Scuola, sanità e trasporti, Usb e Cobas scendono in piazza

Sardegna
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Lunedì 11 sciopero generale e manifestazione a Cagliari

Scuola, continuità territoriale, industria e crisi peggiorata dopo il Covid. Sono alcuni dei temi che hanno convinto Cobas e Usb a scendere in piazza in Sardegna per lo sciopero generale dei dipendenti pubblici e privati.

 Raduno previsto in piazza Garibaldi lunedì alle 10, poi corteo sino a piazza del Carmine e interventi. Anche gli studenti si stanno mobilitando per aderire alla manifestazione di Cagliari. "Uno sciopero contro l'operato del governo- ha spiegato in conferenza stampa Enrico Rubiu, dell'Usb - che doveva dare. E che invece sta togliendo. Stanno chiudendo tante fabbriche, stiamo perdendo posto di lavoro. E in Sardegna ancora aspettiamo soluzioni ad esempio per Sider Alloys ed Eurallumina". Molto scetticismo anche sui fondi del Pnnr: "Sarebbero dovuti essere soldi senza condizioni - ha detto Rubiu - e invece ce ne sono tantissime, 528 a leggere il documento. Non ci copriranno di finanziamenti, qui arriveranno solo le briciole. La riforma fiscale? È peggiorativa per i redditi medio bassi". In Sardegna molta preoccupazione per la continuità territoriale: "Governo e Regione - ha aggiunto - si stanno dando la zappa sui piedi. Ma ad avere la peggio saranno i sardi: una situazione incredibile".

Temi ribaditi anche dai Cobas con Andrea De Giorgi. A proposito della scuola i Comitati di base chiedono "investimenti e riduzione del numero di alunni per classe, l'aumento degli organici con l'assunzione dei docenti con 3 anni di servizio e degli Ata con 2". E poi interventi immediati e di lungo periodo nell'edilizia scolastica e nei trasporti locali. Non solo istruzione. Gli investimenti secondo i Cobas devono riguardare anche la salute "contro l'aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità".

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