Il coronavirus visto dagli occhi dei bambini (e dei burattini). VIDEO

Cronaca

Giuseppe Di Matteo

A Pognano (Bergamo) è andato in scena uno spettacolo teatrale che cerca di raccontare ai più piccoli questi mesi di pandemia, recuperando la tradizione bergamasca delle maschere e dei burattini

Il sipario si apre dolcemente per accendere i riflettori sulle paure, e sulle speranze, di Margì, Gioppino e Bortolì - le maschere più celebri (assieme a quelle di Arlecchino e Brighella) della tradizione bergamasca - che si muovono con le movenze tipiche dei burattini. All’improvviso, al centro del palcoscenico compare un disegno con cui, purtroppo, tutti noi abbiamo imparato a familiarizzare: quello del Sars-Cov2, il virus responsabile dell’epidemia (poi pandemia) da Covid 19, di cui Bergamo, assieme a Brescia, è stato l’epicentro in Italia. Una specie di globo terrestre infilzato da tanti bastoncini (così lo hanno raffigurato spesso i bambini) ondeggia tra le mani del burattino Bortolì, mentre la sua mamma, Margì, cerca di spiegargli cosa sta succedendo in città e non solo.

"I burattini favoriscono la rielaborazione del dolore dei bambini"

Lo spettacolo, andato in scena durante il lockdown, è parte integrante dell’iniziativa Le emozioni al tempo del Coronavirus, sviluppata dal dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Università di Bergamo. L’obiettivo è aiutare i bambini a prendere coscienza della situazione causata dall’emergenza sanitaria e, soprattutto, delle loro emozioni, legate indissolubilmente al cambiamento delle abitudini quotidiane imposto dal virus. “Abbiamo provato a raccontare questo periodo di pandemia con gli occhi dei più piccoli - spiega Marco Lazzari, direttore del dipartimento di Scienze Umane e sociali dell’Università di Bergamo -. Per farlo, abbiamo scelto di utilizzare i burattini, perché aiutano in modo efficacissimo a favorire la rielaborazione del dolore vissuto dai bambini e dalle loro famiglie in questi ultimi mesi”.

Com'è nato il progetto

La lampadina si era accesa, durante la quarantena, nella testa di Roberta Navoni, 26 anni, dottoranda dell’ateneo di Bergamo, che con i burattini ha molto a che vedere: sua madre Carla, infatti, è titolare della compagnia teatrale itinerante I Burattini di Roberta di Pognano, piccolo paesino del Bergamasco. È stata lei a proporre ai suoi colleghi di sfruttare la sua passione per i burattini e le maschere per offrire un racconto diverso della pandemia. E così, anche grazie alla collaborazione del Centro di Ateneo per la Qualità dell’Insegnamento (CQIA), è nato il progetto Covid-19: il virus con la corona invisibile ma terribile. Le emozioni al tempo del Coronavirus. Si è partiti anzitutto da un testo teatrale rivolto a bambini della scuola primaria e incentrato sul tema delle emozioni (tristezza, paura, rabbia, disgusto, gioia, sorpresa); questo poi è stato messo in scena utilizzando dei burattini scolpiti in legno di cirmolo, e filmato. Per guardare lo spettacolo, e scaricarlo, basta collegarsi al sito dell'Università di Bergamo, che offre anche una serie di tutorial sulla costruzione dei burattini a guanto. “È un modo per coinvolgere grandi e piccini – puntualizza Lazzari -. E devo dire che stiamo già ricevendo riscontri positivi”. Per i prossimi spettacoli bisognerà aspettare settembre, pandemia permettendo, nella speranza di regalare un sorriso a Bergamo e alla sua provincia e mettersi, finalmente, questa emergenza alle spalle.

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