Grecia, turista sopravvissuto in mare aggrappato a un pallone da calcio per 18 ore

Cronaca
Facebook Anastasia Chalkia

La storia a lieto fine di un 30enne macedone salvato da un pallone smarrito da due bambini in mare mentre attendeva di essere raggiunto dai soccorsi: è in buone condizioni. Nessuna speranza invece per l'amico di cui si sono perse le tracce

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Storia a lieto fine per un turista macedone, che nei giorni scorsi è sopravvissuto per ben 18 ore in mezzo al mare, al largo della penisola di Kassandra, in Grecia, riuscendo a restare aggrappato a un pallone da calcio trovato tra i flutti. I giornali riportano oggi il caso avvenuto alcuni giorni fa che ha coinvolto un 30enne di nome Ivan, che sabato 9 luglio è stato trascinato al largo dalle onde insieme all'amico, Martin Jovanovski, mentre nessuno dei due riusciva a tornare a riva. Subito allertata dai compagni di vacanza, la locale Guardia Costiera si è messa così sulle loro tracce.

 

Perse le speranze di ritrovare vivo l'amico

Vano purtroppo ogni tentativo di individuare invece Jovanovski, per il quale si è ormai persa ogni speranza. Il turista 30enne invece è stato avvistato il giorno dopo, domenica 10 luglio, da un elicottero dell'aeronautica militare. Era incredibilmente ancora vivo perché per 18 ore era riuscito a rimanere aggrappato a un salvagente di fortuna: un pallone da beach soccer rosso, giallo e blu capitatogli tra le mani in mezzo alle onde. Nonostante fosse quasi sgonfio, il pallone ha permesso al giovane macedone di risparmiare forze fisiche in attesa dell'arrivo dei soccorsi. È stato lo stesso Ivan a raccontarlo ai medici e agli infermieri che si sono presi cura di lui al centro sanitario di Kassandra, dove è stato trovato in buone condizioni di salute. La sindaca della città, Anastasia Chalkia, ha pubblicato su Facebook le foto del turista in ospedale e ha spiegato di essere "stata tenuta al corrente dell'andamento delle operazioni di salvataggio e sono molto felice del lieto fine dell'avventura del giovane". La palla alla quale l'uomo deve la vita è di proprietà di due fratellini di 11 e 6 anni che ci avevano giocato 10 giorni prima sull'isola di Lemno per poi perderla tra le onde.

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