In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Le domande che dovremmo smettere di fare alle persone autistiche

Cronaca

Chiara Martinoli

Che cosa sappiamo, veramente, sull’autismo? Molto poco, considerando i pregiudizi, i luoghi comuni, le domande ingenue che le persone autistiche si sentono fare in continuazione. Noi abbiamo preso tutto questo: pregiudizi, luoghi comuni e domande ingenue, e le abbiamo rivolte a loro: non perché ci piacciano, queste domande, ma perché pensiamo che valga davvero la pena imparare dalle loro risposte.

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

A rispondere alle domande sono i fratelli Damiano e Margherita Tercon, Emanuela Masia, Fabrizio Acanfora e Tiziana Naimo. 

 

 

Innanzitutto, per capirci: che cos'è l'autismo?

Tiziana: L’autismo è uno degli infiniti modi di essere umani.

Emanuela: Le persone autistiche hanno un funzionamento neuro-cognitivo diverso dalla maggior parte delle persone. Questo significa che imparano ma anche che danno senso e percepiscono la realtà in maniera diversa dalla maggior parte delle persone che autistiche non sono.

Margherita: Non è che basti avere un radar per dire “autistico”, “no”, “autistico”, “no”.

Tiziana: Se dico “sai, sono autistica”, mi dicono che assolutamente non si vede e che sembro normale, cosa che – vorrei chiarire – non è un complimento.  

 

 

 

Ma quindi, concretamente, da che cosa si capisce che siete persone autistiche?

Emanuela: Quando siamo piccoli si capisce perché non seguiamo le tappe di sviluppo allo stesso modo e negli stessi tempi dei nostri coetanei non autistici.

Damiano: Nel mio caso da piccolo non riuscivo a socializzare, non parlavo ed ero chiuso nel mio guscio. 

Margherita: Nel mio caso posso dire che se si andasse a chiedere alle persone che mi hanno conosciuta nell’arco della mia vita com’è Margherita, molti risponderebbero: strana.

 

È vero che le persone autistiche sono geniali?

Fabrizio: No, le persone autistiche non sono geniali, almeno non in modo differente rispetto alle persone non autistiche.

Emanuela: Forse hai visto troppi telefilm, in cui c’è un personaggio strano, magari buffo, che però riscatta la sua presenza al mondo grazie alla sua genialità. Ecco, è un pregiudizio molto dannoso per le persone autistiche.

 

È vero che le persone autistiche hanno problemi di empatia o problemi relazionali?

Tiziana: Questo è lo stereotipo più disumanizzante e doloroso. Quello che erroneamente viene interpretato come mancanza di empatia è la conseguenza del fatto che persone autistiche e neurotipiche si muovono sulla base di esperienze molto differenti.

Margherita: A volte è che come se autistici e neurotipici parlassero due linguaggi diversi e quindi non è che sia un’assenza di desiderio nel relazionarsi con l’altro, bensì proprio una difficoltà di comprensione reciproca.

 

È vero che le persone autistiche hanno più difficoltà nella vita di tutti i giorni?

Damiano: Sì, questo è vero. Io da piccolo a scuola facevo una gran fatica e subivo tanto bullismo e poi crescendo non sono ancora riuscito a trovare un lavoro vero e quasi tutti mi sbattono sempre le porte in faccia.

Fabrizio: Quello che io mi domando è quanto queste difficoltà siano legate all’autismo in sé come modi di essere, come condizione, e quanto in realtà non siano legate al fatto che una persona autistica si trovi a vivere e a interagire con un mondo che è strutturato da e per persone che non sono autistiche.

Emanuela: Se ci muovessimo tutti in sedia a rotelle, il mondo sarebbe costruito in maniera diversa, avremmo per esempio delle porte larghe e basse e ad avere difficoltà sarebbero le persone che si muovono in piedi. La stessa cosa vale per l’autismo.

 

L'autismo si trasmette geneticamente?

Emanuela: Sì, c’è una componente genetica e non è infrequente che in una famiglia in cui c’è una persona autistica ce ne siano anche delle altre.

Tiziana: Io e la mia famiglia ne siamo abbastanza un esempio. Siamo quasi tutti autistici.

 

Ma è vero che ci sono forme di autismo lievi e forme di autismo molto più gravi?

Tiziana: Una persona autistica è considerata in genere “grave” quando ha una disabilità intellettiva o non parla, ma queste non sono caratteristiche dell’autismo in realtà. Infatti, anche una persona neurotipica potrebbe avere una disabilità intellettiva o non parlare.

Emanuela: L’autismo è uno spettro. Ma non in senso lineare che va da “meno autistico” a “più autistico”. Assomiglia di più alla ruota dei colori in cui, semplificando molto, ogni colore è una caratteristica autistica. E quindi la combinazione di intensità di questi colori può variare da persona a persona. Altra cosa è la disabilità intellettiva, che può oppure no essere accompagnata all’autismo, ma è un’altra cosa.

 

È corretto dire "soffro di autismo"?

Fabrizio: L’immagine della sofferenza, a me dire “soffri” di autismo, “soffri” di una disabilità, è qualcosa che in realtà suggerisce che la vita di una persona sia solo lacrime e sofferenza e dolore. Non è così.

Emanuela: Non è l’autismo, è l’atteggiamento di superiorità e paternalismo che mi fanno soffrire.

Margherita: Ad oggi si parla di “condizione”, “funzionamento”, non di “malattia”. Penso stia alle persone autistiche decidere se soffrono oppure no della propria condizione. 

Damiano: Io ho sofferto di autismo, però adesso non ne soffro più. Soffrivo di autismo perché erano gli altri che mi facevano soffrire. L’autismo è una caratteristica di noi esseri umani. Sono autistico, ma non soffro più di autismo.

 

Segui #voiceskytg24 su Instagram

 

Guarda il video "Autismo, le domande che dovremmo smettere di fare" su Voice

approfondimento

Tutti i video di Voice Sky TG24