Green pass, portuali Trieste: "Torniamo a lavoro". Poi il dietrofront: “Presidio continua”

Cronaca
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In serata, il Coordinamento aveva fatto sapere che dal 17 ottobre sarebbero riprese le attività: "Questa prima battaglia l'abbiamo vinta". Puzzer, riferendosi all’incontro al Senato, aveva detto: "Se il 30 non otteniamo il ritiro del certificato verde bloccheremo tutta l'Italia". Poi la contestazione da parte dei colleghi e il nuovo cambio di rotta: “Vi chiedo scusa, riscriveremo il comunicato. Il presidio va avanti”. Non è ancora chiaro se effettivamente i portuali torneranno al lavoro o continueranno la protesta

Prima l’annuncio della fine del presidio e il ritorno alle attività lavorative da domenica 17 ottobre. Poi le proteste di una parte dei manifestanti e il dietrofront. Momenti di confusione davanti al varco 4 del Porto di Trieste, dove dal 15 ottobre sono radunate diverse persone per la mobilitazione contro il Green pass. In un primo momento un comunicato del Coordinamento dei lavoratori portuali, che ha organizzato la protesta, annunciava: "Questa prima battaglia l'abbiamo vinta, da domani torniamo al lavoro”. Più tardi, Stefano Puzzer ha reso noto il nuovo cambio di rotta: “Vi chiedo scusa, riscriveremo il comunicato. Il presidio va avanti”. Intato i lavoratori del porto di Trieste passeranno la notte in presidio. Dopo ripresa la ripresa della protesta si è levato anche il coro 'leitmotiv' "la gente come noi non mollla mai". Non è però ancora chiaro se effettivamente  i portuali torneranno al lavoro o continueranno la protesta.

Il comunicato del Coordinamento dei lavoratori portuali

"Questa prima battaglia l'abbiamo vinta, dimostrando la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale", si leggeva in una nota diffusa dal Coordinamento dei lavoratori portuali. Occorre "fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni" - proseguiva il comunicato - dunque "da domani torniamo al lavoro - chi può - (per i portuali dal primo turno di lavoro del 17/10/2021) ma non ci fermiamo". Il primo passo, spiegava la nota, "sarà il 30 ottobre, quando delegazioni di lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone e degli altri scali italiani, delle forze dell'ordine, di sanitari, di giornalisti e di altre categorie di tutta Italia saranno accolte al Senato a Roma per far valere le ragioni di chi chiede l'abolizione del Green Pass per lavorare". "Se il 30 non otteniamo il ritiro del Green pass bloccheremo tutta l'Italia", aveva aggiunto Puzzer. Il comunicato ripercorreva poi nel dettaglio tutta la vicenda, definendo "criminale e ricattatorio" il decreto Green pass, che "nulla ha a che fare con la sicurezza sanitaria e la lotta contro il Covid-19, ma che ha lo scopo di dividere i lavoratori, costringendo una loro parte a pagare per lavorare".

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Puzzer: "Non andrò a lavorare fino a quando non lo ritireranno"

Dopo il comunicato, Puzzer aveva spiegato: "Abbiamo parlato con un rappresentante di governo, il 30 ottobre saremo alla Camera e al Senato senza creare confusione. Verranno con noi i rappresentanti di vigili del fuoco, giornalisti e sanitari". E aveva aggiunto: "Non andrò a lavorare fin quando non lo ritireranno. Domani staremo assieme, ma chi deve arrivare da fuori regione stia a casa a combattere li. Userò il mio tempo per raccogliere tutte le denunce quando i lavoratori verranno chiamati a lavorare senza green pass come oggi". La decisione di sciogliere il presidio però non era stata gradita da tutti e subito c'erano state delle contestazioni. "Non possiamo andare avanti, la gente dopo un po' si stancherà", si era difeso il portavoce del Clpt, assicurando che la battaglia andrà avanti. Così la sessantina di contestatori si era allontanata. Poco dopo, Puzzer ha annunciato il nuovo comunicato.

Operai della tipografia industriale "Arti Grafiche Civerchia" durante un turno di lavoro presso lo stabilimento di Latina, 23 aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

Workers of the "Arti Grafiche Civerchia" industrial typography during a shift at the Latina plant, 23 April 2020. ANSA/CLAUDIO PERI

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Il secondo giorno di manifestazione contro l'obbligo di green pass

Al porto di Trieste si protesta dal 15 ottobre, giorno in cui è entrato in vigore l'obbligo di green pass per i lavoratori. In migliaia hanno scioperato perché contrari alla certificazione verde. Il presidente dello scalo, Zeno D'Agostino, in serata, dopo il secondo giorno di manifestazioni, aveva avvertito: "Questa situazione non si può più tollerare, ho bisogno di un porto che funzioni". Nel secondo giorno di sit in, a metà pomeriggio, i manifestanti erano oltre 2mila e poi sono arrivati altri quattro pullman. A differenza del primo giorno, più passavano le ore e più sostenitori "No pass" si sono aggiunti, sposando la causa dei lavoratori. Sono arrivati anche da altre regioni. Nel parcheggio antistante il varco si sono fermati furgoni e camper, messi a disposizione per chi volesse riposare un pò. Per il resto si sono alternati momenti di cori "no Green pass" e "Libertà" al suono dei tamburi. Vicino ai tornelli le casse hanno risuonato hit evergreen e i presenti si sono uniti in coro. Sono arrivati cibo, bevande, birre. Il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste (Clpt), organizzatore della protesta, è stato ai varchi, ma l'attività del porto non si è fermata, nonostante la protesta. 

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Rallentamento attività ha interessato vari terminal

L'Authority ha spiegato che "il rallentamento delle attività ha interessato in modo diverso i vari terminal: in alcuni l'operatività è stata bassa, mentre per altri quasi a regime. Le differenze sono attribuibili alla difficoltà di formare delle squadre complete a causa dell'assenza di una parte dei lavoratori". Secondo il leader del Clpt, Stefano Puzzer, "è andato a lavorare attorno al 40% dei portuali su circa un migliaio. Di questo - ha detto - penso che il 10% sia senza Green pass". "Diverse aziende del Porto - ha sostenuto il Coordinamento in una nota - starebbero violando la normativa sull'obbligo del possesso ed esibizione della certificazione verde Covid19 per lavorare". 

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Al lavoro anche senza green pass

Nella nota, inviata a Prefettura, Questura, Asugi, Autorità portuale e Ispettorato del lavoro, si chiede di verificare la fondatezza di quanto sostenuto, invitando eventualmente "ad applicare le misure previste dalla normativa". Ed è poi durante una conferenza stampa che un lavoratore sprovvisto di carta verde è stato raggiunto al telefono da Puzzer e ha ammesso di essere comunque sul posto di lavoro. Dopo un controllo - ha informato successivamente il terminalista - il giovane è stato allontanato. Durante la protesta ci sono stati portuali,contraddistinti dalla pettorina, famiglie con bambini e sostenitori di varie età. Oggi è arrivato, tra gli altri, Enrico Montesano. "Il Green pass è una cosa inutile, che nulla ha a che vedere con la sanità, ma è una questione politica. Il Green pass è l'inizio di un controllo personale e individuale", ha detto al megafono. Il suo plauso è ai portuali, che hanno animato la protesta: "La classe operaia sta sempre un passo avanti".

People take part in the No Green Pass rally in Milan, Italy, 16 October 2021. Starting from 15 October, Italian workers from the public and private sectors are required to hold the 'Green Pass' vaccine passport. ANSA/MATTEO CORNER

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