Svolta nell'assassinio di Rosina Carsetti, uccisa la sera della vigilia di Natale in una villetta di Montecassiano. I carabinieri hanno arrestato la figlia e il nipote della donna. Il giudice ha ritenuto coinvolto nell’esecuzione del delitto anche il marito 79enne. Per la Procura si è trattato di una "messinscena premeditata"
La figlia e il nipote di Rosina Carsetti, uccisa la sera della vigilia di Natale in una villetta di Montecassiano, in provincia di Macerata, sono stati arrestati con l'accusa di omicidio.
La svolta nelle indagini
La svolta nelle indagini è venuta a più di un mese e mezzo dal delitto per il quale, da subito, si era sospettato il coinvolgimento dei familiari. I reati ipotizzati nei confronti di Arianna Orazi ed Enea Simonetti, rispettivamente figlia e nipote della vittima, sono quelli di concorso in omicidio volontario premeditato pluriaggravato dalla minorata difesa della vittima e per la figlia di Rosina di aver diretto ed organizzato la cooperazione dei complici nonché di maltrattamenti in danno della madre. Il giudice ha ritenuto coinvolto nell’esecuzione dei delitti anche il marito 79enne Enrico Orazi, nei cui confronti però ha ritenuto insussistenti i motivi attuali, idonei a giustificare l’adozione di misure cautelari personali.
Procura: "Messinscena premeditata"
"Non una messinscena attuata dopo un omicidio d'impeto, il tutto ha testimoniato una premeditazione elaborata dal 16 dicembre che si è realizzata il 24 dicembre". Così il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio sul coinvolgimento nell'omicidio premeditato di Rosina Carsetti da parte della figlia Arianna Orazi, presunta regista del piano, del figlio di lei Enea - arrestati - e del marito di Rosina Enrico Orazi, indagato. Il movente sarebbe da ricondurre a rapporti familiari deteriorati tra Rosina e , in particolare, la figlia, e anche la volonta' di separarsi dal marito.
La testimonianza dei familiari
Secondo i familiari della donna, la morte di Rosina era avvenuta durante una rapina messa a segno da uno sconosciuto entrato in casa nel pomeriggio della vigilia di Natale, che aveva immobilizzato Arianna e il padre, legandoli. Era stato Enea, nel loro racconto, a liberarli, al ritorno a casa (dove vivevano tutti insieme) dopo avere fatto la spesa. A quel punto si erano accorti che la donna giaceva senza vita in cucina. La loro versione però non era stata ritenuta attendibile dagli investigatori. Dall'autopsia era emerso che la 78enne era morta soffocata, con traumi da schiacciamento sul torace che avevano provocato la rottura di alcune costole. Pochi giorni prima, il 19 dicembre, Rosina si era rivolta, accompagnata da un'amica, ad un centro antiviolenza a Macerata per gravi tensioni familiari.