Il piccolo sarebbe stato schiacciato dalla mamma che si è addormentata durante l'allattamento. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo e i risultati dell'autopsia sul piccolo arriveranno tra 60 giorni. Il padre accusa il personale: "Era stremata, l'hanno lasciata sola"
I risultati dell'autopsia sul neonato morto nella notte tra il 7 e l'8 gennaio scorso nel reparto di ginecologia dell'ospedale Sandro Pertini di Roma arriveranno tra 60 giorni. Il piccolo sarebbe morto schiacciato dalla madre addormentatasi dopo l'allattamento. Secondo quanto si apprende, il fascicolo aperto dalla procura di Roma per omicidio colposo è al momento contro ignoti. Chi indaga ha acquisito una serie di documenti presso l'ospedale, compresa la cartella clinica della donna.
Predisposta l'autopsia
Il procedimento avviato dalla procura al momento è contro ignoti ma gli inquirenti vogliono verificare se ci siano state carenze nell'assistenza ospedialiera della madre. In base a quanto ricostruito, durante il turno di notte una infermiera avrebbe notato il corpo senza vita del bimbo accanto a quello della madre. Sarebbe stato anche praticato un tentativo di rianimazione ma purtroppo per il neonato non c'è stato nulla da fare. Chi indaga spera di ottenere dall'esame autoptico risposte certe su cosa abbia causato il decesso.
Le accuse del padre del bambino
E' sconvolto e arrabbiato il padre del piccolo che, in un'intervista rilasciata al Messaggero, ha accusato i medici dell'ospedale Pertini di aver lasciato la compagna da sola per ore. "La mia compagna è a pezzi", ha detto l'uomo. "Le si erano rotte le acque alle 4 della notte - ha raccontato -, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi". E accusa: "Lei stessa aveva implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per potere riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre 'no, non si può".