Continua il calo dei casi e dei morti di Covid segnalati nel mondo. Nei 28 giorni dal 30 gennaio al 26 febbraio, a livello globale sono stati registrati circa 4,8 milioni di contagi e oltre 39mila decessi. E' quanto emerge dal bollettino diffuso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Rispetto ai report delle scorse settimane sembra frenare la discesa dei contagi in Europa, con un -7% contro i cali a due cifre sostenute degli ultimi bollettini. Bergamo, 19 indagati tra cui Conte e Speranza
Procuratore Bergamo: "Improvvisazione su piano pandemico"
Procuratore Bergamo: "Con zona rossa avremmo risparmiato migliaia di morti"
Parole pronunciate all'indomani della chiusura dell'indagine durata tre anni e che vede nomi eccellenti come l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, da poco riconfermato.
Dalle migliaia di carte acquisite e analizzate, dal racconto dei testimoni "abbiamo queste omissione, carenze o scelte secondo noi inopportune e non adeguate che vanno confrontate, messe sulla bilancia con le risultanze delle consulenze dove ci si dice che l’assunzione di queste precauzioni, soprattutto in riferimento all’istituzione della zona rossa fatta in un determinato momento di quei mesi cruciale, avrebbe risparmiato migliaia di vite. Di fronte a delle evidenze l’unica scelta della procura era di mettere tutto questo materiale a disposizione delle parti, delle persone coinvolte e sotto gli occhi di un giudice" per vedere se ci sono rilievi penali.
Galli: "Possibili altre zoonosi, migliorare interventi"
Procuratore Bergamo: "Tre anni di lavoro severo, risposta ai nostri morti"
Con i giornalisti non entra nel dettaglio dell'indagine, ma sottolinea il "grande impegno profuso per dare ai cittadini di Bergamo una ricostruzione di quanto accaduto nella prima fase della pandemia. C'è stata una critica sulla lunghezza delle indagini, ma posso assicurare che sono stati tre anni di severo lavoro" con in mezzo una seconda ondata di Covid. "Sono stati acquisiti migliaia e migliaia di messaggi, mail, centinaia di persone sono state sentite, sono state fatte più consulenze durate oltre un anno con un'analisi minuziosa di tutta la documentazione sanitaria proveniente dagli ospedali" aggiunge.
"E' stata la ricostruzione di una grande e drammatica esperienza. Bergamo è stato il primo epicentrico di questa realtà ed è per questo abbiamo tenuto qui le indagini, per dare risposta a tutti i nostri morti" conclude il procuratore Chiappani.
Galli: "Lockdown necessario, sorpresi da varianti"
Conte: "Ben vengano verifiche, non farò show mediatici"
Patuanelli su inchiesta Bergamo: "Dato massimo 7 su 7 h24, Italia modello nel mondo"
Greco: "Lockdown totale non ha funzionato"
Galli: "All'inizio contrasti in gestione, in futuro servirà catena di comando"
"In Italia ci siamo trovati nelle condizioni di avere il problema Covid senza sapere che era già presente. La totalità dei paesi del mondo ha messo in atto un lockdown, non sono quindi d'accordo con chi dice che è stato inutile", ha aggiunto.
Aifa, in 2 anni di vaccini 140 mila segnalazioni
Pm Bergamo: "Gallera e Cajazzo non attuarono piano pandemico regionale"
A Cajazzo e Gallera la procura di Bergamo contesta, in particolare, di non aver “censito e monitorato i posti letto in malattie infettive”, di non aver “tempestivamente verificato la dotazione di dpi” e “l'adeguatezza del livello di formazione del personale sanitario”, contrariamente a quanto previsto dai piani pandemici regionale e nazionale. Per l’ex assessore e l’ex dg welfare i magistrati bergamaschi ipotizzano anche il reato di rifiuto d’atti d’ufficio, “per avere, in concorso tra loro, indebitamente rifiutato un atto dell'ufficio che per ragioni di sanità pubblica doveva essere compiuto senza ritardo”.
Pm Bergamo, atti falsi su gestione ospedale focolaio
Iss: "Non in poteri presidente adottare piani pandemici"
Bassetti: "Con piano pandemico 2006 gestione diversa"
Bassetti: "Da esperti esclusi da Cts a chiusure lunghe, commessi errori"
"I lockdown erano inevitabili nella prima fase, ma nella fase di successiva siamo stati lenti nelle riaperture - ha aggiunto Bassetti - Anche le mascherine, obbligatorie in una certa fase, e non si poteva farne a meno, sono state tolte troppo tardi. Per quanto riguarda le terapie, alcune Regioni avevano un protocollo e altre no, non c'è stato un approccio unico nazionale. Ci erano state messe a disposizione 10mila dosi di anticorpo monoclonale, ma l'allora direttore generale dell'Aifa Nicola Magrini non le ha accettate. Avrebbero aiutato a prevenire la seconda ondata".
Familiari vittime: "Si riscrive storia di una strage"
"Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda. Di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto, per delle precise decisioni o mancate decisioni". Lo ha detto Consuelo Locati, presidente dell'Associazione 'Familiari delle vittime Covid-19', in audizione in Commissione Affari sociali della Camera, all'indomani della chiusura indagini della procura di Bergamo su quanto accaduto in quella tragica fase iniziale della pandemia. "Ci siamo battuti da sempre - ha ricordato - nonostante l'omertà. Le risultanze della procura non ci restituiscono i nostri cari ma onorano la memoria di chi ha pagato in prima persona un prezzo troppo alto. Perché mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi impreparati".
Parenti vittime Trivulzio: "Pronti a chiedere acquisizione atti indagine Bergamo"
A cercare di far luce sulle morti degli anziani al Pio Albergo Trivulzio sarà una perizia, a cura di un pool di esperti, che dovrà accertare la sussistenza o meno del nesso di causalità tra le morti, le infezioni degli ospiti e il personale. La decisione di procedere, tramite l'istituto dell'incidente probatorio, è arrivata dopo che il gip di Milano, Alessandra Cecchelli, ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dai pm nei confronti del Pio Albergo Trivulzio e dell'ex direttore generale, Giuseppe Calicchio.
Lunedì prossimo, 6 marzo, si terrà l’udienza nell’aula bunker di via Filangeri, a Milano, per conferire l’incarico ai periti e per l’elaborazione dei quesiti per i nuovi accertamenti. “Dopo oltre tre anni il vero procedimento sulle centinaia di morti avvenute al Trivulzio ancora non è cominciato, siamo alle fasi preliminari - evidenzia Azzoni -. La lentezza delle indagini pensiamo sia già un ulteriore danno per le vittime e per i famigliari”.
Tuttavia, “noi continuiamo ad avere una grande fiducia nella magistratura - ammette Azzoni - poiché anche dall’indagine della guardia di finanza sono emerse con grande evidenza tutte le criticità e le negligenze che hanno portato alla strage del Pio Albergo Trivulzio. Noi continueremo in modo determinato a chiedere che sia fatta luce su quanto accaduto per capire se, come pensiamo, tante morti potevano essere evitate”.
In Calabria 99 nuovi contagi, terapie intensive stabili, -5 ricoveri e zero morti
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Minelli: "Indagati Bergamo? Sbagliato affidarsi solo al Cts"
"Il sospetto che si potesse arrivare a una stazione giudiziaria nel travagliato e lungo percorso della pandemia da Covid-19 lo avevamo un po' tutti, quindi non possiamo dirci sorpresi. Resta, tuttavia - prosegue Minelli - il rammarico per non aver saputo dare le risposte che la gente si sarebbe aspettata nella fase più critica dell'emergenza dove, accanto all'azione coraggiosa di tanti medici e operatori sanitari, non sempre c'è stata un'altrettanto chiara ed efficace attività di coordinamento a livello politico".