In una lettera aperta al governo vengono chieste tutte le cifre comunicate dalle Regioni a Palazzo Chigi dall'inizio della pandemia per monitorare e classificare il rischio epidemico: " I cittadini hanno il diritto di conoscere su quali dati sono basate le decisioni”
“Vogliamo tutti i dati su Covid-19 per monitorare il rischio epidemico, in formato aperto e ben descritti”. E’ quanto si legge sulla homepage di datibenecomune.it. Il sito attraverso una petizione chiede al governo di “rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall'inizio dell'epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato)”. Sono una settantina i promotori dell’iniziativa tra associazioni, ong, media. Oltre 7.300 le persone che all’11 novembre hanno firmato la petizione su change.org (COVID-19, AGGIORNAMENTI - SPECIALE)
Dati e non solo fra le richieste
Non solo la possibilità di accedere a dati aperti sull’emergenza coronavirus, DatiBeneComune chiede anche di: rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato; nominare un/a referente Covid-19 su dati e trasparenza e un/a referente per ogni regione, a cui la società civile possa fare riferimento; istituire un centro nazionale, in rete con omologhi centri regionali, dedicato ai dati Covid, che non solo imponga standard e formati, ma che coordini e integri nuovi sistemi di raccolta e individui le criticità in quelli esistenti.
vedi anche
Covid, il 10 novembre la percentuale positivi/tamponi è 16,1%. I DATI
“Rendere aperti i dati sui quali sono basate le decisioni”
“I cittadini - si legge nella lettera aperta - hanno il diritto di conoscere su quali dati e quali analisi si basano le decisioni prese dal governo per le restrizioni dei prossimi DPCM. Da questi dati dipende la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la nostra salute mentale: vogliamo che siano pubblici! E vogliamo che siano in formato aperto, perché dobbiamo permettere agli scienziati e ai giornalisti di lavorare per bene”. L’appello si conclude così: “I firmatari di questa lettera sono estremamente preoccupati per il crollo di fiducia generato dalla gestione dell’emergenza Covid-19. In questo momento una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per comprendere le scelte istituzionali che hanno profonde conseguenze sulla vita delle persone”.