Stefano Lancilli ha rischiato di non farcela. La dura battaglia di quest’uomo lodigiano di 55 anni è durata nove mesi, trascorsi tra un ospedale e l’altro prima per altre patologie poi per il Covid-19
La positività al Sars Cov2 gli era stata diagnosticata il 4 marzo scorso quando era in ospedale a Codogno ma il suo primo ricovero era avvenuto a novembre a causa di una polmonite cui aveva fatto seguito la legionella. Stefano Lancilli, poliziotto e storico centralinista della questura di Lodi, del periodo più difficile della malattia non ricorda nulla, un mese di vuoto assoluto, in cui era ignaro anche della pandemia. Ha rischiato di essere intubato e di non riuscire a superare la fase critica, il suo corpo era già minato da varie patologie e ad un certo punto i medici gli avevano dato solo 48 ore di vita. La moglie ha temuto di perderlo ma poi è iniziato il lento recupero.
Il ritorno alla vita
La data del 9 ottobre ha segnato per Lancilli un ritorno alla vita: ha finalmente lasciato l’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano diventando uno dei pazienti più longevi, un primato di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Il rientro a casa è stato memorabile, ad attenderlo c’era una piccola delegazione di colleghi e amici e il questore Giovanni Di Teodoro.