Nell’elenco degli indagati anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, per associazione a delinquere. La sua abitazione romana è stata perquisita dalle forze dell'ordine. In una nota il politico si è dichiarato estraneo ai fatti: "Ho letto le, carte sono sereno". Coordinata dal Procuratore di Catanzaro Gratteri, l’indagine coinvolge i maggiori esponenti delle cosche operanti nel Crotonese insieme a imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali
Duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero, sono impegnati da questa mattina su tutto il territorio nazionale in una maxi operazione contro la ‘Ndrangheta denominata “Basso profilo”. Coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, l’indagine coinvolge i maggiori esponenti delle cosche Aracri, Arena e Grande Aracri, operanti nel Crotonese insieme a imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Cesa indagato per associazione a delinquere
Nell’elenco degli indagati anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, per associazione per delinquere semplice (e non concorso esterno in associazione mafiosa come si era appreso in un primo momento da fonti investigative). La sua abitazione romana è stata perquisita stamane dalle forze dell'ordine su disposizione della procura. Tredici persone sono state arrestate e portate in carcere e 35 ai domiciliari, tra questi ultimi c'è anche l'assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell'Udc, Francesco Talarico. Oltre alle misure cautelari, è stata disposta l'esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da patrimoni aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro.
Le dichiarazioni di Lorenzo Cesa
L'esponente politico ha confermato di avere "ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017" e ha dichiarato: "Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente" ha spiegato. "Come sempre ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato" ha aggiunto.
Cesa: "Mia totale estraneità, ho letto le carte e sono sereno"
"Da una prima lettura sommaria degli atti a me notificati dalla Procura, prendo atto del mio coinvolgimento in una limitata vicenda, contigua all'indagine ben più ampia che ha interessato oltre 40 persone, sarebbe cristallizzata ad una partecipazione ad un pranzo di lavoro organizzato a Roma da Franco Talarico, nel 2017, unitamente ai
suoi commensali di cui non ricordo neanche il nome. Ritengo mio dovere rendermi disponibile ad una eventuale richiesta di chiarimento da parte degli inquirenti. Ripongo piena fiducia nell'operato della Magistratura, e sono sereno di fronte alle
evidenze documentali". Così in una nota Lorenzo Cesa.
Le indagini sul presunto "patto di scambio"
I reati contestati a Francesco Talarico sono associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e voto di scambio. In occasione delle elezioni politiche del marzo 2018 per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato, secondo gli inquirenti, sarebbe stato stipulato un "patto di scambio" fra esponenti dei clan e l'esponente dell'Udc calabrese consistente nella promessa di "entrature" per l'ottenimento di appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici e banditi da enti pubblici economici e società in house, "attraverso la mediazione dell'europarlamentare Lorenzo Cesa in cambio della promessa di un "pacchetto" di voti".