Allarme pediatri, con queste regole a scuola rischiamo il caos

Cronaca

Paola Baruffi

©LaPresse

Con le regole attuali i pediatri devono chiedere un tampone per poter far rientrare a scuola i bambini anche dopo un banale raffreddore. Parliamo di 12mila tamponi al giorno nella sola Lombardia, cifre che potrebbero presto mandare in tilt il sistema. In attesa dei risultati anche i genitori dovrebbero rimanere in quarantena, con gravi conseguenze sul sistema produttivo oltre che su quello scolastico. 

Dodicimila tamponi al giorno nella sola Lombardia

Dodicimila tamponi al giorno da richiedere per i bambini delle scuole solo in Lombardia. È l’allarme lanciato dai pediatri che temono che, con le regole attuali, il sistema possa andare in tilt già all’inizio dell’anno scolastico (RIAPRONO NIDI E MATERNE: I CONSIGLI DELL'ESPERTO). Il calcolo è di quelli tra i più semplici. L’hanno fatto a spanne i pediatri bergamaschi guardando nei loro database. Quanti bambini con febbre, tosse, raffreddore, vomito o diarrea ha visitato in media ogni giorno negli anni passati nel periodo delle influenze stagionali ognuno di loro? La risposta è circa 10 che, moltiplicato per il numero dei pediatri lombardi, porta al risultato di 12mila bambini al giorno, non solo da visitare ma per cui chiedere un tampone. 

Il certificato dopo tre giorni di assenza

Stando alle regole attuali  se un bambino, nella fascia da zero a 6 anni, viene allontanato da scuola anche solo con uno dei sintomi riconducibili al Covid -dopo tre giorni di assenza - starà al pediatra certificare che il covid non ci sia e l’unico modo che il pediatra ha per certificarlo è prescrivere, appunto, un tampone

A raccontarcelo è il dottor Luigi Greco, medico pediatra e consigliere dell’Ordine dei Medici di Bergamo. “Sulla base delle indicazioni che le scuole hanno dal Miur -spiega il dottor Greco-  basta anche solo un raffreddore per allontanarli, ma lei ha visto una  classe di bambini in inverno? Ce n’è qualcuno che non è raffreddato pur senza avere febbre? Un conto è se individuiamo bambini con febbre e sintomi respiratori di una certa importanza, un conto è vedere tutti i raffreddori. Tutti i raffreddori manderebbero in tilt qualsiasi sistema”.

Genitori in quarantena in attesa del tampone

E il problema, che inizia dalle scuole, si potrebbe ripercuotere sull’intero sistema produttivo, perché quando il medico prescrive il tampone al bambino è tenuto a mettere in quarantena anche i genitori, fino all’esito del tampone.

Con il sistema congestionato i tempi si allungano

“Oggi che non siamo in emergenza l’esito di un tampone arriva in un tempo che va dai 4 giorni a una settimana ma con un picco di richieste il sistema andrebbe sotto stress e i tempi si allungherebbero, come abbiamo visto succedere nei mesi passati”, spiega il dottor Greco. Insomma intere famiglie potrebbero finire in quarantena per un banale raffreddore  costringendo i genitori ad assenze prolungate dal lavoro.

Test rapidi e meno burocrazia

“Diverso sarebbe se avessimo a disposizione dei test rapidi sufficientemente affidabili e quindi già in studio potremmo essere in grado di fare un primo screening. Le norme regionali che attualmente non sono applicate, già dal 2003 avevano abolito l’obbligo di certificazione da parte del pediatra per il rientro a scuola, indipendentemente dal numero di giorni di assenza. Nessuno si vuole sottrarre alla certificazione nel caso di sospetto Covid, ma certificare per ciascun bambino con sintomi compatibili col Covid che covid non è -conclude il dottor Greco- ci imporrebbe di  fare a tutti il tampone con la Pcr, con tutte le difficoltà che questo crederebbe al sistema”.

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