Berlusconi e il caso Ruby, la storia di un processo durato 6 anni
CronacaDa quando i magistrati milanesi aprirono un fascicolo in cui finirono indagate 29 persone tra cui l'ex premier, accusato di corruzione in atti giudiziari, all'assoluzione odierna: ripercorriamo la vicenda processuale
Il terzo filone dell'inchiesta sul "Caso Ruby" nasce più di 10 anni fa, quando i giudici dei processi Ruby e Ruby bis trasmettono alla Procura di Milano le testimonianze delle cosiddette "olgettine" - le ragazze cioè che partecipavano alle serate ad Arcore - raccolte nell'ambito di quei due procedimenti e che ritengono false. I magistrati milanesi aprono un fascicolo in cui finiscono indagate 29 persone tra cui l'ex premier Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari, Karima El Maroug - alias Ruby - oltre alle stesse ragazze che frequentavano Villa San Martino, imputate a vario titolo per corruzione e falsa testimonianza.
Il risarcimento da 10 milioni di euro
Secondo l'accusa il fondatore di Forza Italia avrebbe versato soldi - per un totale stimato dalla Procura in circa 10 milioni di euro di cui 4,5 circa solo a Karima - alle ex ospiti del bunga bunga affinché rendessero testimonianze false o reticenti nei due primi processi sull'"affaire Ruby". Nel 2017 inizia così il processo Ruby ter. Tramite l'avvocatura dello Stato l'allora governo Gentiloni si costituisce parte civile contro Silvio Berlusconi chiedendo un risarcimento da 10 milioni di euro per il "discredito planetario" che le condotte di cui è accusato l'ex premier avevano gettato sulle istituzioni italiane. Le udienze si susseguono per oltre sei anni. Lo scorso maggio i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio chiedono una condanna a 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi, oltre alla confisca di 10,8 milioni e a 5 anni per Karima El Maroug. Nella sua arringa la difesa dell'ex premier chiede invece che l'imputato, già assolto a Roma e Siena, venga assolto perché il fatto non sussiste alla luce anche dall'ordinanza dei giudici dello stesso processo con la quale era stata dichiarata l'inutizzabilità dei verbali resi dalle ex olgettine perché secondo il tribunale nei primi due processi sarebbero dovute essere ascoltate con l’assistenza di un difensore, in quanto sostanzialmente già indagate. Per la difesa, dunque, crollando le false testimonianze cade pure la corruzione. L'ultimo colpo di scena arriva a meno di 48 ore dalla sentenza di primo grado: Il governo Meloni rinuncia a chiedere i danni a Silvio Berlusconi e revoca la costituzione di parte civile.