Sisma a L’Aquila, 309 rintocchi di campane e fascio di luce in cielo per ricordare vittime

Cronaca

Alle 3 e 32 del 6 aprile 2009 il terremoto provocò morte, distruzione, 100mila sfollati e 1.500 feriti. Dodici anni dopo, il ricordo di chi ha perso la vita sotto le macerie. Anche quest’anno, a causa delle restrizioni anti-Covid, il programma è stato ridotto: annullata, ad esempio, la tradizionale fiaccolata. Il sindaco: “I nostri cari, sacrificati sotto le macerie, sono diventati parte di noi”

A 12 anni dal sisma che ha provocato 309 vittime, L’Aquila ha ricordato chi ha perso la vita nei crolli di quel 6 aprile 2009. Per il secondo anno di fila, a causa delle restrizioni anti-Covid, non c'è stata la tradizionale fiaccolata in memoria dei morti. In ricordo di chi non c’è più, però, sono stati suonati 309 rintocchi di campane e da piazza Duomo, cuore del centro storico, un fascio di luce si è stagliato verso il cielo. Davanti alla chiesa di Santa Maria del Suffragio, poi, un vigile del fuoco ha acceso un braciere simbolico. Commozione, emozione e dolore hanno caratterizzato i momenti clou della commemorazione (SISMA L'AQUILA, IL RACCONTO PER IMMAGINI).

Il ricordo 12 anni dopo il sisma

Il terremoto ha colpito L’Aquila e 56 comuni nella sua provincia e in quelle di Teramo e Pescara alle 3 e 32 del 6 aprile 2009, provocando distruzione, 309 vittime, 100mila sfollati e 1.500 feriti. La commemorazione per il dodicesimo anniversario del sisma si è svolta nel segno del ricordo ma anche della speranza, sia per la rinascita della città sia per un epilogo positivo della pandemia. Annullata, come detto, la tradizionale fiaccolata per le vie del centro storico e nei luoghi simboli della tragedia, non sono mancati altri omaggi alle vittime. Oltre al vigile che ha acceso il braciere, in una piazza Duomo praticamente deserta, erano presenti il sindaco Pierluigi Biondi, il sindaco di Cugnoli (Pescara) Lanfranco Chiola in rappresentanza dei Comuni del cratere, il prefetto Cinzia Torraco e l'arcivescovo cardinale Giuseppe Petrocchi.

© Roberto Monaldo / LaPresse
06-04-2009 Onna (L'Aquila)
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©Ansa

Le parole del sindaco Biondi e del cardinale Petrocchi

"I nostri cari, sacrificati sotto le macerie, sono diventati parte di noi, testimoni in un dialogo tra anime di una visione della vita che attraverso la forza del lutto, dell'emozione che scaturisce dal dolore, produce la speranza di apertura al futuro", ha detto il sindaco dell'Aquila alla fine della messa in ricordo delle vittime. A causa delle restrizioni è stata rinviata l'inaugurazione del Parco della Memoria “a quando potrà di nuovo esserci un momento comunitario”. Riferendosi alla pandemia, Biondi ha aggiunto: "Ancora una volta, dopo il 6 aprile di 12 anni fa, oggi dobbiamo fare ricorso alla nostra forza interiore di gente di montagna. Dobbiamo reimparare a vivere nella normalità. Il dolore non ferisce soltanto ma stimola le nostre risorse più profonde per affrontarlo e viverlo all'altezza di una dignità umana che la storia continua a riscattare tra le pieghe di avvenimenti carichi di orrori ma anche che successi e rinascita". Anche il cardinale Petrocchi ha ricordato non solo le vittime del sisma ma anche quelle della pandemia. "Dopo la calamità del terremoto 2009, con le sue repliche del 2016 e 2017, si è abbattuta nel nostro territorio l'emergenza pandemica. Preghiamo per i deceduti a causa dell’epidemia, per quanti hanno contratto il contagio e per le loro famiglie. Esprimiamo profonda partecipazione a coloro che hanno subìto danni professionali e relazionali: nessuno è escluso dal nostro abbraccio fraterno e dalla nostra 'prossimità fattiva'”, ha detto.

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