
L'Istituto superiore di sanità, i ministeri della Salute e dell'Istruzione e le Regioni stanno vagliando norme uniformi sul tema. Tra le possibilità, niente didattica a distanza se in classe c'è un solo caso positivo, ma sorveglianza con i test dai 6 anni in su. Per i bambini del nido e della materna, isolamento della classe se il virus colpisce anche un solo alunno

Come gestire i casi positivi a scuola? Quando è necessario far scattare la quarantena? Quando si mette in isolamento l'intera classe e quando invece è sufficiente monitorare la situazione attraverso i test? L’Istituto superiore di sanità sta vagliando varie ipotesi per la gestione del Covid all’interno delle scuole. L’obiettivo principale è quello di studiare norme contro il ritorno alla didattica a distanza
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La bozza di un documento contenente le indicazioni "per l'individuazione e la gestione dei contatti di casi Covid-19 in ambito scolastico" è stata stilata dall'Istituto superiore di sanità, dai ministeri della Salute e dell'Istruzione, e dalle Regioni. Come anticipato da La Repubblica, si sta valutando una strategia di "sorveglianza con testing": i contatti del contagiato potranno rientrare in classe se negativi
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"La questione delle quarantene va risolta immediatamente, non possiamo perdere altro tempo: abbiamo fatto il necessario per la ripresa delle scuole. L'interpretazione di alcune Asl, le difficoltà e l'affanno che potrebbero vivere alcuni uffici del ministero della Salute non possono inficiare quanto messo in atto per riportare gli alunni in classe. Ci aspettiamo indicazioni da parte del ministero della Salute come garantito durante l'ultimo incontro, e riteniamo indispensabile la pubblicazione di una nota che imponga una gestione omogenea", dicono Cisl e Flc Cgil
Covid, Gimbe: "Obiettivo scuola in presenza 100% a rischio"La mancanza di regole certe e uguali per tutti sta destabilizzando il mondo della scuola: la gestione dei casi di Covid-19 all'interno degli istituti sta mettendo in crisi i dirigenti scolastici, che si trovano ad assumere responsabilità non di loro competenza, come quella di decidere quale comportamento adottare nelle classi dove ci siano uno o più positivi

Sono stati segnalati difetti di comunicazione e di trasmissione di informazioni tra le Asl e gli istituti scolastici sulle misure da adottare. Le indicazioni arrivano con ritardo, e questo complica la gestione dei casi di Covid-19 nelle aule

Con l'aumento dei casi di quarantena e il ritorno in Dad per alcuni alunni, si sta valutando di ridurre il periodo di isolamento dei ragazzi che si sono vaccinati per salvare la scuola in presenza

Ad oggi, la regola in vigore è la seguente: in presenza di uno studente positivo, tutta la classe finisce in quarantena. L'isolamento dura 7 giorni per i vaccinati, 10 per i ragazzi che non lo sono (almeno per gli alunni dai 12 anni in su). Prima di rientrare a scuola è necessario fare il tampone, che deve risultare negativo. Ma di fatto sono le Asl a decidere di volta in volta come bisogna comportarsi, pertanto le regole non risultano uguali per tutti: ecco perché è ecessario un piano di azione uniforme

Alcune Regioni stanno spingendo affinché venga abolito l'isolamento (ossia la quarantena) per gli studenti vaccinati di una classe in cui c'è un caso di coronavirus, optando invece per una sorveglianza con i test per i compagni di classe. Isolamento per tutta la classe, invece, se il virus colpisce un bambino con meno di 6 anni, che quindi frequenta l’asilo nido o la scuola materna

L’intenzione è andare "verso un contenimento della quarantena per chi è vaccinato", come ha anticipato il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. E, come ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, tale contenimento avverrà attraverso "l'uso mirato dei tamponi che possono consentire, proprio per la specificità del contatto, la didattica in presenza". Ma ciò può avvenire anche attraverso un'interpretazione meno restrittiva del concetto di "contatto stretto”, ha spiegato l’esperto

Con le nuove regole, in altre parole, la quarantena non scatterebbe in maniera immediata: se i compagni dello studente positivo dovessero risultare tutti negativi al test, la didattica in presenza non subirebbe alcuno stop. I ragazzi verrebbero poi monitorati dopo cinque giorni dal primo tampone. Se dovesse esserci un nuovo caso positivo, scatterebbe la Dad ma solo per i non vaccinati

In presenza di almeno tre casi positivi, per tutti gli studenti di quella classe scatterebbe la quarantena e, di conseguenza, la didattica a distanza di dieci giorni per i non vaccinati e di sette per i vaccinati (proprio come accade ora). Per gli studenti sotto i 12 anni, l’isolamento scatta in presenza di due casi positivi tra i compagni

Scettica Elvira Serafini dello Snals: "Mettere in isolamento solo il compagno di banco o solo chi ha avuto uno stretto contatto col contagiato non è la soluzione del problema: all'interno della classe c'è sempre un contatto tra gli studenti. Quarantene troppo ridotte non ci convincono, temiamo trasmissione troppo veloci del virus"

"Auspichiamo che il decreto di prossima pubblicazione fornisca indicazioni specifiche e univoche sulla quarantena degli studenti. Solo in tal modo sarà possibile un'efficace collaborazione tra scuole e dipartimenti di prevenzione", ha dichiarato all'Ansa Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp. "Se, come sembra, l'essere stati vaccinati rappresenterà un vantaggio per ridurre i tempi della quarantena, ricordiamo che tale indicatore non potrà essere utilizzato per gli alunni di età inferiore ai 12 anni"

Le indicazioni da parte di Iss, ministero della Salute e Regioni saranno definite questa settimana