N.E.R.D. Non è roba per donne, la rubrica sugli stereotipi di genere

Cronaca

Monica Peruzzi

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Uno spazio di approfondimento per affrontare gli stereotipi di genere, capirli e scardinarli, attraverso la voce delle donne che stanno cambiando il mondo

Se avessimo una macchina nel tempo, dovremmo impostare le lancette al 2227, in avanti di 257 anni, per vivere in un Mondo in cui donne e uomini saranno retribuiti nello stesso modo, per svolgere le medesime mansioni. Un traguardo lontanissimo, direte voi, per colmare quello che, in inglese, si chiama “gender paygap”, ovvero la differenza di salario dovuta al genere. E’l’ultimo studio del World Economic Forum a indicare il momento in cui questo fenomeno potrebbe sparire. Ma il condizionale è d’obbligo, perché quando si parla di diritti, nulla è scritto nella pietra, nulla è insindacabile. Due secoli e mezzo di storia sono lunghi da passare e nel frattempo potrebbero accadere molte cose. 

Perché questa rubrica?

Il covid, ad esempio, ha peggiorato la situazione per le donne, tanto che fino a 12 mesi fa quelle lancette avrebbero segnato il 2207, 50 anni in meno. Cerchiamo di capire perché e quali sono i fattori che il World Economic Forum ha preso in considerazione. Intanto lo stipendio medio di una donna che, in un anno, guadagna circa la metà di unnuomo, 11.500 dollari, contro i 21.500 dei colleghi. Ma quello che sposta sempre più in avanti la data per l’agognata parità, è il fatto che ai posti di comando, dove si scrivono le regole e si prendono le decisioni, le donne faticano a entrare. Questa assenza ai vertici determina un’altra difficoltà: farsi ascoltare, sul posto di lavoro. Non solo.

1 donna su 2 fuori dal mercato del lavoro

Dietro una discriminazione così evidente si celano i pregiudizi legati alla maternità e l’assenza nei settori di grande espansione, legati all’intelligenza artificiale, all’ingegneria, all’analisi dei dati. Un’assenza che pesa, in realtà, in ogni settore, visto che solo 1 Donna su 2, in questo momento, è all’interno del mondo del lavoro. Una volta tanto, però, l’Italia non è maglia nera.  Secondo gli ultimi dati dell’Ocse relativi al 2016 (che non tengono in conto il dramma che migliaia di donne stanno vivendo dopo l’emergenza virus), il divario salariale era del 5,6%. Nulla contro il 16% della Gran Bretagna e il 18.6 degli Stati Uniti, dove a pesare è anche il colore della pelle, con le donne nere che devono lavorare sette mesi e mezzo in più rispetto a un uomo bianco, per guadagnare gli stessi soldi. La strada per la piena uguaglianza è ancora lunga. 

Il progetto di Sky Tg24 dedicato alle donne

Il nostro obiettivo è raccontare ogni aspetto, ogni difficoltà, vissuta dalle donne, che rappresentano il cuore di ogni società ma che sono state messe all'angolo fino a ora.. Affronteremo a viso aperto le questioni, analizzando gli stereotipi che hanno ingabbiato generazioni di donne, in un mmomento in cui, con il Recovery fund, c'è la concreta possibilità di cambiare le cose e creare un mondo davvero uguale.  L’obiettivo è quello di proporre storie che siano di esempio e stimolo per le donne di tutte le età. Soprattutto nello mondo delle Stem, le materie tecnico scientifiche, come fisica, matematica, ingegneria, chimica, informatica, in cui la presenza femminile è ancora una parte piccolissima, proprio a causa di quei pregiudizi che vorrebbero queste discipline appannaggio dei maschi.

 

N.e.r.d. Non è roba per donne

Ecco perché abbiamo pensato di dare questo titolo alla prima rubrica social del progetto: N.e.r.d. Non è roba per donne. Ormai si sa, essere fuori dal mondo delle Stem significa rimanere ai margini del futuro, che sarà sempre più tecnologico, in ogni aspetto. Significa condannarsi alla dipendenza economica dai propri compagni. E abbiamo ben presente quanto possa essere pericoloso questo aspetto, quando si affronta il tema della violenza domestica e dei femminicidi. La nostra redazione è aperta anche alle vostre segnalazioni e alle vostre storie. Scriveteci e arriveremo da voi, per raccontare il Mondo che cambia, con noi.

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