Secondo il sottosegretario alla Salute il governo arriverà a una sintesi durante la prossima settimana. “Personalmente mi auguro che si vada nella direzione di una raccomandazione, quindi non più di un obbligo”, ha detto. “Negli italiani c’è una consapevolezza diversa, è il momento della fiducia”. Concorde nel mantenere l’obbligo in alcuni ambiti più affollati come mezzi di trasporto, cinema e supermercati
“La riflessione in merito all’utilizzo della mascherina al chiuso è ancora in corso nel governo. È vero che i numeri dei contagi sono ancora alti ma la pressione sugli ospedali registra numeri assolutamente gestibili”. A dirlo è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a Progress su Sky TG24. “Proprio guardando alla situazione pandemica, credo che l'obiettivo sia quello di arrivare a una convivenza con il virus, che non produca una pressione sui nostri ospedali”. Per quanto riguarda l’obbligo delle mascherine al chiuso, “personalmente mi auguro che si vada nella direzione di una raccomandazione, quindi non più di un obbligo”, ha ribadito il sottosegretario alla Salute (AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE).
“Negli italiani consapevolezza diversa, è momento di dare fiducia”
“Bisogna considerare che in questi due anni da parte dei cittadini vi è una consapevolezza diversa, una responsabilità diversa. Facciamo l'esempio delle mascherine all'aperto: nonostante abbiamo tolto l'obbligo ormai da tempo continuiamo a vedere cittadini che indossano la mascherina in luoghi affollati come le piazze. Una riflessione ovviamente è quella di mantenerla ancora in alcune situazioni specifiche: pensiamo ai mezzi di trasporto, ai supermercati e cinema, quei luoghi dove ovviamente vi è un'alta concentrazione di persone. Credo che sia giunto il momento di dare fiducia agli italiani dopo due anni di regole e di restrizioni, credo che sia giusto fare questo passo", ha affermato.
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Mascherine al chiuso: “Obiettivo non è contagio zero ma convivenza”
“Durante la prossima settimana arriveremo a una sintesi, ma vorrei chiarire che l'obiettivo non può essere il contagio zero. L'obiettivo è arrivare a una convivenza con questa pandemia. Come dicono i medici oggi la pressione sui nostri ospedali è gestibile quindi credo che sia giusto fare quell'ulteriore passo che ci avvicina alla normalità”, ha sottolineato Costa. “Tra l'altro chi oggi rischia ancora di più di finire in terapia intensiva non sono solamente gli immunodepressi o le persone che hanno altre patologie, ma purtroppo sono ancora quei cittadini che hanno deciso irresponsabilmente di non vaccinarsi. Fortunatamente siamo di fronte al 92% di cittadini che invece ha deciso di vaccinarsi ed è proprio per questo che oggi possiamo ragionare di tornare alla normalità e fare una riflessione anche sulle mascherine al chiuso”.
“Quarta dose poco partecipata, dobbiamo insistere”
Per quanto riguarda la campagna di vaccinazione per la quarta dose che sta ricevendo poca partecipazione, Costa afferma che “i numeri non sono certamente positivi, dobbiamo insistere con il veicolare il messaggio che è fondamentale per i soggetti più fragili”, ha affermato. “Così come dobbiamo insistere con tutti quei cittadini che devono ricevere la terza dose. Nonostante ci sia un allentamento delle misure restrittive, devono procedere alla somministrazione della terza dose perché è proprio quella che ci protegge di più delle conseguenze gravi della malattia”, ha chiarito il sottosegretario.
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Scuola: “Al banco si potrebbe eliminare”
Per quanto riguarda le mascherine all’interno delle scuole, si è già deciso che resteranno obbligatorie fino a fine anno scolastico. “Vorrei chiarire che io parlo di raccomandazione in senso generale pur ovviamente condividendo che in alcune situazioni invece possa essere utile ancora mantenere l’obbligo della mascherina al chiuso”, ha chiarito Costa. “Per quanto riguarda le scuole credo che durante le attività scolastiche, quando i nostri ragazzi e i nostri bambini sono seduti al loro banco per ascoltare l'insegnante, possa essere un momento in cui si possa togliere la mascherina, mantenendola invece nei momenti di aggregazione”.
Vaccino in autunno: “Parliamo di richiami annuali, non dosi aggiuntive”
Si è iniziato a parlare di un vaccino da somministrare in autunno per coprire anche le varianti. “Io eviterei di parlare di quarte o quinte dosi e inizierei a parlare piuttosto di richiami annuali. Questo è l'obiettivo a cui dobbiamo vogliamo arrivare, ci auguriamo che la scienza ci metta in queste condizioni e si arrivi a un vaccino che magari comprenda insieme sia l'antinfluenzale sia l'anti-Covid. Parlare di dosi aggiuntive mi pare un messaggio non corretto”, ha dichiarato Costa. Per quanto riguarda il vaccino anti-varianti, in questo momento in fase di sperimentazione, “la scienza ogni giorno sta studiando e sta lavorando per darci la possibilità di avere questo nuovo strumento”, ha detto il sottosegretario. “Dobbiamo rinnovare ogni giorno piena fiducia nella scienza, se oggi siamo in uno scenario migliore è perché proprio la scienza ci ha messo a disposizione in tempi rapidissimi il vaccino grazie alla cui protezione possiamo tenere sotto controllo la pressione sugli ospedali, permettendogli di continuare con l'attività ordinaria. E anche quella salva vite umane”, ha sottolineato.
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“Vaccino italiano? Burocrazia rallenta produzione”
"La produzione in Italia del vaccino ha subito un rallentamento. Stiamo creando le condizioni per farlo e sarebbe importante per il nostro Paese. Per quanto riguarda il vaccino italiano Reitera il percorso si è interrotto e non vedo la possibilità che venga ripreso", ha detto il sottosegretario alla Salute. "Si parla tanto di transizione ecologica, ma il nostro Paese avrebbe bisogno di una transizione burocratica. La burocrazia ha rallentato tanti investimenti, non possiamo permetterci più tempi lunghi", ha aggiunto. "Ci sono 11 miliardi destinati alle Regioni per l'edilizia sanitaria e non è stato ancora deciso come investirli e questo è incredibile".
Casi di reinfezione in aumento: "Nessuna preoccupazione"
"Siamo di fronte a una variante molto contagiosa e ci sono delle reinfezioni, ma queste grazie ai vaccini non producono casi gravi per cui non c’è da preoccuparsi, è una situazione tutto sommato di possibile convivenza", ha detto Costa commentando i dati dell'Istituto superiore di sanità secondo cui dal 24 agosto 2021 al 20 aprile 2022 sono stati segnalati 357.379 casi di reinfezione, pari a 3,2% del totale dei casi notificati.