Genova, muore dopo intervento su neo: arrestati santone e medico

Cronaca
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Il dirigente medico di chirurgia generale di un ospedale bresciano e il presidente e guida spirituale di un centro olistico nell'entroterra genovese sono accusati di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci

Avrebbero causato la morte di una donna di 40 anni dopo l'asportazione di un neo. Per questo i carabinieri di Genova hanno arrestato il dirigente medico di chirurgia generale di un ospedale bresciano e il presidente e guida spirituale di un centro olistico e agriturismo di Borzinasca, nell'entroterra genovese, accusati di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci.

L'operazione in un centro olistico, senza accertamenti istologici

Secondo le indagini, alla donna, che si chiamava Roberta Repetto, il medico avrebbe asportato un neo operandola su un tavolo nell'agriturismo gestito dal 'santone', senza i dovuti accertamenti istologici. Dopo l'asportazione, si sarebbero sviluppate numerose metastasi. L’operazione sarebbe quindi avvenuta in locali del centro non idonei a livello sanitario, senza sottoporre il tessuto ai previsti esami istologici e senza svolgere alcuna iniziativa volta ad arrestare il diffondersi della patologia. La giovane è poi morta, lo scorso ottobre, al San Martino di Genova dove era stata ricoverata per un melanoma pluri-metastatico, causato proprio dall’asportazione del neo. 

Il sindaco di Borzinasca: "Sconvolti"

Siamo sconvolti dalle notizie", commenta Giuseppino Maschio, sindaco di Borzinasca, il Comune dell'entroterra genovese dove si trova il centro. "Non abbiamo mai avuto problemi con i gestori del centro - spiega il primo cittadino - venivano in Comune per chiedere permessi e presentando progetti, ma non abbiamo mai saputo di attività illecite. Conoscevo bene anche Roberta: una ragazza intelligente che da anni frequentava il centro". "Siamo profondamente dispiaciuti, oltre che per la morte della giovane donna anche per non aver intuito quello che succedeva in quella collettività. Ci auguriamo", conclude Maschio, "che la

vicenda venga chiarita e che i responsabili vengano puniti".

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