
Green pass esteso, in Italia ipotesi per trasporti a lunga distanza: cosa sappiamo
Divide la politica e gli esperti la possibile estensione dell’obbligatorietà del certificato anche per luoghi e situazioni che attualmente non lo richiedono. Preoccupa la variante Delta ma il modello francese, al momento, è escluso. Tutte le opzioni al vaglio del governo verranno valutate in occasione della cabina di regia lunedì 19 o martedì 20 luglio

Il Green pass e le circostanze della sua obbligatorietà sono gli argomenti di principale discussione nel mondo politico e tra gli esperti. La variante Delta avanza e preoccupa, così sono diverse le opzioni che il governo sta valutando per cercare provvedimenti idonei ad arginare la risalita dei contagi che nel mese di luglio ha conosciuto percentuali di crescita importanti
Lo speciale coronavirus
Estendere l'obbligatorietà del Green pass per l'accesso ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza: è questa una delle ipotesi che, secondo fonti di governo, sarà valutata in occasione della cabina di regia lunedì 19 o martedì 20 luglio. Tra i provvedimenti verso cui si tende, c'è anche quello di riservare - almeno per alcune attività - l'utilizzo del green pass solo dopo aver fatto la seconda dose di vaccino, in linea con l'Ue
Covid, Sileri: "No green pass alla francese, contagi ancora bassi"
Un utilizzo diffuso del pass - a quanto si apprende - eviterebbe il ricorso a misure più restrittive. Su questo fronte, avanza l'ipotesi di un maggior peso dell'Rt ospedaliero sui profili di rischio da assegnare alle regioni. Resta esclusa però, almeno al momento, l’ipotesi di un utilizzo del Green pass sul modello francese: oltralpe, infatti, è stata stabilità l’obbligatorietà del certificato imposto da Macron per poter accedere a quasi tutte le attività sociali e pubbliche
Variante Delta: curva risale in Italia, si rischia una quarta ondata ma è evitabile
"In tutti questi mesi di pandemia gli italiani hanno accettato responsabilmente di limitare la propria libertà per un preminente interesse di salute pubblica. Dopo tutto questo non si può tornare indietro", ha fatto sapere, attraverso un post su Facebook, il M5s

"Ci sono luoghi con grandi afflussi di persone dagli stadi ai concerti fino alle discoteche, che devono aprire e per queste attività riteniamo certamente utile l'introduzione di un Green pass", ma è "diverso il discorso per attività come bar o ristoranti: in questo momento introdurre il Green pass per accedervi significherebbe solamente limitare una ripresa così faticosa, dopo mesi di sacrifici", ha fatto sapere il Movimento

A confermare la non necessità attuale di conformarsi al modello francese è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: "Parlare oggi di un Green pass alla francese ha senso fino a un certo punto perché con un'Italia ancora tutta bianca e con i contagi ancora bassi può avere un'utilità per i viaggi e per i grandi eventi. Può anche però avere un senso in visione prospettica, ad alcune settimane da oggi. I contagi stanno salendo e quindi dobbiamo valutare innanzitutto l'impatto sui nostri ospedali"

Lo stesso Sileri ha poi aggiunto: "Credo che sarà un impatto minimo perché oggi i contagi sono prevalentemente tra giovani e tra non vaccinati, quindi i ricoveri saranno sicuramente meno rispetto a quando nessuno era vaccinato. I parametri -prosegue - devono essere basati sulle ospedalizzazioni dovute ai contagi. Il Green pass è lo strumento adatto da utilizzare per gli eventi a rischio di assembramento. Facendo l'esempio degli stadi li vorrei più pieni possibile e più sicuri possibile, per questo il green pass è un'opportunità. Lo stesso vale per le discoteche"

Sulla questione si è espresso anche il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini: "Credo sia normale su un tema importante come" il Green pass "avere sensibilità differenti, è capitato anche in passato. Sono fiduciosa che anche su questo tema si troverà una soluzione unitaria. Se non vogliamo tornare a dover chiudere il Paese non possiamo perdere tempo e non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti"

Ad avvertire sulla pericolosità della variante Delta è però il professor Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all'Università Cattolica di Roma: "La variante Delta è molto contagiosa e temibilissima, quindi vacciniamo, vacciniamo e vacciniamo. E introduciamo il Green pass per tutte quelle situazioni in cui c'è aggregazione"

Sul Green pass esteso Ricciardi aggiunge: "Mi sembra un falso problema, quello che dobbiamo fare è vaccinare più persone possibile e continuare con il Green pass che limita la possibilità di circolazione dei soggetti contagiati. Se facciamo così il problema non si pone perché teniamo sotto controllo sia la circolazione del virus che la protezione delle persone più vulnerabili. Quindi bisogna vedere il problema da un altro punto di vista"

Il Green pass alla francese non è considerata un’opzione realizzabile neppure per la Fondazione Gimbe: "Se per limitare la circolazione del virus rimangono fondamentali i comportamenti virtuosi, l'utilizzo del Green pass sul modello francese per l'accesso a bar, ristoranti e altre attività, seppur auspicabile, è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli che dovrebbero essere fronteggiati e rimossi"

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in occasione del rapporto settimanale della Fondazione ha inoltre confermato che "l'indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi in tutte le Regioni genera un rischio di discriminazione; in secondo luogo - aggiunge - servono strumenti e risorse per controlli serrati e sistematici; infine, manca una legge sull'obbligo vaccinale per chi svolge mansioni a contatto col pubblico"