
Porti, obbligo Green pass. Quali scali rischiano il blocco e quali no, da Trieste a Genova
Domani scatta l'obbligo di avere il certificato verde anche per i lavoratori degli scali portuali. Nel capoluogo giuliano il comitato dei lavoratori chiede che il governo faccia marcia in dietro. E proclama uno stop dei servizi "fino a quando necessario". Disagi anche nel primo porto ligure, dove si protesta e sciopera anche per questioni sui contratti integrativi

Domani, venerdì 15 ottobre, scatta l’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori, anche gli operatori portuali. Sale l’allarme per il rischio chiusure, a partire da Trieste, dove il comitato dei lavoratori del porto ha già dichiarato che, se il governo non farà cambio di marcia e ritirerà l’obbligo, lo scalo chiuderà. Si temono però disagi in tutta Italia. Il portavoce dei portuali triestini, Stefano Puzzer, ha dichiarato all’Huffington Post che il loro non sarà l’unico scalo a fermarsi
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Per scongiurare il rischio chiusure, il Viminale ha raccomandato in una circolare che le imprese portuali mettano “a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti", precisando che gli operatori economici "potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del green pass da parte dei dipendenti sprovvisti”. Da Palazzo Chigi trapela che non ci si aspetta il caos
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TRIESTE - Le aziende che operano nello scalo di Trieste si sono già dette disponibili - fino al 31 dicembre 2021, data fissata per la fine dello stato di emergenza nazionale e per l'obbligo di Green pass - a pagare i tamponi, "a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l'attività”. Scelta soddisfacente per i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che si sono quindi ritirati dalle proteste organizzate per domani
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Ma questo non è bastato a fermare le polemiche. Anche in tal caso, dichiarano i portuali di Trieste, il loro scalo - dove circa il 40% dei lavoratori non è vaccinato contro il Covid-19 - si fermerà
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I portuali triestini vanno anche oltre: “Ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”. In foto, la manifestazione dell'11 ottobre contro il Green pass a Trieste
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"Chiediamo a tutti di continuare, come possono, a portare avanti questa giusta lotta in difesa del diritto al lavoro e della libertà personale. Principalmente bloccando anche loro il lavoro a partire dal 15 e fino a quando sarà necessario", hanno dichiarato i lavoratori del porto di Trieste, precisando che “altre categorie” saranno ancora più in difficoltà di loro, se il governo non cancellerà l’obbligo di Green pass

Preoccupato Zeno D’Agostino (in foto), presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'adriatico Orientale, che minaccia le dimissioni se i lavoratori non cambieranno idea sul blocco del porto. "Venerdì guarderò la situazione e se il porto di Trieste non sarà governato dall'Autorità ma da altri, allora prenderò la decisione. Al momento vedo pochi margini di trattativa. Non è possibile un blocco a oltranza, anche perché il ritiro dell'obbligo di green pass non dipende nemmeno da me”

I danni economici del blocco potrebbero essere grandi, avverte la sezione friulana di Confetra, associazione che riunisce spedizionieri, agenti marittimi, terminalisti e spedizionieri doganali. “Rischiamo di bruciare in poche settimane 15 anni di lavoro e di sviluppo", dichiara Confetra in un comunicato, aggiungendo che dallo scalo triestino "dipende il sostentamento di oltre 10.000 famiglie". Intanto, navi per complessivi 10mila container dirette a Trieste hanno già cambiato rotta

GENOVA - Situazione tesa anche a Genova, dove il problema più grande sono i trasporti: si stima che il 30% degli autisti degli autotrasportatori che entrano in porto ogni giorno non abbia il pass, dice il leader della Uil Roberto Gulli. A questo si aggiunge lo sciopero proclamato dai dipendenti del terminal di Genova Prà per un contenzioso sui contratti integrativi e la protesta per i lunghi tempi di attesa per l'ingresso dei tir nel porto, che blocca lo stesso terminal

Sul fronte Green pass, Beppe Costa - presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria – ha fatto sapere che alcuni terminalisti del porto genovese pagheranno i tamponi ai dipendenti non vaccinati, precisando che “la decisione è di ogni singola azienda”. Anche la Culmv (Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie del porto di Genova) ha dichiarato che sta portando avanti trattative per “un accordo per tamponi a costo ridotto” per i soci

NAPOLI E SALERNO - Altri centri strategici per il sistema portuale italiano hanno invece fatto sapere che non sono previsti forti disagi a partire da venerdì 15 ottobre. Così a Napoli e Salerno, dove, riferiscono fonti sindacali, il numero dei lavoratori non vaccinati sarebbe minimo e non comprometterebbe le regolari attività dei due scali

I PORTI IN PUGLIA -Dovrebbe essere tranquilla la situazione anche in Puglia, nei cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi, "Non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi legati all'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass”, ha assicurato il segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che negli scali pugliesi il tasso di vaccinazione dei lavoratori si avvicina al 100%

PIOMBINO E LIVORNO - Anche dalla Toscana non arrivano segnalazioni di futuri disagi. Lo fa sapere l’autorità portuale che gestisce i porti di Livorno e Piombino

VENEZIA E CHIOGGIA – Situazione sotto controllo negli scali di Venezia e di Chioggia, ma sia il prefetto del capoluogo che l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale condividono la necessità di “gestire al meglio le criticità operative” per le nuove misure. Sia a porto Marghera che presso lo scalo di Chioggia saranno presenti tutti gli addetti alla sicurezza "qualora si verificasse la necessità di intervenire tempestivamente per risolvere situazioni potenzialmente critiche", in particolare per l'ingresso degli addetti nei luoghi di lavoro
RAVENNA – “Operatività garantita” nel porto di Ravenna, fa sapere Daniele Rossi, presidente dell'Autorità portuale ravennate, che si dice consapevole della possibilità che si creino “situazioni fisiologiche”. “Non ci aspettiamo che il 15 sia un giorno normale ma siamo certi che saranno giornate gestibili”, ha detto Rossi

I PORTI IN SARDEGNA – Nessuna protesta prevista nemmeno nei porti della Sardegna, dove -fanno sapere i sindacati Uiltrasporti, Fit Cisl e Filt Cgil – “la situazione è sotto controllo”, anche perché quasi tutti i 650 portuali della Regione sono già vaccinati contro il Covid-19. Il segretario della Filt, Arnaldo Boeddu, precisa che "molti di coloro che non erano vaccinati si sono resi conto che con il vaccino si lavora più tranquillamente e si è più liberi"

I sindacati non nascondono però “dubbi scaturiti dall’ultima circolare ministeriale” e hanno chiesto all’Autorità portuale del mare di Sardegna di aprire un confronto con le imprese portuali per evitare che il costo dei tamponi ricada sui lavoratori non vaccinati. Tuttavia, il segretario di UilTrasporti Sardegna William Zonca ha dichiarato che “non essendoci l'obbligo, le aziende hanno già detto che non si faranno carico del costo dei tamponi e, dunque, questa soluzione non è fattibile”

PALERMO - Non dovrebbero esserci grossi disagi nemmeno nel porto di Palermo, dove-su un totale di 450 lavoratori- soltanto il 7% non è vaccinato, afferma Giuseppe Todaro, presidente di Portitalia e Osp, le due società che operano nello scalo palermitano