Cirinnà propone di dare in beneficenza i soldi ritrovati, il giudice dice no

Cronaca
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La senatrice del Pd ha replicato alle notizie diffuse oggi chiarendo di "aver semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto nel caso in cui caso i denari mi fossero consegnati. Ho detto chiaramente che quei soldi sarebbero andati in beneficienza all'Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma"

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Il “tesoro”, saltato fuori la scorsa estate durante i lavori di ristrutturazione della proprietà di Monica Cirinnà e del sindaco di Fiumicino Esterino Montino in Toscana, è tornato alla ribalta. In seguito alle notizie diffuse dalla stampa la senatrice del Partito Democratico ha voluto chiarire di non aver chiesto la restituzione delle 48 banconote da 500 euro, ritrovate nella sua proprietà, ma di aver semplicemente al giudice  cosa avrebbe fatto nel caso in cui la somma le fosse stata consegnata, affermando che sarebbe andata in beneficienza all'Associazione Olympia de Gouges. 

Un nuovo capitolo si aggiunge ora alla vicenda del ritrovamento della somma di danaro e della successiva archiviazione chiesta dal pubblico ministero che non aveva ravvisato alcun reato a carico dei due coniugi Dem.

La replica della senatrice Pd

"Vedo con rammarico che alcuni giornali tornano, con gravi imprecisioni, su fatti dei quali sono stata vittima un anno fa. Domani Il Messaggero pubblicherà una mia lettera, ma intanto ci tengo a smentire notizie non vere". Lo dichiara Monica Cirinnà, responsabile Diritti del Pd. "Da quasi un anno spiego a chiunque che la cuccia dove sono stati ritrovati dei soldi in contanti era in disuso da anni - aggiunge - era ai margini della nostra proprietà, in un luogo aperto al pubblico transito, non visibile dalla nostra abitazione e a ridosso della strada provinciale. "Ho da subito avvisato i carabinieri - spiega - e ho semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto nel caso in cui caso i denari mi fossero consegnati. Non restituiti, perché, appunto non sono miei. Ho detto chiaramente che quei soldi sarebbero andati in beneficienza all'Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma". "Sono molto dispiaciuta - conclude - che vengano tirati in ballo vicende private della mia famiglia che niente hanno a che vedere con questa storia. Io e la mia famiglia non siamo mai stati coinvolti nell'indagine che ha riguardato quei soldi. Indagine, ribadisco, archiviata. Purtroppo, la circolazione di notizie non vere, inesatte, incomplete e distorte sta generando un'ondata di reazioni violente nei confronti della mia persona e della mia famiglia che infangano il mio lavoro e il mio impegno politico".

L'istanza dell'esponente Pd

Secondo alcune ricostruzioni, attraverso il suo avvocato Giovanni Gori la senatrice avrebbe chiesto al Gip di “disporre la restituzione” della somma in suo favore, opponendosi alla confisca chiesta dal pm. “Ai sensi dell’articolo 932 del codice civile il tesoro, inteso come qualunque cosa mobile di pregio di cui nessuno può provare d’essere proprietario, appartiene – si legge nell’istanza della Cirinnà – al proprietario del fondo in cui si trova”.

Secondo il provvedimento del 20 giugno scorso redatto dal giudice delle indagini preliminari di Grosseto, “la richiesta di restituzione della Cirinnà non può essere accolta, poiché opera in questo caso la disciplina delle cose ritrovate”. “Esso spetta solo per metà al proprietario del fondo - spiega il magistrato - e per metà al ritrovatore: in questo caso, a Fabio Montino e all’operaio Fabio Rosati, per la quota di un quarto ciascuno”. Si attendono ora nuove mosse delle parti in causa mentre la somma di denaro resta sotto sequestro.

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