finché i decisori saranno suddivisi in tutte le regioni e non sarà definito in modo strutturato una linea di comando per situazione di emergenza un poco di pessimismo è giustificato", ha concluso.
- di Redazione Sky TG24

Conte: "Ben vengano verifiche, non farò show mediatici"

"Ritengo di aver agito con la massima umiltà nel confronto con gli esperti" e "con il massimo senso di responsabilità e il massimo impegno". "Ci sono delle verifiche giudiziarie in corso, ben vengano. Risponderò nelle sedi opportune ma non vi aspettate da me show mediatici". Lo ha dichiarato il presidente del M5s Giuseppe Conte al termine del Consiglio nazionale del Movimento parlando della vicenda di Bergamo.
- di Redazione Sky TG24

 Patuanelli su inchiesta Bergamo: "Dato massimo 7 su 7 h24, Italia modello nel mondo"

"Massima fiducia nell'operato della magistratura: è giusto che faccia ogni indagine, il presidente Conte ha già dichiarato la sua massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti. Ciò detto, ricordo bene che quella stagione ci ha visto impegnati 7 giorni su 7, h24, per limitare al massimo le conseguenze di quella che poi si è rivelata una pandemia mondiale che ha letteralmente fermato e stravolto il mondo. Non si può dimenticare che siamo stati il primo paese occidentale a fare i conti con il Covid e che il modello italiano è stato replicato praticamente ovunque". Lo dice all'Adnkronos il senatore M5S Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico nel secondo governo Conte, riguardo all'inchiesta della Procura di Bergamo che conta 17 indagati con la principale ipotesi di epidemia colposa, tra questi l’allora premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza.
- di Redazione Sky TG24

Greco: "Lockdown totale non ha funzionato"

Il lockdown totale non ha funzionato, cosi come la chiusura delle scuole. Lo ha affermato Donato Greco, medico specialista in Malattie infettive, audito dalla Commissione Affari sociali nell'ambito dell'esame, in sede referente, delle proposte di legge per l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid-19. "Obiettivamente pensare di applicare il piano pandemico 2006 è una stupidaggine - ha detto Greco -  anche perchè il piano era contro l'influenza che è cosa completamente diversa dal SarsCov2. Quindi a gennaio 2020 sono mancati anni di preparazione. Applicare un piano del 2006 non avrebbe avuto un grande impatto". 
- di Redazione Sky TG24

Galli: "All'inizio contrasti in gestione, in futuro servirà catena di comando"

"L'Italia si è trovata davanti a difficoltà strutturali che il nostro Paese ha dovuto affrontare con un evento eccezionale come la pandemia. E' molto evidente che non fosse definito chi dovesse e potesse fare e cosa fare, ci sono stati contrasti dal punto di vista della gestione diretta dei problemi che sono emersi in continuazione nella fase iniziale della pandemia. Per il futuro auspico si possa avere una catena di comando definita per prendere decisioni in tempi rapidi, che non rimanga però una catena di comando che nomina generali senza truppe, ovvero prendere decisioni di interventi senza avere le risorse materiali". Lo ha evidenziato Massimo Galli, già direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, oggi in audizione informale in Commissione Affari sociali della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. 
"In Italia ci siamo trovati nelle condizioni di avere il problema Covid senza sapere che era già presente. La totalità dei paesi del mondo ha messo in atto un lockdown, non sono quindi d'accordo con chi dice che è stato inutile", ha aggiunto. 
- di Redazione Sky TG24

Aifa, in 2 anni di vaccini 140 mila segnalazioni

Nei due anni di campagna vaccinale, dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2022, per i cinque vaccini in uso contro il Covid sono arrivare 140.595 segnalazioni di possibili eventi avversi su un totale di 144.354.770 di dosi somministrate (tasso di segnalazione di 97 ogni 100.000 dosi), di cui l'81,3% (n. 114.290) riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. E' quanto compare nel quattordicesimo Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini anti-Covid 19 dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Le segnalazioni gravi corrispondono al 18,7% del totale (n. 26.305), con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, in linea con il report precedente. I dati sono sostanzialmente in linea con quelli del precedente rapporto pubblicato lo scorso novembre.  In termini assoluti e indipendentemente dal vaccino e dalla dose somministrata, il 70% dei casi (n. 97.318 schede di segnalazione di eventi avversi) riguarda le donne, mentre il 30% (42.376) riguarda gli uomini. Dati che secondo Aifa possono essere attribuiti con la maggiore attitudine da parte delle donne alla segnalazione delle sospette reazioni avverse in relazione ai diversi fattori biologici e attitudinali. Le donne, si legge nel rapporto, "segnalano più spesso reazioni avverse, probabilmente per una maggiore attenzione al proprio stato di salute, un'attitudine alla segnalazione e per la possibile influenza di fattori biologici, ormonali e genetici".
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo: "Gallera e Cajazzo non attuarono piano pandemico regionale"

Sono accusati della mancata attuazione del piano pandemico regionale del 2006 l’ex assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e l’ex dg Luigi Cajazzo, che figurano tra gli indagati per epidemia colposa nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima fase dell’emergenza Covid. I due – scrivono i magistrati – erano “deputati all’attuazione del piano pandemico regionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale secondo le direttive del ministro della Salute, oltreché, in coordinamento con gli organi statali, all'attuazione del piano nazionale di preparazione e risposta per una pandemia influenzale del 9 febbraio 2006”. 
A Cajazzo e Gallera la procura di Bergamo contesta, in particolare, di non aver “censito e monitorato i posti letto in malattie infettive”, di non aver “tempestivamente verificato la dotazione di dpi” e “l'adeguatezza del livello di formazione del personale sanitario”, contrariamente a quanto previsto dai piani pandemici regionale e nazionale. Per l’ex assessore e l’ex dg welfare i magistrati bergamaschi ipotizzano anche il reato di rifiuto d’atti d’ufficio, “per avere, in concorso tra loro, indebitamente rifiutato un atto dell'ufficio che per ragioni di sanità pubblica doveva essere compiuto senza ritardo”. 
- di Redazione Sky TG24

Pm Bergamo, atti falsi su gestione ospedale focolaio

Roberto Cosentina, all'epoca direttore sanitario della Asst di Bergamo Est, avrebbe attestato il falso in una nota in cui diceva che "non appena avuto il sospetto e la successiva certezza della positività al tampone sono state immediatamente adottate le misure previste" all'ospedale di Alzano Lombardo. E Francesco Locati, all'epoca dg della stessa Asst, avrebbe scritto falsità "nelle relazioni dell'8.4.2020 e del 10.4.2020" sostenendo che "nel breve lasso di tempo in cui il Presidio è stato chiuso il 23.2.2020 'si è provveduto alla sanificazione degli ambienti con l'adozione di tutte le misure previste'". Sono solo una parte delle imputazioni contestate dai pm di Bergamo nel capitolo dell'inchiesta sulla riapertura del pronto soccorso dell'ospedale della Val Seriana. A Locati, Cosentina e Giuseppe Marzulli, dirigente dell'ospedale, vengono contestati anche l'epidemia colposa, l'omicidio e le lesioni colpose. Non sarebbe stato effettuato, tra le altre cose, "uno screening radiologico Tac ai pazienti ricoverati al 23 febbraio 2020, che manifestavano una insufficienza respiratoria, al fine di pervenire ad una diagnosi di Covid per almeno 25 pazienti". Così nell'ospedale ci fu, si legge, "un incremento stimato non inferiore al contagio di 35 operatori sanitari". Lavoratori a cui non sarebbero stati forniti "i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale". Locati, inoltre, avrebbe attestato il falso scrivendo che "dalle prime due segnalazioni", e dunque già dal 23 febbraio, erano "stati fatti tamponi 'a tutti i pazienti con sintomatologia respiratoria'". Indagato per falso pure Massimo Giupponi, in qualità di dg dell'Ats di Bergamo, per una "nota protocollata" del 28 maggio 2020 "inviata a Regione Lombardia in risposta all'interrogazione del consigliere Carretta". Attestò, tra le altre cose, che il 23 febbraio c'era stata la "creazione di aree di isolamento per pazienti che accedevano al Pronto Soccorso". In realtà i "pazienti positivi erano rimasti" là "per diversi giorni". E' accusato anche di rifiuto d'atti d'ufficio. 
- di Redazione Sky TG24

Iss: "Non in poteri presidente adottare piani pandemici"

"Non è nei poteri del Presidente dell'Iss adottare piani pandemici o dar seguito alla loro esecuzione". E' quanto precisa l'Istituto Superiore di Sanità, "relativamente a quanto si apprende da organi di stampa" secondo cui il presidente Silvio Brusaferro "avrebbe impedito l'adozione del piano pandemico". La linea seguita dall'Istituto, prosegue la nota Iss, "su indicazione del suo Presidente, durante tutto il periodo della pandemia e sin dagli inizi, è stata improntata alla massima precauzione e al massimo rigore scientifico e la cautela è stata la cifra che ha caratterizzato gli indirizzi dell'Istituto in tutte le fasi della pandemia. Si aggiunge, inoltre, che al Presidente, al momento attuale, non è stato notificato alcun atto relativo all'inchiesta". 
 
- di Redazione Sky TG24

Bassetti: "Con piano pandemico 2006 gestione diversa"

"Il piano pandemico italiano era fermo al 2006, tuttavia c'erano alcune cose che se fossero state fatte avrebbero permesso di gestire in maniera diversa l'emergenza, a partire da assistenza e piani di emergenza da mettere in atto". Lo ha affermato Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive presso l'Università degli Studi di Genova, audito dalla Commissione Affari sociali nell'ambito dell'esame, in sede referente, delle proposte di legge per l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid-19. 
- di Redazione Sky TG24

Bassetti: "Da esperti esclusi da Cts a chiusure lunghe, commessi errori"

"L'Italia aveva un piano pandemico fermo al 2006, quindi di 14 anni prima. Ma in quel pian pandemico, anche se non aggiornato, c'erano alcune cose che avrebbero permesso di gestire in modo diverso la pandemia. Ad esempio la sorveglianza epidemiologica, l'assistenza dei casi, un piano di emergenza e di strategie di comunicazione. Cose che, se messe in pratica, avrebbero permesso di intercettare in Italia subito i casi Covid. E poi nel Comitato tecnico scientifico all'inizio non c'era nessun rappresentante delle società scientifiche che si occupano di malattie infettive. Andavano protette le persone fragili e gli immunodepressi, invece sono stati chiusi i ragazzi. Avremmo avuto bisogno di regole precise per le scuole, invece le Regioni sono andate in ambito sparso. Avremmo dovuto guardare ad altri Paesi, ma non l'abbiamo fatto". Lo ha detto Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Genova, oggi in audizione informale in Commissione Affari sociali della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. 
"I lockdown erano inevitabili nella prima fase, ma nella fase di successiva siamo stati lenti nelle riaperture - ha aggiunto Bassetti - Anche le mascherine, obbligatorie in una certa fase, e non si poteva farne a meno, sono state tolte troppo tardi. Per quanto riguarda le terapie, alcune Regioni avevano un protocollo e altre no, non c'è stato un approccio unico nazionale. Ci erano state messe a disposizione 10mila dosi di anticorpo monoclonale, ma l'allora direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini non le ha accettate. Avrebbero aiutato a prevenire la seconda ondata". 
- di Redazione Sky TG24

Familiari vittime: "Si riscrive storia di una strage"

"Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda. Di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto, per delle precise decisioni o mancate decisioni". Lo ha detto Consuelo Locati, presidente dell'Associazione 'Familiari delle vittime Covid-19', in audizione in Commissione Affari sociali della Camera, all'indomani della chiusura indagini della procura di Bergamo su quanto accaduto in quella tragica fase iniziale della pandemia. "Ci siamo battuti da sempre - ha ricordato - nonostante l'omertà. Le risultanze della procura non ci restituiscono i nostri cari ma onorano la memoria di chi ha pagato in prima persona un prezzo troppo alto. Perché mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi impreparati". 
 

- di Redazione Sky TG24

Parenti vittime Trivulzio: "Pronti a chiedere acquisizione atti indagine Bergamo"

I famigliari delle vittime del Pio Albergo Trivulzio, dove nella prima ondata di Covid morirono circa 400 anziani, sono pronti a chiedere l’acquisizione degli atti dell’indagine sul Covid ai pm di Bergamo. “Noi in un’istanza dell'anno scorso abbiamo chiesto alla gip di Milano di estendere le indagini anche ai livelli più alti e alle cariche politiche e ieri abbiamo appreso dalle agenzie di stampa che i pm di Bergamo hanno inserito come indagati i vertici politici nazionali e regionali di allora - dice all’AdnKronos Alessandro Azzoni, presidente dell’associazione Felicita, che rappresenta i famigliari degli anziani -. Ora valuteremo il da farsi. Lunedì verranno nominati i nostri periti di parte per l’incidente probatorio e non escludiamo di chiedere l’acquisizione degli atti dell’indagine dei pm di Bergamo e di acquisirli anche per il nostro procedimento".
A cercare di far luce sulle morti degli anziani al Pio Albergo Trivulzio sarà una perizia, a cura di un pool di esperti, che dovrà accertare la sussistenza o meno del nesso di causalità tra le morti, le infezioni degli ospiti e il personale. La decisione di procedere, tramite l'istituto dell'incidente probatorio, è arrivata dopo che il gip di Milano, Alessandra Cecchelli, ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dai pm nei confronti del Pio Albergo Trivulzio e dell'ex direttore generale, Giuseppe Calicchio. 
Lunedì prossimo, 6 marzo, si terrà l’udienza nell’aula bunker di via Filangeri, a Milano, per conferire l’incarico ai periti e per l’elaborazione dei quesiti per i nuovi accertamenti. “Dopo oltre tre anni il vero procedimento sulle centinaia di morti avvenute al Trivulzio ancora non è cominciato, siamo alle fasi preliminari - evidenzia Azzoni -. La lentezza delle indagini pensiamo sia già un ulteriore danno per le vittime e per i famigliari”. 
Tuttavia, “noi continuiamo ad avere una grande fiducia nella magistratura - ammette Azzoni - poiché anche dall’indagine della guardia di finanza sono emerse con grande evidenza tutte le criticità e le negligenze che hanno portato alla strage del Pio Albergo Trivulzio. Noi continueremo in modo determinato a chiedere che sia fatta luce su quanto accaduto per capire se, come pensiamo, tante morti potevano essere evitate”.
- di Redazione Sky TG24

In Calabria 99 nuovi contagi, terapie intensive stabili, -5 ricoveri e zero morti

Secondo i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aa.Ss.Pp. della Regione Calabria, sono 99 i nuovi contagi registrati (su 2.024 tamponi effettuati), +149 guariti e zero morti (per un totale di 3.347 decessi). Il bollettino, inoltre, registra -50 attualmente positivi, -5 ricoveri (per un totale di 91) e, infine, terapie intensive stabili (per un totale di 5). 
- di Redazione Sky TG24

Nuovi studi confermano efficacia antivirale remdesivir

Gilead Sciences ha annunciato i dati positivi di tre studi retrospettivi "real-world", i quali hanno dimostrato che l'avvio di trattamento con remdesivir entro i primi due giorni dal ricovero può aiutare a ridurre la mortalità e i tassi di riammissione in tutti i pazienti ricoverati con COVID-19, a prescindere dalla gravità della malattia. Una riduzione della mortalità è stata osservata anche nelle popolazioni vulnerabili, come le persone con malattie oncologiche o HIV. Questi studi hanno valutato i dati della pratica clinica di routine di oltre 850 ospedali statunitensi, al fine di ottenere informazioni sugli esiti dei pazienti mentre il COVID-19 continua a evolversi nel tempo. Questi dati sono stati presentati alla 30a Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI). "Gli ampi studi che utilizzano dati "real-world" provenienti dalla pratica clinica rivestono grande importanza, considerati i cambiamenti significativi che si sono verificati nel panorama terapeutico del COVID-19 - ha affermato Chidinma Chima-Melton, autore dello studio e pneumologo presso l'UCLA Health (California, USA) - Queste analisi longitudinali continuano a dimostrare il valore di remdesivir nel ridurre la mortalità in tutti i pazienti con COVID-19, nonché il suo impatto positivo sulla riduzione dei tassi di riammissione, un dato particolarmente significativo per gli ospedali". Due studi hanno analizzato le informazioni sulla pratica clinica dei database statunitensi Premier Healthcare relativi a oltre 500.000 pazienti adulti ricoverati con COVID-19. 
 
- di Redazione Sky TG24

Minelli: "Indagati Bergamo? Sbagliato affidarsi solo al Cts"

"Affidarsi solo alle direttive del comitato tecnico scientifico, tagliando fuori tutta l'intelligence territoriale non ha favorito il recepimento di quelle linee guida che avrebbero consentito di ottimizzare l'attività sul campo che, a mio avviso e considerando la ben nota valenza sistemica della malattia infiammatorie, andava pensata in chiave multidisciplinare senza caricare di protagonismo e di responsabilità solo un’unica categoria sanitaria". Lo sottolinea Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, commentando i 19 indagati del'inchiesta Covid per i morti di Bergamo.
"Il sospetto che si potesse arrivare a una stazione giudiziaria nel travagliato e lungo percorso della pandemia da Covid-19 lo avevamo un po' tutti, quindi non possiamo dirci sorpresi. Resta, tuttavia - prosegue Minelli - il rammarico per non aver saputo dare le risposte che la gente si sarebbe aspettata nella fase più critica dell'emergenza dove, accanto all'azione coraggiosa di tanti medici e operatori sanitari, non sempre c'è stata un'altrettanto chiara ed efficace attività di coordinamento a livello politico".
- di Redazione Sky TG24