Scuola, oggi sciopero indetto dai Cobas contro le prove Invalsi

Cronaca

Raffaella Cesaroni

Alla base di una giornata di didattica all’insegna dell’incertezza i test per le rilevazioni nella scuola primaria ma anche l’immissione in ruolo di tutti i precari (docenti e ATA) e la mobilità libera per cancellare i vincoli quinquennali e triennali per docenti e ATA

Non c’è pace per la scuola nonostante il ministro dell'Istruzione Bianchi abbia sottolineato solo nelle ultime ore di voler riportare a settembre – l’auspicio è tra il 10 e il 15 del mese - tutti gli studenti, in aula e in sicurezza. E’ confermato, infatti, per oggi lo sciopero annunciato nei giorni scorsi da Unicobas, Cobas Sardegna, Usb, Cub, Cobas Scuola. Prove Invalsi, assunzioni di precari, stop a vincoli di mobilità le ragioni alla base della protesta.

I motivi della protesta

Le ragioni dello sciopero che mette a repentaglio la giornata in classe sono diverse. I Cobas – come fanno da anni e questa volta insieme al comitato Priorità alla scuola – si fermano per dire no, ancora una volta, ai test Invalsi. Oggi, 6 maggio, è una delle giornate fissate per le rilevazioni nella scuola primaria. "Il rito dei quiz Invalsi continua anche nell'anno della pandemia. Il ministero - si legge in un comunicato - ha cancellato queste prove dalle classi seconde delle superiori, ma ha deciso di mantenerle alla primaria, alle medie e in quinta alle superiori. Con il conseguente paradosso di studenti prima lasciati in dad per un anno e mezzo e poi richiamati in presenza solo per svolgere i quiz, evidentemente ritenuti più importanti della didattica quotidiana".

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La nota dei Cobas

"Invece di lavorare perché nel prossimo anno scolastico si possano frequentare regolarmente le lezioni (abolizione delle classi pollaio, assunzioni di Docenti e ATA, investimenti nell'edilizia scolastica e potenziamento dei trasporti) il Ministero - proseguono i Cobas - ripropone uno strumento inutile e dannoso: cosa diranno mai le prove Invalsi che già non si sappia? Che gli studenti sono indietro con gli apprendimenti? Che il divario degli apprendimenti si è ulteriormente allargato in corrispondenza al contesto sociale e culturale delle famiglie di provenienza?". "La scelta, però, non ci sorprende, anche per questo governo (come è avvenuto negli ultimi venti anni) il compito principale della scuola è quello di sviluppare competenze di tipo addestrativo. Noi, al contrario - si legge - pensiamo che si debba puntare a valorizzare la curiosità e il dubbio, a sostituire la risposta chiusa preconfezionata con la domanda aperta che genera confronto, attitudine critica, apertura alla complessità".

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Contro i test, gli insegnanti al Pantheon

"Si tratta di un rito grottesco visto che gli studenti hanno perso mesi di scuola" commenta uno degli insegnanti che questa mattina si sono dati appuntamento al Pantheon. Le prove Invalsi non sono pensate per allenare il pensiero critico, raccontano gli organizzatori che alla manifestazione hanno accompagnato una piccola performance teatrale sugli effetti paradossali delle prove Invalsi nei rapporti alunni-studenti. Sono seguite anche letture in piazza per le bambine e i bambini presenti, privilegiando quegli autori, come Gianni Rodari, che più hanno contribuito a stimolare pensieri e riflessioni.

Non solo test Invalsi

Sono diverse, inoltre, le motivazioni che spingono gli altri sindacati e le associazioni alla protesta: l’immissione in ruolo di tutti i precari – docenti e ATA – a partire da chi ha svolto 36 mesi, ma anche mobilità libera per docenti e ATA (per cancellare i vincoli quinquennali e triennali) fino ad un investimento pluriennale nella riqualificazione e ampliamento degli edifici scolastici, oltre che un adeguamento stipendiale importante in vista del rinnovo contrattuale.

Il Coordinamento nazionale precari della scuola

Alla giornata di sciopero aderisce anche il Coordinamento nazionale precari scuola. Secondo il Cnps manca “un ragionamento globale capace di rilanciare l’istruzione pubblica come elemento portante del Paese così come sancito dalla Costituzione. Una percentuale troppo alta di edifici scolastici non è a norma, le classi continuano a essere stracolme di studenti che vengono privati di una vera inclusione e della continuità didattica inattuabile a causa dell’elevata precarietà degli insegnanti”. “Mentre il ministro Bianchi sta ragionando sulla stabilizzazione del precariato, discutendone con il MEF – aggiunge il coordinamento - noi continuiamo a non dormire sonni tranquilli".

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