Arrestato Matteo Messina Denaro: la storia, i governi e le catture eccellenti

Cronaca
Massimo Leoni

Massimo Leoni

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Il giorno della cattura del boss di Cosa Nostra può rappresentare per la politica una parentesi di gioia unitaria. E un balsamo per un governo che, vicino alla soglia dei cento giorni, aveva bisogno di una soddisfazione che è obbligatorio condividere

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Come ha detto Pif, è un giorno meraviglioso quello che consegna alla giustizia l’uomo da tutti considerato il numero uno di Cosa nostra. Oltre che meraviglioso, un giorno così è sempre politicamente rilevante. La cattura dei numeri uno di Cosa nostra segna la storia recente del Paese. Il filo rosso è lungo. Era il 1993 quando veniva catturato Totò Riina. Gli ultimi lampi della prima Repubblica. Giuliano Amato presidente del Consiglio, Nicola Mancino ministro dell’Interno. Una parte dello Stato dimostrava di essere ancora presente, un’altra parte di dissolverà di lì a poco. Nel 2006, nel pieno della seconda Repubblica, viene arrestato Giuseppe Provenzano. Altro giorno meraviglioso e assai particolare. È l’11 aprile, il giorno dopo le elezioni politiche. Silvio Berlusconi è a palazzo Chigi ancora per pochi giorni. Al Viminale c’è Giuseppe Pisanu. La gioia per la cattura del boss è avvelenata dalle polemiche che accompagnano la vittoria di misura di Romano Prodi. In quei giorni si parla, certo, di vittoria dello stato. Ma anche di brogli elettorali e riconteggio dei voti, cioè di una democrazia che, secondo i perdenti, non funziona come dovrebbe. Per tornare all’oggi.

 

La cattura di Messina Denaro può rappresentare per la politica una parentesi di gioia unitaria. E un balsamo per un governo che, vicino alla soglia dei cento giorni, aveva bisogno di una soddisfazione che è naturale – direi obbligatorio – condividere. Arriva al momento giusto, per l’esecutivo e la maggioranza. La luna di miele pare in fase calante. Parte dell’elettorato tradizionale di centrodestra ha cominciato a lamentarsi: chi campa con i trasporti, cioè chi trasferisce merci, chi le vende, chi fornisce i carburanti, chi trasforma nel suo piccolo materie prime che risentono dei costi della benzina: sono tutti molto sensibili all’aumento del carburante. I duri e puri di destra fanno fatica a capire che per stare al governo durezza e purezza sono ostacoli e non compagni di viaggio. Berlusconi che ripete, più o meno sottovoce: Giorgia…te l’avevo detto. Salvini che vuole l’autonomia differenziata entro il 2023 e altri che vogliono il presidenzialismo subito. L’Europa che vuole l’approvazione del Mes ma non è detto sia disposta a negoziare il Pnrr e meno ancora le politiche di accoglienza ai migranti. E poi…prima o poi l’opposizione darà segno di sé.
Governare stanca. Aver catturato Matteo Messina Denaro può dare energia preziosa. Che serve adesso, per andare oltre la luna di miele.

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