Ai colori di Catania oggi si aggiunge quello azzurrino delle mascherine. Un viaggio nel cuore della città e dei suoi abitanti che sopravvivono nella nuova normalità imposta dall'emergenza coronavirus
di Roberta Giuili
Catania la mattina ti accoglie con colori, odori e suoni dei suoi mercati. Questo è il mercato detto "A Piscaria", perché si apre su una grande piazza piena di banchi di pesce. L'altro mercato dei catanesi è la Fera 'O Luni, chiamata così perché un tempo si teneva solo il lunedì. Sono tradizioni che rappresentano la città ma che faticano a sopravvivere in questo periodo di emergenza virus.
Uno dei banchi di macelleria all'interno del mercato
Uno dei banchi del pesce
I propietari dei banchi della Fera 'O Luni, per restare aperti nel rispetto delle misure anticontagio, hanno deciso di pagare degli operatori per controllare il rispetto dell'obbligo di mascherina.
Un proprietario di uno dei chioschi tipici di Catania famosi soprattutto per la vendita di bevande come il tamarindo
In Sicilia, zona arancione, i ristoranti e bar possono rimanere attivi solo per servizio da asporto o da domicilio
C’è chi si imbarca anche solo per passione, come il signor Piero. «Ho bisogno del mare più che mai, soprattutto dopo due settimane di lavoro». Piero fa il piastrellista e per lui il mare è il luogo dove dimenticare la fatica e i problemi. Quando può, la domenica si alza presto e va a pesca per poi tornare a pranzo a casa
Catania è piena di murales. Oltre a scritte come questa, camminando per i quartieri si incontrano facilmente vere e proprie opere d'arte realizzate da street artist.