Firenze, valigie con resti umani: identificato l’uomo. Il figlio è detenuto in Svizzera

Cronaca

Sono di un cittadino albanese scomparso nel 2015 i resti ritrovati nelle campagne intorno al carcere di Sollicciano, nel Fiorentino. Si rafforza l'ipotesi che il secondo corpo sia della moglie. Uno dei figli della coppia, che risulta irreperibile dall'ottobre 2016, è attualmente in carcere

Shpetmi Pasho e la moglie Teuta, cittadini albanesi di Valona, sono scomparsi in Toscana il 2 novembre 2015. Sarebbero loro, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i resti dei corpi ritrovati in 4 valige lungo l’autostrada Firenze-Pisa-Livorno. Decisiva la comparazione dattiloscopica delle impronte digitali ricavate dal documento che l’uomo fece per il permesso di soggiorno con un dito che fa parte dei reperti delle valigie abbandonate. E conferma dell’identificazione sembra arrivare da un tatuaggio su un braccio in cui compare il nome della città d’origine e le lettere “Shp”, le prime tre del nome Shpetmi.

La denuncia di scomparsa

Gli investigatori hanno messo in fila alcune date. Secondo la denuncia di scomparsa presentata da una figlia dei Pasho l'8 novembre 2015, la coppia era sparita sei giorni prima, lo stesso giorno della scarcerazione dalla prigione fiorentina di Sollicciano del figlio Taulent. L'uomo, che risulta irreperibile dall'ottobre 2016 quando evase dagli arresti domiciliari, è attualmente detenuto in Svizzera. Lo hanno accertato i carabinieri insieme all'Interpol. La procura di Firenze ha effettuato l'internazionalizzazione di un provvedimento di carcerazione definitivo a suo carico, dato che in Italia deve scontare 3 anni e 11 mesi di reclusione per reati di droga.

Il Servizio Cinofili dell'Arma dei Carabinieri e gli uomini del Reparto Investigazione Scientifiche cercano la eventuale quarta valigia vicino al carcere di Sollicciano e la superstrada a Firenze, 15 Dicembre 2020.
ANSA/CLAUDIO GIOVANNINIANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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La figura del figlio della coppia scomparsa

Gli accertamenti medico legali puntano sul Dna. Una delle figlie della coppia scomparsa, Dorina, vive a Castelfiorentino. Si è già sottoposta al prelievo per favorire il confronto genetico. La donna avrebbe ridimensionato la figura del fratello. "È un piccolo spacciatore", ha detto ai giornalisti Dorina volendo escludere che l'omicidio dei genitori sia dovuto a una vendetta, forse per un debito. "Se fosse stato un delitto per droga - ha aggiunto - non avrebbero aspettato i miei genitori" - che facevano avanti e indietro dall'Albania alla Toscana - "ma avrebbero ammazzato me o mio fratello, ci conoscevano tutti a Castelfiorentino". Quella della vendetta dall'esterno, forse legata ai traffici di droga di Taulent, è una delle piste investigative seguite. Ma non si esclude neanche la strada di segreti di famiglia o di clan.

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Il ritrovamento delle valigie

Quattro le valigie ritrovate in una settimana. Tutte nei terreni che circondano il carcere di Sollicciano. Nella prima, rinvenuta giovedì scorso, c'erano il busto, la testa e una gamba dell’uomo, nella seconda altri suoi resti e una gamba della donna, nella terza il tronco e la testa sempre della donna. Nell’ultima, ritrovata ieri, la gamba mancante di Shpetmi. L’uomo, 54 anni, sarebbe stato ucciso con una coltellata alla gola. La moglie, 52 anni, sarebbe stata massacrata di botte e poi asfissiata. Sul suo volto e sulla testa ci sarebbero numerose escoriazioni e contusioni. Diverse le costole fratturate accertate dall'autopsia.

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