Marina di Ravenna, 16enne escluso da locale perché "di colore". Ma i gestori smentiscono

Cronaca
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La denuncia dell'associazione "Mamme per la pelle" che su Facebook scrive di un ragazzino di 16 anni, che il 12 agosto scorso avrebbe dovuto vedere un concerto ma sarebbe stato lasciato fuori da un locale insieme a un gruppo di ragazzi nordafricani. I proprietari: "Il razzismo non c'entra, accusa diffamatoria"

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Sarebbe stato lasciato fuori da un locale sulla spiaggia perché di colore, ma i gestori smentiscono: è la storia raccontata dall'associazione "Mamme per la pelle" che su Facebook scrive di un ragazzino di 16 anni - figlio adottivo di una socia dell'associazione - che il 12 agosto scorso avrebbe dovuto assistere a un concerto di Capoplaza a Marina di Ravenna, nella riviera romagnola, ma sarebbe stato lasciato fuori dal locale in questione insieme a un gruppo di ragazzi nordafricani perché di colore. Mentre il Marina Bay, questo il nome del locale, smentisce categoricamente che il motivo sia legato a una forma di razzismo. Il 16enne doveva andare a un concerto del trapper Capo Plaza, ma una volta arrivato davanti al locale, il buttafuori lo ha bloccato comunicandogli che non avrebbe potuto entrare. "Faremo un esposto in Procura, l'avvocato Alessandra Ballerini,  specializzata in diritti umani e immigrazione, si occuperà di questa vicenda", spiega all'ANSA Gabriella Nobile, fondatrice dell'associazione 'Mamme per la pelle'. Secondo l'associazione sono stati lasciati fuori altri "due ragazzi di colore e un gruppo di nordafricani". L'associazione ha fatto sapere che procederà con un esposto sperando che il locale "possa chiudere per un po'". 

 

Il locale smentisce: "Aveva creato problemi, il razzismo non c'entra"

Dal canto suo il locale fornisce una versione diversa: "E' vero che il ragazzo di 16 anni non è stato fatto entrare il 12 agosto ma nulla c'entra il colore della sua pelle. Non è stato fatto entrare perché era inserito in una lista di soggetti che hanno creato problemi al locale qualche tempo prima: in modo particolare due settimane fa, è arrivato al locale con alcuni suoi amici in stato alcolemico alterato". Così, l'avvocato Paola Bravi, legale che segue il Marina Bay insieme al collega Emanuele Fregola, spiega all'ANSA i motivi addotti dal locale che hanno portato al mancato ingresso del 16enne. Il fatto che il ragazzo non sia stato fatto entrare, prosegue Bravi, "nulla ha a che vedere con il colore della pelle, quindi la discriminazione è una accusa diffamatoria per cui il Marina Bay farà sicuramente querela verso questa ricostruzione totalmente strumentale e parziale. Probabilmente l'inserimento in quella lista è stato il motivo che ha fatto scaturire la rabbia del ragazzo e probabilmente anche la versione data alla madre può essere una versione parziale. E' vero che non è stato fatto entrare ma il colore della pelle non c'entra nulla - conclude il legale: il Marina Bay ha uno staff multietnico, ha utenti multietnici, è un locale perfettamente integrato e inserito".

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