Omicidio Nada Cella, arriva la svolta dopo 25 anni: indagata una donna

Cronaca

Il caso del delitto di Via Marsala è stato riaperto recentemente grazie al lavoro della criminologa Antonella Pesce, consulente della famiglia Cella insieme alla legale Sabrina Franzone

Svolta nell'indagine sul delitto di Nada Cella, uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari. Secondo la Procura, a ucciderla sarebbe stata una donna che oggi ha 53 anni e, a quanto si apprende, ora è indagata per omicidio volontario. Dietro il delitto, la gelosia per la vittima, anche in campo professionale. La giovane, allora 25 enne, era stata trovata uccisa all'interno dello studio di commercialista dove lavorava. I pm hanno disposto anche una perizia, affidata allo stesso consulente che si occupò del caso di Yara Gambirasio.

Cold case

Il caso del delitto di Via Marsala è stato riaperto recentemente grazie al lavoro della criminologa Antonella Pesce, consulente della famiglia Cella insieme alla legale Sabrina Franzone. Secondo gli investigatori della squadra mobile, l'indagata era invaghita di Marco Soracco - ai tempi dell'omicidio indagato e poi prosciolto - che però era innamorato di Nada, la sua segretaria. L'uomo, quella mattina, potrebbe avere visto la presunta assassina uscire dall'ufficio ma l'avrebbe coperta in tutti questi anni. Quando fu uccisa Nada Cella aveva 25 anni ma l'arma del delitto, un oggetto pesante con cui il killer l'ha colpita alla testa, non è mai stata ritrovata. 

L'uomo trovato morto per un colpo di pistola a Torino, vicino all'ospedale San Giovanni Bosco, è stato ucciso, 01 novembre 2021. Lo confermano fonti investigative. Sarebbe stato colpito appena risalito sulla sua auto dopo essere stato in un bar. A quanto si apprende era incensurato. 
ANSA/TINO ROMANO

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"Fiducia nella giustizia"

La madre della vittima, Silvana Smaniotto, ha commentato la svolta affidando le sue parola all'avvocata: "Abbiamo fiducia nella giustizia e speriamo che finalmente la verità venga a galla. Siamo contenti di questa svolta dovuta principalmente al decisivo interessamento della criminologa Antonella Delfino Pesci che con le sue intuizioni ha convinto la Procura a riaprire il caso. Ci speravamo, vista l'accuratezza con la quale la dottoressa Gabriella Dotto ha lavorato per individuare e incriminare

finalmente un possibile autore dell'efferato delitto", ha concluso.

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