Covid, Smi: per la terza dose convocare un tavolo nazionale
In merito al piano legato a una terza dose vaccinale contro Sars-Cov-2, lo Smi, il Sindacato dei medici italiani, chiede una convocazione di un tavolo nazionale "per delineare una organizzazione che risulti omogenea in tutta Italia e per concordare un finanziamento adeguato per l'impegno dei medici di medicina generale". Pina Onotri, segretario generale dello Smi, commenta così le parole del Commissario Figliuolo, che auspica per la terza dose vaccinale un passaggio dagli hub più grandi agli ospedali, ai medici di medicina generale, alle farmacie e ai punti vaccinali aziendali. "Queste nostre raccomandazioni scaturiscono mettendo a confronto sia i finanziamenti per la messa in opera degli hub vaccinali, sia le laute retribuzioni del personale sanitario ed amministrativo impegnato negli hub - aggiunge - per questo, se i medici di famiglia saranno coinvolti nell'eventuale somministrazione della terza dose, dovranno essere retribuiti per la loro autonoma organizzazione, perché la vaccinazione anti Covid non è assimilabile ad una campagna vaccinale normale, alla luce di quello che è stato previsto per la costituzione degli hub vaccinali". Per Onotri, "nei grandi centri vaccinali si sono visti fiumi di finanziamenti per mettere in piedi le strutture hub, per organizzarle, per dotarle di personale amministrativo e sanitario. I finanziamenti sono serviti, inoltre, per pagare gli stessi soggetti vaccinatori dei centri vaccinali, con tariffe che vanno dagli 80 euro alle 40 euro all'ora, mentre i medici di famiglia hanno una retribuzione di 6 euro lordi ad inoculazione, che non riesce a coprire il costo del personale infermieristico e amministrativo".