
Coprifuoco, anche gli esperti si dividono: ecco i pareri di favorevoli e contrari
Tra chi è a favore della misura e chi no, il divieto di uscire dopo le 22 è una questione che fa discutere anche il mondo scientifico. Secondo alcuni è necessario per non far ri-esplodere i livelli di contagio. Per altri, invece, non ci sono prove scientifiche della validità di questo provvedimento

Il coprifuoco come misura anti-Covid è una delle questioni che maggiormente sta dividendo non solo la politica ma anche gli esperti. Tra chi è favorevole e chi no, il divieto di uscire dopo le 22 è al centro delle discussioni anche tra virologi, infettivologi ed epidemiologi
GLI AGGIORNAMENTI LIVE SUL CORONAVIRUS
Contrario all'abolizione del coprifuoco è il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell'università di Padova: "L'analisi della pandemia è principalmente un problema probabilistico: è evidente che il virus si trasmette alle 8 del mattino come alle 23 di sera, ma se fai il coprifuoco si riduce la probabilità che la gente si incontri e che quindi il virus si trasmetta"
Coprifuoco, verso lo stop fra fine maggio e inizio giugno: le ipotesi
"Se allentiamo le misure di restrizione, il contagio è destinato necessariamente ad aumentare. Il rischio di richiudere è molto alto", ha recentemente affermato lo stesso Andrea Crisanti
Covid, zone rosse locali: ecco le restrizioni in vigore nei Comuni
Chi difende il coprifuoco è anche Massimo Galli, direttore della struttura di Malattie Infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, secondo il quale "uscire la sera è una delle quattro situazioni della giornata in cui è verosimile avere un rimescolamento di popolazione e diffusione del virus". "Nell'arco della giornata – spiega Galli - esistono quattro condizioni che implicano movimento e il rimescolarsi della popolazione: l'andare al lavoro o a scuola, lo stare al lavoro o a scuola, il tornare a casa e l'uscire la sera"
La situazione in Italia: grafici e mappe
"In tutte queste situazioni - aggiunge l'esperto - verosimilmente si hanno contatti e ci si mischia con gente diversa, con o senza precauzioni, a seconda dei comportamenti dei singoli individui". "Le limitazioni serali servono a disincentivare i movimenti. Se non si capisce questa cosa - conclude Galli - si andrà avanti a discutere all'infinito, ma non dovrebbe esser difficile da capire. Se poi ci si vuol fare polemica politica è un'altra questione"
Vaccini Covid, da lunedì al via le prenotazioni per gli over 50: ecco il piano
Anche Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico, è contrario al prolungamento dell'orario di libera uscita: anche se "non c'è nessun dato scientifico su cosa voglia dire tenere un'ora in più aperti o un'ora chiusi", indicare che questa è la scelta migliore è un atteggiamento volto a mitigare il rischio

L'immunologo dell'Università Statale di Milano, su cosa implichi tenere aperti ristoranti e bar un'ora in più la sera, ha precisato: "Non esiste un dato scientifico, come nel 99% delle cose che ci hanno interessato di questa pandemia e che sono state decise sulla base di supposizioni scientifiche con la tendenza a mitigare il rischio"

Dello stesso avviso è l'epidemiologa Stefania Salmaso: "Non capisco la battaglia sul coprifuoco. Questo provvedimento è adottato in tanti altri Paesi europei e anche con criteri più stretti. Il fatto che dicono che è una scemenza non ha basi solide. Le basi le ha perché dove viene adottato ha effetto"

Sulla vicenda si è espresso nei giorni scorsi anche il virologo dell'Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco: "Bisogna aspettare ancora un po', siamo come una molla compressa molto, se lasciamo andare tutto all'improvviso può determinare effetti pericolosi"

Il virologo ha suggerito di "andare piano e vedere man mano gli effetti delle riaperture, non cadiamo in un liberi tutti"

Lo stesso membro del Comitato tecnico scientifico della Lombardia e direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano, ha ricordato: "Hanno voluto ridurre il numero di contatti, perché ogni contatto è a rischio, anche se basso, e se di contatti ne abbiamo molti, possiamo inciampare nell'infezione"

Secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova, "vietare di uscire di casa dopo le 22 per ben 7 mesi è il provvedimento più liberticida fra quelli che sono stati presi". Lo stesso afferma che il coprifuoco non solo "non ha basi scientifiche", ma addirittura "può essere controproducente"

Il problema del coprifuoco dal punto di vista scientifico, precisa Bassetti, ordinario di infettivologia all'Università di Genova, "è che non abbiamo dati per dire che funzioni. Sappiamo che da quando è stato istituito ha dato risultati ma insieme ad altri provvedimenti, come la chiusura di bar e ristoranti". Per cui "bisogna trovare un compromesso, ovvero prolungarlo fino alle 24

Favorevole ad uno slittamento orario è anche Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, “Spostare il coprifuoco di un’ora, alle 23, permetterebbe ai ristoratori che stanno investendo nelle strutture all’aperto di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza”

Una modifica che secondo la professoressa Viola "aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli”