Il fascicolo passa alla giudice Elena Ceriotti, titolare del ruolo, che era stata esonerata per smaltire il carico di lavoro arretrato e sostituita da Donatella Banci Buonamici come supplente. Protestano le difese degli indagati: "Anomalo". La Procura di Verbania chiede ora al Tribunale del Riesame di annullare la scarcerazione dei tre fermati
Cambia in corso d’opera il giudice del procedimento sulla tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone (FOTO - LE VITTIME - I PRECEDENTI). Su decisione del presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco, il fascicolo passa al gip Elena Ceriotti, "titolare per tabella del ruolo", che era stato assunto dal presidente dell'ufficio gip Donatella Banci Buonamici come supplente per la convalida del fermo, in quanto la collega era assente perché esonerata per consentirle di smaltire del carico di lavoro arretrato. Poco dopo la notizia, la Procura della Repubblica di Verbania ha fatto sapere che chiederà al Tribunale del Riesame di annullare il provvedimento con cui il gip Banci Buonamici lo scorso 29 maggio aveva rigettato la richiesta di misura cautelare per Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e per Enrico Perocchio, l'ingegnere direttore di esercizio: il ricorso sarà depositato martedì. La decisione comporta inoltre il rischio di un allungamento dei tempi per la decisione sulla richiesta dell'incidente probatorio avanzata dalla difesa di Gabriele Tadini.
Le proteste della difesa
Protestano i legali della difesa: l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Tadini, capo servizio della funivia e unico dei tre fermati ad essere agli arresti domiciliari, attacca: "Non si è mai visto un provvedimento del genere”. Il legale di Nerini, l'avvocato Pasquale Pantano, lo definisce “un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l'arbitro nonostante tutti riconoscano abbia operato bene".
La spiegazione del presidente del tribunale di Verbania
Come si legge nel provvedimento del Presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco, "il giudice assegnatario del procedimento, si sarebbe dovuto individuare, in caso di assenza o impedimento del gip titolare, in via gradata" tra gli altri giudici dell'ufficio, escludendo il presidente Donatella Banci Buonamici. Il giudice Banci, all'indomani dei fermi, con un provvedimento si era assegnata il fascicolo della collega Elena Ceriotti, la titolare a cui ora è stato riassegnato il procedimento, esonerata per consentirle di smaltire il carico di lavoro arretrato. Ma per Montefusco "tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo, non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione" dei magistrati dell'ufficio gip-gup, si legge nell'atto trasmesso al Presidente della Corte d'Appello, al Procuratore Generale e al Consiglio giudiziario di Torino, nonché alla Procura e all'Ordine degli avvocati di Verbania.
La Procura chiede Riesame su scarcerazione dei tre fermati
L'appello al Tribunale del Riesame per annullare l’ordinanza con cui la giudice Banci Buonamici aveva scarcerato i tre fermati dovrebbe essere depositato martedì. Con questa mossa i pm chiedono l'annullamento della parte del provvedimento con cui la gip Banci Buonamici lo scorso 29 maggio non ha accolto la richiesta della misura cautelare per Nerini e Perocchio. Il giudice ha disposto i domiciliari solo per Gabriele Tadini, il caposervizio che ha raccontato dell'uso dei forchettoni per aggirare i problemi che presentava la cabina numero 3, quella poi precipitata. Per gli inquirenti e gli investigatori questa scelta sarebbe stata "condivisa" dai tre indagati.
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Si tenterà di rimuovere la cabina della funivia con un elicottero
Intanto le indagini sulla tragedia procedono. Dopo un sopralluogo, svolto in giornata, si è deciso che “si tenterà di rimuovere la cabina della funivia precipitata sulle pendici del Mottarone in un unico blocco, prelevandola con un elicottero. Se non sarà possibile si potrebbe procedere al taglio in due prima di spostarla”. Sono le valutazioni emerse dopo l’ispezione alla quale ha partecipato un team speciale dei Vigili del fuoco di cui fanno parte anche i piloti, e il perito nominato dalla Procura della Repubblica di Verbania. "La soluzione migliore – ha spiegato il capitano Luca Geminale, comandante della Compagnia dei carabinieri di Verbania - è la rimozione in un colpo solo di tutta la cabina, per preservarne l'integrità del corpo anche per un discorso di accertamenti investigativi. Se ciò non fosse possibile si dovrà procedere al taglio della cabina in due parti prima di rimuoverla".