
A24 e A25, Strada dei Parchi: Tar del Lazio rinvia decisione. Le tappe
Il 7 luglio 2022 il Consiglio dei ministri presieduto dal premier Mario Draghi ha approvato il decreto che assegna ad Anas la gestione di alcuni dei tratti autostradali più trafficati del nostro Paese. La decisione, di fatto, estromette la società abruzzese. Il 27 luglio il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da Strada dei Parchi. È iniziato così il contenzioso tra il privato e lo Stato

Il Tar del Lazio si è riservato la decisione al termine della udienza di merito del 20 settembre, a Roma, sulla revoca per gravi inadempienze della concessione delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25 nei confronti di Strada dei Parchi, del gruppo industriale abruzzese Toto, decisa dal Cdm il 7 luglio. I contendenti, Sdp ed Avvocatura dello Stato in rappresentanza del Governo, del Mims e di Anas che ha assunto la gestione dall'1 agosto scorso, hanno presentato memorie e documentazione che saranno esaminate dai giudici amministrativi
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Ma la novità dell'udienza è la presentazione di Strada dei Parchi di un altro ricorso contro la revoca della concessione con la richiesta del ritorno in sella. Il Tar si dovrà pronunciare in via cautelare: la nuova istanza si basa su una perizia certificata di una società di primaria importanza, secondo la quale non ci sarebbero stati i presupposti di revoca e il subentro del gestore pubblico motivata dal Cdm con il pericolo di crollo di ponti e viadotti e rischi per la sicurezza degli automobilisti, perché Anas non ha attuato interventi per prevenire l'incombenza
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La vicenda riguarda i tragitti A24, che collegano Roma a Teramo passando per L’Aquila, e dell’A25 che unisce l’A24 all’A14 nello svincolo di Villanova di Cepagatti, in provincia di Pescara. Alla base del contenzioso vi sarebbe il Piano economico finanziario, con gli investimenti necessari alla messa in sicurezza sismica dopo il terremoto del 2009 e l'adeguamento delle tariffe. L’ammontare è stato stimato in 5,1 miliardi fino al 2030 per gli intervisti antisismici
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In realtà, già dai mesi successivi al crollo del Ponte Morandi di Genova, Strada dei Parchi aveva inviato una lettera sia ai Ministeri per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili e dell'Economia che allo Stato, proprietario della infrastruttura, di avviare le procedure per la cessazione anticipata della concessione (contratto del 2000), in scadenza nel 2030

Sdp accusava l’impossibilità di lavorare con ogni questione bloccata da dieci anni e, in quella occasione, ha chiesto 2, 5 miliardi di indennizzo per l’uscita anticipata. "Non si poteva che prendere atto di una situazione che va avanti dal 2012, c'era necessità di uscire da uno stallo, denunciato più volte negli anni, su questioni importanti che richiamano responsabilità ed obblighi precisi”, è la motivazione della società abruzzese sulla richiesta di cessazione anticipata

Tutto ruota appunto attorno al piano economico finanziario non rinnovato dal 2012, che blocca il mega piano di messa in sicurezza sismica ed altri importanti interventi. Uno stallo che ha fatto andare fuori controllo la tariffa con il maxi aumento del 34% congelato fino a fine anno dopo l'ennesima proroga

Strada dei Parchi Spa aveva ottenuto la concessione dopo una gara europea. Il 7 luglio, il Consiglio dei ministri, sulla base di un provvedimento del Ministero per le Infrastrutture e per la Mobilità sostenibile, ha revocato in danno la concessione alla società del gruppo industriale abruzzese Toto, valida fino al 2030

Palazzo Chigi, nell’approvare il decreto che passa la gestione ad Anas, aveva spiegato che la revoca nasceva dalla mancata definizione del Piano economico finanziario e alla contestazione di gravi inadempimenti mossa al concessionario da parte del Governo. A sua volta, Strada dei Parchi ha fatto ricorso al Tar

Il 27 luglio, il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato da Strada dei Parchi Spa, sospendendo di fatto l’attuazione del decreto del Consiglio dei ministri. Ad agosto il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del Tar e assegnato nuovamente all'Anas le autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25

Nella seduta collegiale, il Cds ha stabilito che le autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25 rimangono in gestione ad Anas. Nella ordinanza, i giudici amministrativi hanno dato priorità all'aspetto della sicurezza di ponti e viadotti, secondo lo Stato in pericolo statico, più che al rischio economico palesato dalla società e dallo stesso gruppo

Il verdetto finale è quindi stato rinviato al 20 settembre 2022 davanti al Tar del Lazio nell'udienza di merito. E, quel giorno, il Tar si è riservato la decisione