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L' eredità di Alfredino, andare oltre Vermicino

Cronaca

Bruno Ployer

Quaranta anni dopo la tragedia di Alfredino Rampi, l'associazione che porta il suo nome continua a raccogliere l'appello della madre del bambino precipitato e morto in un pozzo "Perché non accada mai più"

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Il Centro Alfredo Rampi fu fondato nel 1981, dopo la tragedia di Vermicino. In quel Giugno di 40 anni fa Alfredino, sei anni, perse la vita dopo giorni di agonia in seguito alla caduta in un pozzo nelle campagne della località vicino a Roma. I soccorsi fallirono e la televisione trasmise in diretta per molte ore dal luogo dell’evento. Era la prima diretta in tv di un fatto di cronaca. Furono giorni di sofferenza nazionale, testimoniata dalla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che accorse sul bordo del pozzo in cui il piccolo era precipitato. Il volto sofferente del Presidente, la concitazione dei soccorsi, i tentativi di salvataggio che uno dopo l’altro andarono male, sono entrati nella memoria della Nazione. Quell’evento generò un diffuso desiderio di riscatto, di cui si fece portavoce lo stesso Pertini, dicendo alla signora Rampi, tuttora presidente onorario del Centro Alfredo Rampi, che era il momento di dare vita a un’organizzazione seria della Protezione civile. Da allora l'associazione si è dedicata a sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla rilevanza dei temi legati alla sicurezza e a stimolare l’impegno nel campo della prevenzione e del soccorso, raccogliendo l'appello della mamma di Alfredino affinché fatti come quello  non succedano più. Il 12 Giugno i 40 anni di attività del Centro saranno il tema di una giornata di ricordo e progetti all’auditorium di Via della Conciliazione a Roma.

 

L'alba della Protezione civile

 

“Il nostro grande risultato è stato quello di aver smosso le cose, di aver dato un volto più importante e professionale al volontariato- dice la presidente del Centro, Rita Di Iorio-. Siamo partiti nel 1982 con l’educazione ai rischi ambientali e con il primo campeggio di Protezione civile per i ragazzi, per passare poi a promuovere la cultura della formazione e della sicurezza, al miglioramento del soccorso, sia logistico che psicologico.  Non dimentichiamo che all’inizio abbiamo lavorato, in particolare Franca Rampi, con l’onorevole Zamberletti per promuovere la legge di Protezione civile nazionale, che abbiamo dal 1992. E’ un fiore all’occhiello per l’Italia, un importante punto di riferimento.”

Il Centro Alfredo Rampi vuole celebrare il quarantennale con 'l’affermazione della vita'. “Tutti i momenti del nostro evento saranno un modo di testimoniare come è possibile andare più in là- dice lo psicologo Daniele Biondo.- Gli esseri umani hanno sempre trovato il modo di superare il senso di impotenza generato dalle catastrofi, come la pandemia che abbiamo vissuto.  Noi lo facciamo attraverso la testimonianza dell’impegno civile della nostra associazione, non solo quello dei nostri volontari e operatori, anche di tutti i cittadini e istituzioni che con noi hanno costruito il sistema nazionale di Protezione civile, di prevenzione degli incidenti e delle catastrofi. E’ una forma di resilienza collettiva che proprio l’evento di Vermicino ha messo in moto."

 

Perché secondo lei i fatti di Vermicino dopo 40 anni sono ancora impressi nella memoria degli Italiani?

 

“Da psicologo dell’emergenza posso dire che quello è stato un trauma collettivo, che abbiamo tutti vissuto- risponde Biondo-. Fu spettacolarizzato quello che si pensava sarebbe stato un salvataggio, ma purtroppo è stato spettacolarizzato il fallimento di un intervento. Credo che oggi più che mai questo trauma abbia bisogno di essere elaborato dalla collettività. Se ne parla perché così accade per ogni trauma che colpisce la nostra vita. Ora però abbiamo forse trovato il modo di parlarne per andare oltre. Lasciarci insomma alle spalle Vermicino per vedere tutto ciò che di buono è nato da quell’evento.”

 

"Alfredino - Una storia italiana"

 

Durante la  giornata organizzata per il 12 Giugno dal Centro ci sarà spazio  per il contributo che l’arte può dare alla resilienza. Sarà anche proiettato in anteprima l’episodio di apertura di “Alfredino-Una storia italiana”, la miniserie prodotta da

Sky e da Marco Belardi per Lotus Production. Accanto ad Anna Foglietta  nel ruolo di Franca Rampi, madre di Alfredino, nel cast ci sono: Francesco Acquaroli nella parte del comandante dei Vigili del fuoco Elveno Pastorelli; Vinicio Marchioni, che interpreta Nando Broglio, il vigile del fuoco che provò a tenere compagnia e a motivare Alfredo durante quelle terribili ore; Luca Angeletti  come Ferdinando Rampi, padre di Alfredo, La prima TV sarà il 21 e il 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su NOW.

"Abbiamo collaborato alla realizzazione della miniserie di Sky per garantire la veridicità del racconto.- spiega la presidente Rita Di Iorio.- La famiglia Rampi ha nominato dei procuratori. La storia è stata trattata con molta delicatezza e correttezza, mettendo in atto il nostro stimolo iniziale, quello di andare oltre Vermicino. Il centro Rampi ha significato un grosso cambiamento. Da un evento drammatico, come spesso accade in Italia, sono nate cose molto importanti per i cittadini: dal Centro Alfredo Rampi alla Protezione Civile al lavoro per rendere più sicuri l’ambiente e la gestione delle emergenze in Italia. Questo spirito è reso molto bene nella mini-serie.”