Saman Abbas, avvocato del fratello: "Teme di essere ucciso come la sorella"

Cronaca

Il legale del ragazzo si è opposto al fatto che venga risentito in aula, come chiesto dalla difesa, perché vivrebbe in una situazione di "allerta e isolamento" avendo subito forti pressioni dalla famiglia. Il processo riprenderà il 17 marzo

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"Questo ragazzo è certo che per aver parlato subirà la stessa sorte della sorella". Lo ha detto in aula l'avvocato Valeria Miari, che assiste come parte civile il fratello di Saman Abbas. Il giovane, minorenne e all'epoca dei fatti sedicenne, è testimone chiave nel processo ai cinque familiari della 18enne accusati dell'omicidio. Il ragazzo, che vive tuttora in una situazione protetta, è colui che ha accusato lo zio di esserne l'esecutore materiale del delitto. 

L'avvocato: il ragazzo vive una forte situazione di stress

Secondo quanto riferito dal suo legale, il fratello di Saman ha subito pressioni in ambito familiare e vive una forte situazione di stress, legata proprio all'inizio del dibattimento. Le difese degli imputati hanno chiesto di risentirlo nel processo, mentre la sua avvocata si è opposta facendo riferimento alla situazione di "allerta e isolamento" in cui vive, oltre "al trauma subito". Miari ha aggiunto che il suo assitito "ha chiesto di vedere il corpo, è convinto che sia la sorella".

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Rinvio del processo al 17 marzo

Il processo per la morte di Saman Abbas riprenderà il 17 marzo con l'audizione dei primi testimoni indicati dalla Procura di Reggio Emilia, personale di polizia giudiziaria che ha svolto le indagini sull'omicidio. In quella data, inoltre, si capirà se sarà possibile processare in videoconferenza il padre della giovane, attualmente in Pakistan. La Corte si è invece riservata la decisione sulle richieste delle difese degli imputati di risentire il fratello e il fidanzato della 18enne, già ascoltati nel 2021 in incidente probatorio. Una decisione che probabilmente verrà presa dai giudici più avanti, nel corso del dibattimento, alla luce di quello che emergerà.

Riserva dei giudici sulle perizie tecniche chieste dalla difesa

Riserva anche sulle richieste di perizie tecniche avanzate dalla difesa dello zio Danish Hasnain, tra l'altro su geolocalizzazione dei telefoni degli indagati la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 e sul sistema di videosorveglianza dell'azienda agricola di Novellara. Sono invece stati ammessi tutti gli altri testimoni chiesti dalle parti: oltre agli investigatori e consulenti tecnici, anche operatori dei servizi sociali, altri componenti della famiglia Abbas e colleghi di lavoro degli imputati. Tra i testimoni ammessi, anche la compagna di Danish Hasnain, all'epoca dei fatti in Pakistan e arrivata di recente in Italia.

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