Dopo lo stop agli eventi dovuti alle restrizioni per la pandemia, tornano le processioni e le celebrazioni tradizionali dell'ultima domenica di luglio
E' uno dei momenti più amati dai suoi abitanti. Ovunque si siano trasferiti per motivi di lavoro, nel Nord Italia, nei paesi europei oppure oltreoceano, i caltabellottesi fanno in modo di poter tornare, negli ultimi giorni di luglio, per partecipare alla festa che esprime la profonda devozione nei confonti della Madonna dei Miracoli. Dopo la processione dell'oro donato in segno di devozione, che si svolge il sabato, è la domenica il giorno in cui si tiene l’evento più atteso per la cittadinanza. La vara della Madonna e quella del Crocifisso vengono fatte incontrare nella suggestiva piazza di fronte alla Chiesa della Madrice a strapiombo sulla vallata da cui da una parte si intravede il mare della costa agrigentina e dall'altra la zona interna della sicilia sud-occidentale.
Il “Tradizionale Incontro” tra il SS. Crocifisso e Maria SS. Dei Miracoli, viene suggellato da uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Poi ha inizio la lunga processione con le due pesanti vare portate a spalla in segno di sacrificio e devozione, dai fedeli, seguite dalle donne, molte scalze e a piedi nudi, scortate da due bande di musicisti, fino a notte fonda, per tutto il paese, lungo le ripide discese e le faticose salite che caratterizzano le strade di questo borgo arrampicato sulla montagna.
Un paese presepe, da cui Goethe nel suo viaggio in Italia rimase così affascinato al punto da definirlo "il più bello in Europa". Nota per le sue splendide e antiche chiese, i resti delle tombe preistoriche della Necropoli sicana, lo spendido panorama, grazie ad una posizione strategica che un tempo valse alla città lunghi periodi di splendore, Caltabellotta viene ricordata anche per la pace che qui fu siglata nel 1302 tra Aragonesi e Angioini che concluse di fatto la prima fase dei Vespri siciliani per il possesso della Sicilia.