Covid, class action dei ristoratori contro il governo: “Crollo ricavi, fateci lavorare”
CronacaL’azione collettiva è stata promossa da un centinaio di imprenditori di Tni-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana. Nel mirino i danni causati dal lockdown e "le decisioni che limitano la libertà di impresa, messe in atto tramite i dpcm”. I ristoratori chiedono “indennizzi proporzionali alle perdite subite”. Intanto continua il presidio a oltranza a Roma davanti a Montecitorio
Il settore della ristorazione è uno dei più colpiti dall’emergenza economica causata dalla pandemia di coronavirus (LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). Ora un gruppo di imprenditori appartenenti a Tni-Tutela Nazionale Imprese-Ristoratori Toscana, che da alcuni giorni sono in presidio a oltranza in piazza Montecitorio a Roma, annunciano un'azione collettiva contro il governo per i danni causati dal lockdown, e anche "per opporsi alle decisioni che limitano la libertà di impresa, decisioni messe in atto tramite i dpcm". Gli avvocati, che hanno depositato la citazione lunedì scorso al tribunale civile di Roma, spiegano: "Il governo ha sbagliato con dpcm e ristori”. Sotto accusa gli strumenti normativi e l'entità dei rimborsi rispetto alle scelte di altri Paesi europei.
La class action dei ristoratori
L'azione collettiva, si legge in un comunicato, è stata notificata lunedì 22 febbraio, ed è promossa da circa 100 titolari di ristoratori, bar, pizzerie ed esercizi di somministrazione, per chiedere un accertamento del diritto di ottenere un risarcimento, tenendo conto della riduzione del fatturato, dei costi variabili e fissi, del danno da perdita di clientela e da perdita del valore aziendale nel suo complesso. Danni, spiega Tni, "dovuti all'impossibilità di esercitare l'attività per effetto dei provvedimenti normativi che si sono susseguiti nel corso di tutta la pandemia".
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Cosa chiedono i ristoratori
Le parti che hanno promosso il giudizio, spiegano i legali del gruppo, "contestano la mancata attribuzione di un risarcimento o comunque di un congruo indennizzo in conseguenza del pregiudizio economico derivante dalle pesanti limitazioni subite nell'esercizio delle proprie attività imprenditoriali. Quindi, evidenziano nel giudizio la palese inadeguatezza dei cosiddetti ristori, rivendicando il diritto alla conservazione dell'integrità delle loro aziende". Gli aiuti, aggiunge il portavoce Pasquale Naccari, sono stati "briciole fino a ora. Coprono al massimo il 4% del fatturato mensile. Siamo stanchi delle promesse, vogliamo fatti”.
Il presidio a Roma
Prosegue intanto il presidio di Tni davanti a Montecitorio. La delegazione di ristoratori ha incontrato nei giorni scorsi il capo politico del M5s, Vito Crimi, poi il presidente del gruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e la delegazione dei deputati di Fratelli d'Italia, alla quale il portavoce Naccari ha avanzato le richieste della categoria.