Suore di Clausura su Facebook, convento commissariato dal Vaticano

Cronaca
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Succede nel monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza, in Toscana. Le 13 suore che usano il  social network  per vendere oggetti sacri e ospitare i bisognosi, si oppongono al commissariamento imposto dalla Santa sede perchè non vogliono cambiare la loro superiora

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Monache commissariate dal Vaticano perchè troppo social. In rivolta per la nuova superiora, ora rischiano di perdere i voti. E’ scoppiato il caos nel monastero Maria Tempio dello Spirito Santo a Pienza, in provincia di Siena che ospita 13 suore benedettine. Tutto questo a causa di un’iniziativa sul web che non è piaciuta alla Santa sede. Tredici monache pur in regime di clausura, hanno aperto una pagina su Facebook del monastero proponendo forme di ospitalità nel convento oltre a pratiche commerciali con mercatini allestiti nel giardino della struttura. L'annuncio della sostituzione della madre superiora arriva il 13 febbraio, per decreto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita apostolica. Ma le 13 suore non ne vogliono sapere di un commissariamento e si oppongono al cambio della madre superiora.

 

La storia delle 13 monache

 

Le monache benedettine sono arrivate a Pienza sette anni fa, trasferite dall'Umbria per motivi di sicurezza dopo il terremoto del 2016. La loro madre superiora si chiama Diletta e ha un passato di maresciallo delle Guardie forestali nelle Marche. Nei mesi scorsi un delegato apostolico è stato inviato in Val d'Orcia per visionare l’operato delle monache, come riporta il quotidiano locale. In una nota inviata nei giorni scorsi la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza sottolinea che “continuerà a sostenere la presenza dell'istituzione religiosa, in obbedienza alle leggi civili e alle disposizioni canoniche e nell'accoglienza delle disposizioni della Santa Sede".  Nel comunicato della diocesi toscana si legge ancora : “Ci auguriamo che presto si possa trovare un accordo e in tale contesto si rende presente che non sono autorizzate in alcun modo raccolte di denaro da inviare a conti del monastero o tantomeno intestati a persone fisiche”. 

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